Ratchet & Clank Rift Apart Recensione| Con un corteo celebrativo si apre la sequenza introduttiva del titolo che affrontiamo quest’oggi, ovvero Ratchet & Clank Rift Apart. Una vera e propria festa per il team di Insomniac Games, che vede il ritorno in grande stile dell’iconico duo del Lombax Ratchet assieme al fido robot Clank. Una storia che ha accompagnato le nostre generazioni in una vera e propria lotta per salvare il mondo che abbiamo sempre affrontato, opponendoci al loro arcinemico Dottor Nefarius, una antonomasica forza del male che ha un solo scopo: far capire ai due cosa si prova ad essere dei perdenti. Eppure, il loro nemico non c’è mai riuscito, in quanto, specialmente grazie ad amici vecchi e nuovi e al genio di Clank unito all’adattabilità di Ratchet, la crew l’ha sempre scampata. Sarà così anche stavolta? Scopriamolo con la nostra recensione!
Una nuova avventura
Ratchet & Clank Rift Apart comincia con un omaggio alle vecchie avventure del duo, in occasione di una giornata di celebrazione per i due eroi dell’universo narrativo: a far da frontman all’evento ci sono proprio dei vecchi amici su delle piattaforme fluttuanti. C’è ad esempio il Capitano Qwark, il grande leader della Q-Force che nel bene e nel male ha fatto molto per i nostri protagonisti… per non parlare poi di Skidd McMarx, vecchio amico dei due esperto di hoverboard; ma la presenza che stupisce di più è sicuramente quella di Rusty Pete, pirata robotico recentemente divenuto il leader della controversa ciurma pirata in tregua col Governo Galattico. Insomma, un bel mix di individui che hanno tutti gli ingredienti per offrirci un’inaugurazione… esplosiva!
Ed infatti è proprio così, con una storia che fin dall’inizio si rivela movimentata, elemento fondamentale in tutti i titoli di Ratchet & Clank… cosa sarebbero i nostri protagonisti senza una bella sfida? Questa volta, ancora, è il Dottor Nefarius ad entrare in scena, sottraendo uno speciale dono di Clank destinato a Ratchet: il Dimensionatore, uno speciale stumento in grado di aprire varchi fra le dimensioni e permettere al nostro eroe peloso di esplorarle in cerca di altri Lombax come lui. Ma le cose non vanno mai come si desidera, ed infatti, sarà proprio la nostra nemesi a danneggiare il dispositivo causando un rift dimensionale, in cui entrambi verranno risucchiati proprio assieme al malvagio dottore: ora tocca al duo, ma… c’è una sorpresa!
Un viaggio cosmico
Da questo incidente comincia il vero cuore del gameplay di Ratchet & Clank Rift Apart, il viaggio fra i pianeti in cui il rift dimensionale ha provocato un vero e proprio mischiarsi delle realtà – dando luogo in alcuni casi anche a danni considerevoli, o alla peggio, ad ondate di nemici da affrontare da Ratchet o Rivet, il nuovo arrivo della saga, di cui vi parleremo fra poco. L’esperienza rimane squisitamente canonica, ma al contempo, fresca; uno degli elementi più impressionanti e di pregio dell’intero apparato è senza dubbio la transizione praticamente impercettibile fra le fasi di gioco e le cutscenes, elemento che dona molto valore a tutto l’assetto videoludico. Un comparto videoludico oramai ben noto, con fasi di navigazione del livello intermezzati da sequenze di combattimento e lotte con i boss unite a parti narrative; nulla di nuovo sotto il sole se non uno sfoggio di muscoli tecnici non indifferenti. Ma ci arriviamo.
In termini di durata, con un solido playtime di quindici ore in difficoltà normale, l’esperienza di Ratchet & Clank Rift Apart si rivela sufficientemente solida, non mancano ovviamente opportunità di prolungarla, ad esempio con la caccia ai trofei – con la nostra Guida al Platino in arrivo – oppure la caccia ai segreti come sempre in grado di fornire soddisfazioni ai fruitori con gli occhi più vigili. In termini di sviluppi della trama, il canonico dualismo Ratcher + Clank verrà perturbato dall’arrivo di una sconosciuta esponente della razza Lombax, Rivet, che nella dimensione alternativa in cui vediamo il Dottor Nefarius incontrastato imperatore galattico è l’unica ad opporre resistenza in solitaria. Lei è la nostra nuova eroina, che recupererà Clank da una frattura dimensionale e collaborerà con lui per portare ordine e giustizia in tutte le dimensioni messe a soqquadro dal rift.
Eccellenza tecnica ma…
Come vi avevamo anticipato poco sopra, Ratchet & Clank Rift Apart si strappa la camicia e mette in mostra dei muscoli particolarmente scolpiti, specialmente dal punto di vista tecnico, offrendoci una potenza e un grado di dettaglio grafico particolarmente lodevoli: possiamo attenzionare i più minimi dettagli, tanto dei personaggi che degli ambienti, notando un livello di ricchezza ed accuratezza visiva davvero fantastico. Se il futuro della next-gen è proprio questo siamo davvero nelle condizioni di gioire, in quanto siamo a punte di eccellenza davvero significative, cosa visibile dal fronte dei materiali, resi quasi con del realismo fotografico, assieme ovviamente ad una illuminazione portentosa che reagisce all’opacità degli stessi. Come promesso da Insomniac, il gioco è il portabandiera e il primo presidio tangibile delle capacità della next-gen videoludica. Ma… c’è sempre un ma.
