Synergia Recensione – Amore, androidi e cyberpunk

Synergia Recensione Versione PlayStation 4 |Il 2020 è stato un anno particolare per tutti noi, la pandemia è stata inaspettata e terribile per molti. I videogiochi, per fortuna, sono venuti in nostro soccorso e ci hanno permesso di passare il periodo di obbligatoria reclusione in maniera più leggera. Si può dire che fosse pure l’anno del genere cyberpunk (nel bene e nel male), basti pensare a giochi come Ghostrunner, Virtual Verse, Watch Dogs: Legion e all’indimenticabile Cyberpunk 2077. Tra di loro però si annida un titolo che è passato inosservato, spodestato dalla grandezza dei suoi cugini Tripla A, chiamato Synergia. Una visual novel di stampo cyberpunk-yuri, sviluppato da Radi Art e Top Hat Studios e disponibile su PlayStation 4, PC e Nintendo Switch. Perciò, bando alle ciance ed inoltriamoci in questo racconto.

Synergia

Synergia non è una storia per tutti

Essendo una visual novel, la storia è al centro di tutto. Il gioco ci immette in un ambiente di un futuro non precisato, su un pianeta estraneo, dentro una metropoli imperiale tecnologicamente avanzata dai tratti tipici del cyberpunk. In questa città gli esseri umani, i cyborg e gli androidi vivono e coesistono, ovviamente gli androidi hanno il ruolo unico di servire i restanti due. Qui interpreteremo Cila, una ragazza-cyborg dal passato turbolento e facente parte di un corpo di polizia, nel ruolo di negoziatrice, atto ad intervenire quando i rapporti tra androidi e umani diventa pericoloso. La donna è un personaggio controverso e freddo, essa è affascinata dagli androidi ma nonostante ciò si mantiene distaccata da loro, dandone prova con il suo modello personale, Elaine, continuando a ripetersi che è solo una macchina negandone l’incredibile somiglianza che ha con gli umani. Nel momento in cui questa si rompe, perdendo i suoi dati, ipocritamente ne sente la mancanza. Volendo stare in pace, ma allo stesso tempo negando l’auto-solitudine imposta, decide di prenderne un altro. Una sua amica Yoko, personaggio che aumenterà d’importanza man mano che procederemo, viene a sapere della situazione di Cila e decide di dargliene uno gratuitamente. Qui entra in gioco Mara, la co-protagonista, è sarà proprio lei ad avviare la storia vera e propria, mettendo in discussione la visione che ha Cila verso gli androidi.

La struttura è divisa in capitoli, e ci è piaciuto molto che ad ogni nuovo livello si iniziasse con una citazione da qualche opera famosa che potesse descriverne il contesto narrativo (da 1984 di G. Orwell ad Akira fino ad arrivare alla Bibbia). Oltre a questo, abbiamo apprezzato la presenza di tutte e tre le “razze” del genere sci-fi perché spesso si tende a lasciarne solo due o addirittura una. Per coloro che sono a digiuno dello stile del titolo: i cyborg sono umani con potenziamenti tecnologici (organi, protesi meccaniche, chip e cosi via) il che può ricordare molto l’aria respirata in Cyberpunk 2077; mentre gli androidi sono macchine costruite e programmate dall’inizio alla fine e possiedono solo l’estrema somiglianza agli umani, non solo esteticamente ma anche emotivamente, nei modelli più avanzati.

 

La trama principale getta delle basi molto solide e profonde, soprattutto per i personaggi, ma purtroppo non ha la forza di svilupparle completamente lasciando in primis il rapporto tra Cila e Mara. Di fatto ci sarebbe piaciuto che gli autori prendessero più tempo per spiegare un po’ più del world building attorno alla storia. Sappiamo solo che il governo imperiale applica una politica espansionistica che sfocia di conseguenza nella guerra. Col l’aumento degli androidi e nata addirittura una nuova religione “umano-centrica”, che diverrà il culto principale dell’impero. Ed inoltre ci viene spiegato che il governo ha abolito la sessualità tra umani ed androidi (conseguenza del cambio di atteggiamento che le persone hanno avuto verso di loro), cosa che farà pesare la relazione tra Cila e Mara. Essendo uno yuri, non vi sarà difficile immaginare dove andremo a parare, ovvero una storia d’amore tra le due ragazze (relazione tra umano e robot è detta “Mechanophilia”).

Tristemente anche questa manca di qualcosa, e dà l’impressione di essere alquanto forzata soprattutto nei momenti clue del loro rapporto. Partendo da una Cila chiusa ed indifferente verso Mara, ad arrivare a pochi giorno dopo il loro incontro ad affermazioni come “ti ho amato dal primo momento che ti ho vista” da parte dell’androide e viceversa. Questo ci ha lasciati perplessi, in quanto lo sviluppo sembra più quello di un amore genitoriale o fraterno, che di una storia dall’amore passionale e carnale. Certo son degni di nota i dialoghi inerenti ai conflitti interni della protagonista, ben scritti e che intrigano il giocatore, e alle conseguenze che rischia di avere. Ma saranno ben pochi i discorsi memorabili o profondi come quelli, saranno invece più impresse le scenette comiche nei momenti liberi tra le due protagoniste.

