Ultimamente aveva fatto scalpore come la versione PC di Batman: Arkham Knight fosse stata convertita orribilmente fino a rivelarsi ingiocabile, ancora prima era stata Ubisoft ad affrettare l’uscita di Assassin’s Creed: Unity con conseguenze nefaste… ebbene i britannicissimi Consumer Right Acts hanno introdotto nuove normative che salvaguarderanno i sudditi del regno nel caso queste nefandezze dovessero verificarsi nuovamente. Le nuove tutele impongono alle società che trattano contenuti digitali (quindi libri, film, musica e, ovviamente, videogame) di offrire un rimborso totale ai clienti che si troveranno in mano un prodotto difettoso e che ne faranno domanda. Non solo, ma la legge prevede che i prodotti debbano essere “di qualità soddisfacente, basandosi sulle aspettative di una persona ragionevole, prendendo in considerazione il prezzo.” Abituati al nostro sistema legislativo, verrebbe subito da pensare che questo passaggio non sia altro che un cavillo utile per evitare quanto decretato dagli atti, ma il lungimirante sistema inglese chiarisce pubblicamente gli estremi di riferimento facendo esempi semplici e comprensibili.
Questo aggiornamento, inoltre, permetterà all’utenza inglese di formare delle class action in puro stile statunitense, prassi che ha portato in passato la Electronic Arts a sborsare decine di milioni di dollari per aver sfruttato illegalmente l’immagine di numerosi sportivi. Le nuove norme, insomma, sono decisamente interessanti e, pur non garantendo un improvviso miglioramento dei servizi, dovrebbero riuscire a proteggere gli acquirenti dai problemi sempre più frequenti di un’industria che non riesce più a stare dietro ai ritmi del mercato, arrivando a bruciare le tappe o a introdurre complicazioni superflue pur di attutire i costi. Sarebbe bello che anche l’Italia dimostrasse tanta dedizione e agilità nell’affrontare i problemi contemporanei (soprattutto nei settori più urgenti), ma per ora temo saremo condannati a somatizzare i fastidi derivanti da server ballerini e bug fiaccanti.