Smartphone e videogames: un binomio di successo

Il mondo dei vecchi videogiocatori è sempre stato un po’ snob nei confronti di quello mobile. Certo nessuno ha mai negato di divertirsi con Snake, ma i cugini “minori” di consolle e PC sono sempre stati additati come passatempi di poco conto, almeno fino all’avvento degli smartphone (no, il Nokia N-Gage non si conta). In effetti il fenomeno delle applicazioni videoludiche è così sviluppato da convincere molte aziende storiche – dalla Nintendo alla Konami – a far slittare il proprio interesse anche su supporti che non avevano mai considerato prima e a finanziare ingenti indagini di mercato che ne sondino i misteri. Proprio in questi giorni la ISFE (Interactive Software Federation of Europe) ha presentato i risultati di una ricerca compiuta da Deloitte che evidenziano come i videogiochi per cellulari siano oramai in testa all’economia digitale e il come l’industria europea ne sia la principale forza motrice. Le poche barriere e le flessibilità lavorative dell’Unione Europea (almeno finché durano) hanno permesso le creazione di una miriade di piccole aziende capaci di essere economicamente indipendenti e dare di che mangiare a ben 21.000 dipendenti.

Solo gli Angry Birds sembrano destinati alla pensione.
Solo gli Angry Birds sembrano destinati alla pensione.

È interessante notare come, secondo questi dati, l’utenza media preferisca di gran lunga i titoli free con transazioni interne, solo una coriacea minoranza si rifiuta ostinatamente di fare acquisti in-app o pagare sull’unghia un prezzo intero. Questo dettaglio, oltre a comportare uno stravolgimento del game-design per come lo conosciamo, frutta anche ragguardevoli incassi (stimati per 20 milioni di euro) e una costante quanto veloce crescita del settore.  Non sorprende pertanto che la tradizionale e dispendiosa industria videoludica, incapace da sempre di convincere i giocatori a sostenere le micro-transazioni all’interno di prodotti pagati per intero, stia rivalutando le proprie priorità per concentrarsi sulle nuove clientele e ricavarne utili continui e rinnovabili. Resta da chiedersi cosa ci aspetti per il futuro e se le consolle non siano destinate a trovare la stessa fine delle ormai estinte sale giochi.

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