A distanza di 28 anni dalla sua nascita, l’originale, coinvolgente e sanguinolento titolo che vede il più stereotipato sport americano di sempre mescolarsi ad uno degli universi fantasy maggiormente conosciuto e apprezzato, è oggi pronto a fischiare l’inizio di nuove, innumerevoli e spietatissime partite all’insegna della sportività (poco) e della violenza (tanto); Blood Bowl II, sviluppato dalla Cyanide Studio e pubblicato dalla Focus Home Interactive, è un’interessante incrocio tra due generi apparentemente molto distanti tra loro, uno lo sportivo, più nello specifico il football americano, e l’altro lo strategico a turni, con tanto di dadi e quadrettato, accomunati da un’ambientazione e un mondo di grande successo capace di prestarsi a spin-off e rivisitazioni varie con grande elasticità e carattere, in questo caso anche con ironia e ingegno: ovviamente stiamo parlando dell’intramontabile Warhammer, con tutti i suoi tratti, le iconiche razze ed uno stile unico ed inconfondibile, impossibile da non amare e apprezzare. Ricalcando le orme del primo capitolo uscito per Xbox 360 nel 2009 e in innumerevoli altre versioni e piattaforme successivamente, questo vero e proprio seguito promette di essere una versione assolutamente migliore tanto esteticamente quanto funzionalmente del precedente, pur rimanendo fedele a quel regolamento che da quasi tre decadi ci regala esperienze di raro divertimento e frenesia; riuscirà Blood Bowl II nel suo intento? Scopriamolo insieme!
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Iniziamo con il dire che questo secondo capitolo, essendo disponibile per PlayStation 4, Xbox One e PC, riesce a sfruttare la vasta e a lungo sopita tecnologia next-gen veramente bene e in grande stile, vantando una grafica indiscutibilmente curata e gradevole, ben fatta e esteticamente appagante, ma anche molto fedele e immediatamente riconducibile a quel brand leggendario ideato dalla Games Workshop. Penso seriamente sia impossibile non rimanere a bocca aperta almeno una volta nell’osservare la cura nel dettaglio dei molteplici stadi, tutti traboccanti di incalliti tifosi ma anche di riferimenti e simboli che non potranno certo rimanere inosservati da chi di Warhammer veramente se ne intende. Squadre e giocatori, poi, sono resi ora con maggiore cura e realismo, permettendone la customizzazione e la possibilità di scegliere tra diversi volti per ogni razza (otto iniziali ma con sicure aggiunte in seguito), spesso anche differenti da ruolo a ruolo, andando così ad evitare quel fastidioso effetto “clone” che, giustamente, infastidisce la maggior parte, me in primis. Passaggi, attacchi, spinte, movimenti e colpi bassi saranno un vero e proprio piccolo show: durante questo tipo di azioni la telecamera si avvicinerà al cuore della scena, permettendoci di osservarla da vicino in tutto il suo splendore e in un delizioso rallenty. La furia e la potenza dei colpi dei PelleVerde sarà tale da sembrarci reale, l’agilità e la scioltezza dei movimenti degli Elfi, tanto quelli Alti quanto quelli Oscuri, ci farà sentire in campo con loro, mentre i Troll… bhè, i Troll non sempre sono particolarmente interessati a seguire i nostri comandi, quindi potrebbe capitare che invece di scagliare via il nostro alleato per qualche miracolante e strepitosa strategia, venga preso dall’appetito e… lo divori… e questo è decisamente qualcosa che non vorremo percepire.
Il sistema di gioco rimane per lo più il medesimo, se non quasi lo stesso, del capitolo precedente, vantando però alcune migliorie che, nell’insieme, riescono a far funzionare il tutto in modo più elegante e incisivo, primo tra tutti i tempi di gioco: non preoccupatevi, non ci saranno partite capaci di raggiungere e superare i 150 minuti come poteva succedere nella versione da tavolo a seconda del regolamento utilizzato, ma saranno pur sempre abbastanza lunghe, mediamente della durata di 20/30 minuti l’una, spesso anche oltre, che per alcuni potrebbe non essere la cosa più leggera e disinvolta del mondo. Va però considerato che, a differenza della vecchia versione, in Blood Bowl II ci sarà una telecronaca molto più ironica, coinvolgente e incalzante, capace tanto di divertirci quanto alleggerire la tensione e l’attesa, per non parlare della presenza delle già citate azioni, veri e propri mini-spettacoli di cui non riusciremo più a fare a meno e che davvero non stancano mai. Nonostante la forte componente strategica, capace di assorbire non poco tempo di gioco, sarà impossibile per chiunque non uscirne piacevolmente intrattenuti, tanto nella vittoria quanto nella sconfitta. Caratteristica indiscutibilmente positiva, inoltre, è l’immediatezza del sistema di regolamento, capace di essere facilmente compreso e intuito da chiunque, anche da chi di Blood Bowl non ha mai sentito parlare; ciò che aiuta maggiormente tanto nella rapidità d’apprendimento quanto nell’acquisizione del sistema di regolamento è un attento e funzionale coinvolgimento visivo dei tiri di dado e dei risultati, oltre che un feedback istantaneo sulla nostra percentuale di successo o fallimento delle azioni che vogliamo intraprendere prima di metterle effettivamente in pratica.