Difatti, se tecnicamente il titolo è eccellente, sul fronte gameplay c’è meno audacia di quella che ci aspettavamo. Insomma, con una potenza come quella a disposizione di questa esclusiva PlayStation 5, perché non osare sul versante del gioco in sé? Una libertà non pervenuta, con le tradizionali barriere ed ostacoli più e meno tangibili ci farà storcere qualche momento il naso, nulla di serio ma sicuramente un’opportunità sprecata sia per il fronte del game design in sé che per una delle meccaniche più discusse dell’intero apparato: i portali.
Non di solo Ray Tracing vivrà l’uomo
Il game design di Ratchet & Clank Rift Apart rimane identico al titolo precedente del 2016, siamo dinnanzi ad uno sparatutto in terza persona in cui ci serviremo di un numero di armi fortunatamente sufficientemente diversificato fornito dalla nostra Signora Zurkon, venditrice automatizzata che ci fornirà tutto l’armamentario di cui abbiamo bisogno: si va da armi a raffica pensate per ingaggi ravvicinati ed evasivi fino ad armi più adatte a chi vuol giocare alla distanza forte dell’uso dei ripari. Per chi è più temerario ci sono poi gli equivalenti degli shotgun che consumano maggior energia ma ci offrono risultati in termini di potenza di arresto decisamente maggiori. Grazie all’uso del DualSense PS5 riceveremo un feedback aptico ed un grilletto adattivo personalizzato per ogni arma, un dettaglio quanto più gradevole ed importante.
Ma un punto dolente è senza dubbio caratterizzato dai portali di cui vi abbiamo parlato prima, decisamente troppo statici e meno spettacolari del previsto. Il tanto declamato rift dimensionale non va mai oltre certi limiti, mostrando come non si tratti di null’altro se non di sequenze di script… esso verrà impiegato principalmente per permetterci spostamenti strategici altrimenti difficili da realizzare, come nel caso della navigazione ai livelli, o altrimenti, come dispositivo narrativo nelle cutscenes per giustificare un cambio di location o l’arrivo di nuovi nemici da combattere. Nulla che ci lascia a bocca aperta come ci aspettavamo, qualcosa che gli sviluppatori avrebbero potuto sfruttare meglio.
Gli ostacoli: puzzle ed arresti improvvisi…
In ogni viaggio degno di nota ci sono degli ostacoli da affrontare, alcuni brutti, alcuni belli, e di certo non siamo da meno neanche in Ratchet & Clank Rift Apart, dove non mancano tra una sequenza esplorativa ed un combattimento dei momenti dove il Lombax (e noi che lo muoviamo) dobbiamo riporre il ferro e tirar fuori il cervello. In gioco questi enigmi saranno principalmente trasmessi nelle sequenze del metaterminale di Clank, ma non solo; qui verrà fuori un lato decisamente fastidioso, ovvero la difficoltà semplificata, anche al grado massimo. Una riduzione che si vede e si riflette in tantissimi aspetti del titolo, non soltanto in questo ma ad esempio anche nei combattimenti generalistici con i minion o con i medesimi boss: la punizione estrema? Ricominciare a breve distanza dal punto in cui abbiamo perso. Qualcosa che ci fa scuotere la testa come è ovvio.
Ci sono poi i comprensibilissimi ma pur tangibili errori di codice del day one, come gli arresti improvvisi in certi luoghi ben precisi ed alcuni bug risolti sicuramente dalla patch, ma anche alcune problematiche sul fronte audio o di pathing dei nemici che molto spesso finiscono per andare ad incastrarsi nel luogo sbagliato, restando intrappolati. La sensazione finale che si ha completando l’opera in toto è in qualche forma mancante… c’è la felicità di aver vissuto una nuova esperienza con i nostri beniamini, la bellezza di un titolo quantomai ricco sia visualmente che materialmente, ma che purtroppo non è perfetto.
Ratchet & Clank: Rift Apart è un esclusiva imperdibile che ogni possessore di PlayStation 5 non può perdersi, la prima esperienza tangibile delle potenzialità della next-gen che rimarrà nella nostra memoria specialmente per il grado profondo e lussuoso di eccellenza tecnica che manifesta in ogni sua manifestazione ludica – che purtroppo perde qualche asticella, particolarmente nel gameplay in sé, che soffre di limiti strutturali in termini di gameplay. Limiti che possono essere tranquillamente perdonati assieme ad alcuni bug fastidiosi in via di risoluzione che non danneggiano un viaggio in compagnia dei nostri due (ora tre!) beniamini all’insegna di spensieratezza e divertimento.
Di seguito, vi rimandiamo alle nostre guide dedicate a Ratchet & Clank Rift Apart:
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