King’s Bounty 2 Provato| La saga di King’s Bounty affonda le sue radici nel lontano 1990, quando fece il suo debutto su piattaforme Amiga, Apple II, Commodore 64, Mac OS e MS-DOS riscuotendo subito un successo significativo per via della sua particolare mistura di strategia e gioco di ruolo che gli permise di emergere sopra sempre più cerchie di avidi videogiocatori. Un’onda che portò il titolo sotto le maglie di Electronic Arts che già nel 1991 ne fece un porting per la console Sega Mega Drive con il sottotitolo The Conqueror’s Quest. Un prodotto che condivide un prezioso onore da progenitore di un’altra importante saga ruolistica, nientepopodimeno che Heroes of Might and Magic, con cui costituisce un anello di congiunzione in Heroes of Might and Magic: Quest for the DragonBone Staff da cui gli sviluppatori hanno tratto più che ispirazione, creando praticamente un remake. Da qui si fanno dei salti fino al 2009 con King’s Bounty: The Legend ed il suo sequel, ma ora tutto è destinato a cambiare con King’s Bounty 2, in arrivo su Steam, Epic Games Store, PlayStation 4, Nintendo Switch e Xbox One, che noi di VMAG abbiamo avuto modo di giocare in anteprima nella sua versione PC.
Da carcerato a mercenario
In un GDR come King’s Bounty 2 ci aspetteremmo di combattere in prima persona contro orde di interminabili nemici, protagonisti indiscussi della storia e gli unici in grado di ribaltare le sorti del mondo, ma in verità , non è così. Uno degli elementi più caratteristici e significativi del titolo infatti è proprio la sua impostazione unica che fa del nostro personaggio un leader al comando di un’armata. Chi conosce bene il genere sa bene che questo potrebbe essere un azzardo: molti sono i tentativi falliti di ibridare il gioco di ruolo con altri generi, ma in questo caso si tratta di una scelta senza dubbio azzeccata che si fonde bene sia con l’inpianto narrativo che ludico per fornire un’esperienza unica e fortemente stimolante. Non combattimenti in prima persona nel bel mezzo del furore di un dungeon, ma tattiche superiori per guidare i nostri miliziani verso la vittoria.
La storia di King’s Bounty 2 in sé è canonica, e con una chiara citazione alla saga di Elder Scrolls ci fa cominciare il viaggio in una prigione, nella gelida colonia penale di Crucis, a nord del continente, nella regione di Albian. Non sappiamo molto del nostro protagonista, avvolto da un passato misterioso che pur stereotipico fa il suo buon lavoro a giustificare il percorso successivo di ciascun giocatore all’interno del mondo di gioco in base alla sua aderenza a quattro cardini differenti: Ordine, Potere, Astuzia e Anarchia. Ciascuna di queste vie, in maniera ben congeniato, interferirà sia sull’esito della trama, sia sul nostro modo di giocare, in quanto ogni ideale sarà caratterizzato da delle truppe differenti.
Il loop di King’s Bounty 2 è ben chiaro: accettare le quest, avanzare con i marker opzionali, sbloccare i puzzle e combattere battaglie campali nelle condizioni e difficoltà più disparate. La nostra armata sarà impiegabile in contesti ben diversi fra loro: dallo sterminio di terribili mostri non-morti, fino alla pacificazione di golem o altri elementali, passando per mischie più mondane come il controllo di bestie selvagge o popolani riottosi. La meccanica di combattimento è ben implementata e godibile: come ci si aspetta, fattori come la visibilità , la copertura e l’elevazione vengono tenuti ben in conto, obbligandoci ad un comando ragionato dei nostri uomini. La ciliegina sulla torta viene costituita dalla possibilità del nostro protagonista di utilizzare incantesimi ed incantamenti per ribaltare le sorti di uno scontro a suo favore, servendosi di scuole magiche differenti come l’evocazione, la distruzione o il recupero.
Comandare un’armata non è semplice
Come ci si aspetta, il mestiere di un condottiero non è mai una passeggiata, e anche in King’s Bounty 2 non sarà troppo dissimile: avremo a nostra disposizione tre personaggi, ciascuno con la sua classe differente per stile di gioco e punti di forza: c’è il guerriero, un uomo ricco d’esperienza con un passato glorioso come membro della Guardia Reale, che per non aver obbedito ad una cospirazione che avrebbe portato un nuovo Re sul trono è stato incarcerato ed esiliato; le circostanze gli hanno dato una nuova possibilità , data dalla necessità di affrontare una nuova minaccia che soltanto un uomo come lui sarebbe capace di risolvere guidando uomini coraggiosi e pronti a tutto per il bene del regno.
