Shadow Fighter: picchiaduro all’italiana

A vedere le pessime conversioni Amiga dei vari Mortal Kombat e Street Fighter, verrebbe da pensare che il super computer Commodore avesse un vero e proprio problema coi picchiaduro a incontri… A dispetto di questa supposizione, il 16 Bit più amato di sempre, poteva invece sfoggiare un discreto parco di titoli a tema, molti dei quali sviluppati in economia da team ansiosi di regalare ai suoi possessori l’ebbrezza dell’Hadouken. Tra i vari progetti legati a questa singolare etnia di beat’em up, spicca senz’altro per completezza il possente Shadow Fighter dei N.A.P.S. di Messina, il quale resta probabilmente il migliore esponente della categoria, assieme al leggendario Body Blows del Team 17.

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Il repertorio marziale a disposizione di ognuno dei 16 personaggi presenti nel rooster veniva esaltato da animazioni piuttosto fluide, le quali brillavano particolarmente in ambito Colpi Speciali.

 

A trasformare l’opera di Domenico Barba e Fabio Capone in un vero e proprio classico del suo genere, sarebbero intervenuti diversi fattori, non ultimo il notevole comparto grafico a base di coloratissimi scenari, imponenti sprite e molteplici layer di parallasse. Dovendo tuttavia individuare il punto forte dell’intero lavoro, saremmo in ogni caso propensi a premiare la robusta intelaiatura strutturale alla base del suo sistema di controllo.  Oltre a rivelarsi assai performante, l’interfaccia di comando pareva difatti non patire in alcun modo il vincolo che legava l’esecuzione di qualsiasi colpo alla pressione dell’unico tasto “fire” a disposizione dei Joystick Amiga. E questo è davvero un record se si considera che ognuno dei 16 personaggi disponibili disponesse di ben 25 mosse differenti!

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Shadow Fighter debutto su Amiga 500 e Amiga 1200 nel 1994, salvo poi approdare anche su Amiga CD 32 nel corso dell’anno successivo.

 

Apprezzato pressoché incondizionatamente da tutti gli appassionati dell’epoca, Shadow Fighter ottenne numerosi riconoscimenti anche dalla stampa specialistica, riscuotendo giudizi entusiastici sia in Italia che all’estero. Non è d’altronde un caso che, ancora oggi, i suoi artefici ricevano elogi da parte di fan ansiosi di mettere le mani su un suo eventuale remake iOS.

Attivamente Impegnato nel settore editoriale dal 2003, ha scritto per le più note riviste videoludiche italiane, concentrandosi spesso nell'area Retrogaming. Dopo aver pubblicato il saggio Storia delle Avventure Grafiche: l’Eredità Sierra, svolge ruolo di docente presso l’Università degli Studi Link Campus di Roma in collaborazione con la Vigamus Academy rivestendo, in parallelo, la carica di Vice Direttore del mensile multipiattaforma V.