Armello: la recensione di VMAG

L’altra sera ho rispolverato il mio Monopoli dopo due decadi. Si tratta dell’edizione limitata Star Wars di prima che uscissero i prequel; è un normalissimo Monopoli convertito con tanta pigrizia che il manuale delle regole menziona senza pudore le caselle del tabellone tradizionale e che il tracciato vanti la presenza del quantomai obsoleto gendarme pronto a condurre in prigione le proprie vittime, ma ammetto che il poter adoperare la pedina in metallo di Darth Vader per comprare il tempio Massassi sia la vera forza motrice che ne ha giustificato l’acquisto all’epoca. Visto il mio essere grande fan di Guerre Stellari ho sempre voluto riprendere in mano quel particolare gioco in scatola, ma mai nessuno ha desiderato sottostare al mio capriccio, mi è toccato esiliarlo controvoglia tra le mensole più remote e polverose del salotto. La motivazione di tanto ostracismo è semplice: tutti hanno sperimentato quel fatidico momento in cui la partita risulta in stallo perché uno o più giocatori si rifiutano di scambiare proprietà dando il via a un’infinita guerra di logoramento che distrugge amicizie e rovina famiglie. Tra persone orribili e regolamenti permissivi è difficile definire con esattezza dove sia il problema, rendendo particolarmente arduo il giudicare con correttezza un qualsiasi Monopoly. Lo stesso destino colpisce anche Armello che, oltre ad avere un titolo tutt’altro che accattivante, è caratterizzato da tutti i pro e i contro dell’esperienze di gioco sociale che vorrebbe riprodurre.

Argh! Esagoni! Vade retro Civilization 5! Ah no, è un altro gioco.
Argh! Esagoni! Vade retro Civilization 5! Ah no, è un altro gioco.

Che cos’è Armello? Non è un insetto coperto di zucchero fuso né un armadillo travestito da personaggio di Death Note, bensì un videogame indipendente partorito dai League of Geeks che si pone come vero e proprio gioco in scatola impreziosito da animazioni e grafiche più che affascinanti. Le perplessità e i dubbi vengono subito messi in stasi nel momento in cui un cavaliere-lupo-antropomorfo apre la strada a conigli, topi e orsi con aspetto altrettanto umanoide ed epico. Il contesto fantasy, i colori vivaci, i disegni puliti investono come un’onda anomala di piacere e invogliano a buttarsi senza indugio nell’esperienza, mossi dalla sete di scoprire ed esplorare ogni anfratto della fantasia dei game designer. Il tutorial, molto ben congegnato, introduce agli elementi base e allo straccio di trama in maniera fluida ed efficiente, esplorando quanto basta i rapporti tra fazioni e rivelando i retroscena di un regno che, pur apparendo vivace e dinamico, è flagellato dalla decadenza di una piaga gangrenosa e dalla follia crescente di un sovrano un tempo benevolo e giusto. Il sistema di gioco si propone con una veste intimidatoria fatta di valori e dati che invadono lo schermo, ma non ci vuole molto a capire che l’importanza delle cifre sia effettivamente contenuta a meno che non si perseguano piani specifici che, quasi certamente, non potranno mai essere realizzati.

La plancia di gioco è caratterizzata da colori vibranti e appaganti, anche quando esseri tenebrosi stanno distruggendo le vite dei cittadini.
La plancia di gioco è caratterizzata da colori vibranti e appaganti anche quando esseri tenebrosi stanno distruggendo le vite dei cittadini.