Blood Bowl II offre diverse modalità di gioco, alcune più interessanti di altre, come l’inedita Campagna, una vera e propria avventura in single player che fa anche da tutorial e che ci permetterà di prendere le redini della Reikland Reavers, squadra ormai in declino composta da umani e che sarà nostro compito portare a nuovi e (im)meritati lustri, affrontando anche situazioni spesso palesemente sfavorevoli e scorrete, ma d’altronde si sa, bisogna sempre essere pronti a tutto, compreso un arbitro goblin che di tanto in tanto prende a calci un membro del tuo team o un elicottero impazzito che si schianta e ti occupa il centro campo. La CabalVision ci permetterà invece di seguire in diretta le partite degli altri giocatori online, magari andando ad osservare ed apprendere da chi è più esperto di noi, ma anche rivedere in relax le nostre stesse sfide, vinte o perse che dir si voglia. Ciò che purtroppo mi ha fatto storcere il naso è però la modalità multiplayer: per quanto abbia gradito e apprezzato le leghe e i tornei, in cui potremo creare nuove squadre da zero e segnarci in competizioni non molto amichevoli contro altri giocatori della stessa cerchia o continuare a progredire un nostro team nello specifico, ho sentito la mancanza di un semplice e diretto matchmaking che permetta di accoppiare sfidanti dello stesso livello o dalla simile esperienza in modo rapido e indolore, senza troppi fronzoli di circostanza. E’ chiaro che un titolo come Blood Bowl II è capace di dare il meglio di sé proprio online, dove può permettersi di brillare di vera e propria luce propria, sarebbe stato quindi indiscutibilmente meglio spendere quante più energie possibile per aumentarne le modalità e le opportunità di gioco per questo fronte, anche sacrificando la Campagna che, per quanto gradevole e funzionale, lascia facilmente il tempo che trova. Le leghe e i campionati offrono sicuramente quel qualcosa che gli amanti del genere sportivo non potranno che apprezzare, assicurando molte interazioni ben fatte e interessanti, ma la mancanza di un semplice e diretto scontro online tra pari forze, rapido e indolore, sembra più una dimenticanza che una feature voluta.
In definitiva Blood Bowl II è un titolo principalmente dedicato ai fan, tanto dell’ambientazione fantasy warhammeriana quanto dei giochi strategici a turnazione, strizzando l’occhio a quella cerchia di nostalgici che ha speso una ricca percentuale della propria vita su tavolate farcite di dadi e miniature, probabilmente dipinte da sè. Immediatezza di gioco con un sistema di regolamento rapido da apprendere ma impegnativo da specializzare, impatto visivo indiscutibilmente appagante e con un appeal tutto suo, e una profondità di gioco degna dei più validi strategici, capace di offrire innumerevoli modi diversi per affrontare ogni partita grazie a razze diverse con ruoli unici per ognuna, formazioni improntate alla variazione, abilità uniche per ogni giocatore, cheerleader mezze nude pronte a ballare ed esultare ad ogni touchdown (non importa se nostro o avversario, ogni volta è una piccola vittoria per chiunque), inaspettati eventi meteo o dalla folla capaci di sconvolgere le sorti dello scontro, la possibilità di infierire quanto più brutalmente possibile ai danni degli avversari a terra (possibilmente quando l’arbitro non guarda o non è intento a prendere a calci qualcosa o qualcuno) e tante, tante altre piccole grandi cose capaci di strappare un sorriso ma stupire per la loro genialità e capacità di rigioco, permettono a questo titolo di assicurare vaste e vaste valangate di ore di puro e coinvolgente divertimento, nonostante il suo multiplayer, fondamentale a dir poco, possa non risultare sempre immediato come dovrebbe, e le non poche partite durare decisamente più del previsto; ma ora bando alle ciance, preparate il vostro schieramento, le tattiche migliori e i giocatori più agguerriti e tenaci, la prossima squadra che potreste trovarvi ad affrontare potrebbe proprio essere il Team Vigamus!
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