Non si può dire che sia un opera completamente originale, infatti molti degli argomenti sono già stati usati in passato. Lo schiavismo degli androidi, nonostante la quasi uguaglianza con gli umani in tutto e per tutto, e le relazioni che ne susseguono erano alla base di Detroit Become Human (lo stesso ruolo di Cile può ricordare il lavoro di Connor). Le fatidiche 3 leggi della robotica di Isaac Asimov sono riportate pure qui, anche se in chiave alquanto astratta rispetto ai libri dello scrittore di fantascienza. Infine, tutto il contorno della società avanzata e delle persone che ci vivono ricordano molto gli ambienti di Blade Runner o di Akira. Diamo nota al coraggio per le tematiche affrontate, che anche se possano essere già state trattate in visioni differenti, sono sempre motivo discussione. Motivo per cui ad alcuni la storia non potrebbe prendere completamente.

Synergia

Synergia ed il suo “gameplay”

Qui le cose si fanno complicate ed alquanto deludenti. Essendo una visual novel ci aspettavamo si tante linee di testo e di dialogo ma anche molte interazioni che avrebbero potuto portare a più finali o addirittura ad un rapporto diverso con le persone. Beh… sarete delusi quanto noi. La nostra unica e possibile azione da compiere nel gioco sarà premere un tasto per poter mandare avanti i dialoghi e un altro per compiere un’azione specifica al momento giusto (4 in totale nel gioco). Altrimenti si potrà impostare l’opzione dei dialoghi automatici che manderanno avanti la storia per noi, cosi facendo potremmo lasciare il nostro joypad sul comodino a fare la “muffa”. Questa cosa è risultata per noi ripetitiva e noiosa a lungo andare. Inoltre, l’assenza del salvataggio automatico potrebbe risultare fastidiosa per molti, in quanto salvare i dati sarà un’azione manuale e ci porterà nell’esatto punto di dialogo con cui ci eravamo fermati.

Per quel che riguarda le scelte, nella durata complessiva del gioco che si aggira sulle 6 ore circa, sono solo 3. Di cui 2 porteranno solo al cambiamento di alcuni dialoghi senza relative conseguenze per il futuro, mentre l’ultima comporterà l’ottenimento di uno dei 2 finali. Questa cosa non ci è per niente piaciuta, capiamo la durata del titolo, però sarebbe stato apprezzabile uno sviluppo più diramato e con più possibilità di progressione. La nota più dolorosa di tutte, con il quale abbiamo faticato fino alla fine, è il muoversi tra i comandi e le scelte. Infatti, salvo nelle opzioni in game (con il quale potremmo interagire per salvare, accelerare i dialoghi o rileggere gli ultimi discorsi), saranno ingannevoli in quanto, facendo l’esempio con le scelte, l’opzione selezionata non sarà quella illuminata, bensì quella oscurata. Solitamente è il contrario, ed infatti abbiamo sbagliato più volte per via di questa caratteristica.

Synergia

Synergia ci immerge nel cyberpunk graficamente…

La grafica di Synergia ha lati positivi e negativi. Come molti giochi del genere è normale possedere poche animazioni, specialmente per quel che riguarda i personaggi. Ma qui il massimo che potremmo vedere sarà il cambio di sopracciglia per la protagonista e di altri personaggi; mentre Mara avrà, oltre a diverse espressioni, anche differenti pose del corpo. A lungo andare, vedere non cambiare nulla o poco niente tende ad annoiare. Invece siamo sodisfatti dei disegni e dello stile che hanno. Per coloro che hanno letto Ghost in the Shell o qualche manga di Tsutomu Nihei, saranno famigliari con il tratto di disegno che ci accompagnerà nel gioco. Le scene scelte sono azzeccate per le situazioni rappresentate, ricalcando molto bene lo spirito del cyberpunk seppur avendo spesso la stessa inquadratura con variazioni misere come l’ora del giorno o le luci della città.

…e musicalmente

Molto adeguata e ad effetto è anche la colonna sonora che ci accompagnerà nei momenti d’azione, di gioia e di riflessione. Composta principalmente da musica synthwave, tipica nell’ambiente sci-fi o del genere cyberpunk. Unica pecca, e motivo di diminuzione del volume a volte, è che non avremo un ampissimo comparto audio, in quanto dopo aver sentito un paio di sottofondi ci renderemo conto che saranno riciclati e riutilizzati per altre situazioni. Gli effetti sonori come la pioggia o il caricare un’arma o lo sbattere una porta sono ben fatti ed impatto per la scena nei quali avvengono, dando una sensazione differente ogni volta che si sentono. Un esempio sono gli spari in lontananza, durante una scena esente da musica in background, che certamente mettono ansia anche al giocatore e obbligandolo a stare sull’attenti ad ogni linea di dialogo.

In conclusione Synergia va presa per quella che è: una storia dalle dinamiche profonde, costruita sulla base delle visual novel. Un racconto di un amore non permesso e di un oppressione ai danni della razza degli androidi, che vanno a delineare un ambiente ostile, corrotto e di continua censura e conflitto. Certo però non è difficile capire perché non sia brillata come opera, rispetto ad altri esempi della sua categoria. L’incompleto sviluppo delle tematiche affrontate e di una relazione un po’ troppo spinta, rendono Synergia un occasione sprecata per raccontare qualcosa di molto complesso.  

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