A inizio partita il giocatore sceglie il proprio avatar tra 8 creature caratterizzate da atteggiamenti e abilità unici, aggiunge quindi un’accessorio capace di fornire bonus non indifferenti e si equipaggia un diadema utile a modificare una statistica a scelta. Si pescano le carte necessarie a riempire la mano, si giocano a piacimento in base alle proprie possibilità, ci si muove facendo riferimento ai punti azione del personaggio, si combatte con il lancio dei dadi e si accumulano tesori fino a raggiungere l’obiettivo finale di detronizzare un vecchio leone malato che si regge a stento appoggiandosi alla sua spada. La vittoria si può perseguire intraprendendo una delle quattro vie: sconfiggere il re in combattimento, annichilirlo con il potere di quattro cristalli magici, attendere la sua morte naturale accattivandosi i favori del popolo o abbandonarsi completamente alla corruzione della peste e superare in perfidia il regnante. Qui si manifestano i primi problemi. Di fatto le condizioni di vittoria sono tutt’altro che bilanciate. Per giocare sul sicuro basta puntare sull’accumulo di prestigio, ostracizzare come possibile gli avversari con discreto talento combattivo e attendere fedelmente il decorso dei turni e la susseguente vittoria politica arrivando al conteggio dei punti. Altrettanto facile, ma non accessibile a ogni pedina, è la vittoria militare che comporta tuttavia un numero maggiore di rischi, tra cui quello di uccidere il re e cadere a propria volta per le ferite ricevute nel duello, regalando la vittoria a terzi e umiliando il proprio casato. Se racimolare le gemme risulta arduo a causa della loro generazione casuale sul tabellone di gioco, inoltre, il successo per pestilenza si rivela quantomai improbabile sia perché necessita di un’estrema fortuna con le carte sia perché puntare a questo genere di strategia appesantisce con malus strazianti e ingiustificabili.

Ho provato più volte a cedere al lato oscuro della putrefazione, ma non sono mai andato sopra i 4/5 punti.
Ho provato più volte a cedere al lato oscuro della putrefazione, ma non sono mai andato sopra i 4/5 punti.

Una partita ad Armello non è affatto come una sfida a scacchi, si tratta di uno sfogo ludico tacitamente succube alle leggi del caos e ogni partita, per quanto divertente, verrà risolta da fattori del tutto estranei alla strategia lungimirante. Dal Gioco dell’oca a Atmosfear sono parecchi i titoli di questo genere che fanno affidamento su un’intrattenimento spensierato e ingenuo, confidando nella piacevolezza dell’interazione sociale derivante dal contesto conviviale, ma Armello è un videogame e non prevede di certo che la gente si segga attorno a un tavolo sgranocchiando snack e bevendo intrugli a base di zucchero e gas. L’intelligenza artificiale degli avversari regge per qualche ora, ma presto ci si accorge sia molto difficile perdere e che la partecipazione dei bot sia più utile a creare un climax drammatico che a essere una vera e propria sfida da sormontare. Vista la (grave) mancanza di un’opzione che renda più stimolante il gioco in singolo, non resta che fare affidamento al multiplayer online che, a sua volta, deve vedersela con grane minori. Essendo un videogame di “nicchia” i server non sempre hanno la fortuna di ospitare il numero di utenti indispensabili per avviare i match, ma anche nel caso è facile che i concorrenti, visti i tempi decisamente più lunghi delle reazioni umane, decidano di abbandonare anzitempo poiché nell’attesa del proprio turno non è quasi possibile interagire con quello che succede sullo schermo. Non essendovi una vera chat, non essendovi azioni o carte da giocare contestualmente, essendo le possibilità di ostracizzare gli avversari limitate, cinque minuti su sei sono trascorsi a fissare lo schermo con occhi bovini e spirito da cernia.

Le vedete tutte quelle carte sulla sinistra? Immaginatevi di dover aspettare che il giocatore debba leggerle tutte, quindi moltiplicate per tre.
Le vedete tutte quelle carte sulla sinistra? Immaginatevi di dover aspettare che il giocatore debba leggerle tutte, quindi moltiplicate per tre.

Armello è un gioco con grafiche e atmosfere assolutamente strepitose. Dall’opening alle carte fregiate da illustrazioni animate, il carisma dello stile e dei protagonisti non può che portare orgoglio agli sviluppatori e allo staff, attirando fan di ogni età verso il loro lavoro. Una volta superata la mera estetica, tuttavia, il gioco ha ben poco da offrire se non un sollazzo passeggero e non continuativo. Bastava veramente poco a League of Geeks per offrire un prodotto raffinato e longevo: tabelloni diversi, una gestione delle carte che permettesse maggiori combinazioni, una più feroce interazione tra giocatori e missioni secondarie costruite in modo da creare zizzania avrebbero impepato parecchio questo gioco da tavolo bello quanto blando. Armello resta altresì un gioco più che dignitoso e la mia amarezza è fortemente legata alla convinzione ne sarebbe potuto venire fuori qualcosa di memorabile, ma se non vi saranno aggiornamenti sostanziosi non potrò che vederlo al pari di uno Splat! senza insetti di plastilina da schiacciare.

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