C’è poi una classe canonica di King’s Bounty 2, rappresentata dal ruolo del mago incantatore: sarà una lei ad interpretare questa posizione; un membro di spicco della nobiltà di un regno remoto del continente, un luogo ideale per praticare la magia al riparo e lontani da luoghi pericolosi come i centri abitati o le foreste che un novizio della fiamma potrebbe ridurre in breve tempo in cenere. Per un personaggio come questo, la conoscenza e il sapere sono fondamentali, e di fatto sarà proprio questo ad alimentare il suo viaggio. In seguito al cambio di regime, il denaro che veniva versato regolarmente per permettere le sue ricerche è stato revocato – ci vuole giustizia per perseguire il suo nobile scopo!
Infine, una nuova entry di King’s Bounty 2 che di sicuro verrà bene accolta tanto dai fan di vecchia data, tanto dai novizi, una nuova classe che attirerà di molto le attenzioni dei fruitori per il suo mix unico delle classi precedenti ma non solo, in quanto contiene dei contenuti ed abilità uniche rispetto ai titoli precedenti, elemento che si costituisce come una novità al tempo stesso fresca ma gradita. Il paladino è il suo ruolo, e pur non potendovi dire molto sul suo conto, possiamo svelarvi che il suo passato travagliato è uno dei motivi che le dona la forza e la determinazione necessarie a salvare Nostria!
Un mondo “a scomparti”
King’s Bounty 2 non è un’esperienza completamente aperta: pur avendo a disposizione una vasta serie di livelli esplorabili, ricchi di bauli, segreti e quest da completare, siamo ben lontani dalle esperienze open world di altri giochi di ruolo. Non avremo mai l’impressione che qualcosa sia fuori posto o in conflitto con quanto ci è stato presentato in precedenza. Al contrario non mancheranno sorprese, colpi di scena, momenti di svolta o crisi e anche gag divertenti. Oltre alle cutscenes (disponibili in lingua inglese o russa con doppiaggio), una delle migliori occasioni di immergersi nella lore dell’opera è di sicuro quella della lettura delle numerose pergamene che ci daranno informazioni disparate, sparse per i livelli.
L’idea di “mondo a scomparti” dunque emerge con una certa prominenza, offrendoci una serie di luoghi gradualmente diversi uno dall’altro e collegati dal filone narrativo delle quest, missioni non troppo semplificate ma che dopo qualche ora avremo già esperito archetipicamente nella loro interezza; insomma, saranno rari gli incarichi dal solito, cosa che se non fosse per il fatto che sono ben pensate dal punto di vista narrativo, le renderebbe sicuramente più tediose. Quel che è certo, è che il giocatore avrà dinnanzi a sé una serie di scelte nei momenti topici della sua esperienza, dovendo scegliere tra diverse vie per farsi strada negli ostacoli che gli si pareranno dinnanzi.
Riflettendo su King’s Bounty 2 nella sua interezza una delle questioni più palesabile è sicuramente quella della rigiocabilità , caratteristica solitamente molto sentita e gradita dagli amanti del gioco di ruolo. In questo senso, l’opzione principale è quella di giocarsi ciascuna classe: sono tre quelle a nostra disposizione, un numero deboluccio ma comprensibile per il tipo di produzione, sebbene tutte ben differenziate e con stili non divergenti. C’è il guerriero, combattente meramente fisico che fornisce bonus di combattimento alle sue truppe; segue il mago, maestro degli incantesimi per antonomasia, e poi, il paladino, unione dei due stili perfetta per i condottieri esperti generalisti. Delle classi canoniche sia dal punto di vista della tradizione degli RPG che da quello del setting, ma che non fanno gridare al miracolo.
Tirando le somme…
Avviandoci verso l’ultima fase del nostro provato, possiamo riflettere un momento sul quadro audiovisivo di King’s Bounty 2, sicuramente gradevole alla vista e più che adatto al tipo di gioco in esame. Lo stile è vagamente cartoonesco, stilizzato, ma le ambientazioni, pur non discostandosi in modo così eclatante dall’immaginario comune di un setting fantasy ruolistico, sono più che adatte e non hanno nulla da invidiare a titoli come Neverwinter o Ultima. Generalmente, il nostro viaggio si articolerà su tappe differenti caratterizzate da dungeon, villaggi, castelli e città , intermezzate da cave, viali o strade rurali perigliose e ricche di pericoli, ma anche di opportunità . Il comparto sonoro è gradevole e mai invadente, offrendoci tracce orchestrate e di sottofondo che si adattano ai vari ritmi del gameplay: cadenzate e incalzanti in combattimento, azzeccate e virtuose nelle cutscenes e rilassanti e sfumate durante il resto della partita.
https://www.youtube.com/watch?v=w8tr_0tLvps