Emergency Call 112 Recensione: acqua non solo sulle fiamme

Emergency Call 112 Recensione| Il mondo dei simulatori è pieno di prospettive e di opportunità per vivere esperienze videoludiche molto accurate ed immersive, ma quando si può parlare di un titolo di questo genere ben realizzato? Si tratta di una domanda difficile a cui rispondere: la tipologia di esperienza in questione  molto spesso è protagonista di una difficoltà basata sul bilanciamento fra l’esperienza dell’utente e il grado di realismo. Da un lato c’è l’esigenza di realizzare un videogioco che sia piacevole da fruire, che soddisfi la nostra utenza convincendola a investire il suo tempo col nostro prodotto, mentre dall’altro c’è la necessità di proporre un’opera interattiva che dipinga ciò che si vuole simulare nella maniera più realistica e profonda possibile. Entrambi i bisogni palesano delle sfide ben precise, costruite sullo stato dell’arte del Videogioco moderno.

La simulazione in particolare, fra la giungla della game industry, è uno dei generi che soffre del maggior numero di concorrenza possibile, causa anche un fenomeno parzialmente superato, ovvero quello dei “Simulator”, un filone esemplificato bene da Goat Simulator o giochi simili, che finiscono per configurarsi come titoli poco seri e di pessima qualità. Ma anche l’altra sfida, ovvero quella di presentare un prodotto realistico finisce per rendere molto delicato il passaggio di bilanciamento di sopra. Dove si trova dunque la risposta? Come quasi sempre, nel mezzo; in verità è proprio questo l’Uovo di Colombo di un buon simulatore, un’armonia fra l’esperienza e la sua giocabilità.

La recensione di quest’oggi è dedicata ad Emergency Call 112, opera di AeroSoft GmbH che ci offre la possibilità di vivere le avventure di un Soprintendente della Stazione dei Vigili del Fuoco di Mülheim, una delle stazioni più moderne e all’avanguardia di tutta Europa. Avremo l’opportunità di guidare ciascun mezzo e controllare il suo equipaggio, mentre affrontiamo giorno dopo giorno una serie di missioni che spazia da elementari a tremendamente difficile. Senza indugio dunque indossiamo la tuta ed immergiamoci a pieni polmoni (è il caso di dirlo) nel mondo dei pompieri.

Emergency Call 112
Terminato il briefing, rimaniamo solo noi e Hans a guardarci in faccia, a metà tra imbarazzo e incertezza.

I presupposti di Emergency Call 112 sono chiari e lampanti: ci viene presentata questa enorme stazione suburbana tedesca, posizionata strategicamente alle porte del paese che deve coprire. Non è un caso che si trovi lì, in quanto è abitudine consolidata della stragrande maggioranza dei servizi di soccorso quella di porre le loro sedi operative in luoghi di facile percorrenza, così da assicurarsi un intervento rapido in caso di necessità. La stessa cosa accade nella mia città e in nove casi su dieci, dunque almeno in questo senso si tratta di un buon espediente, e trattandosi poi di un simulatore ispirato alla realtà, anche la location in sé è la riproduzione di quella di Mülheim, come è possibile controllare su Google.

Il problema è che il tutto si ferma lì, il resto del mondo di gioco, fuori dalla stazione, è un’anonima città tedesca, senz’anima, quasi. Un lieve traffico di autoveicoli generci copiati con lo stampino e qualche passante per i marciapiedi saranno tutto ciò che romperà la monotonia dei nostri mezzi e dei nostri colleghi, neanche loro troppo loquaci. All’inizio di ogni partita ci troveremo alle sette del mattino dinnanzi alla stazione, con una “quest” che ci invita a partecipare al briefing mattutino, che sorprendentemente saremo noi a tenere. Molto interessante, che sia il novellino a comandare tutto quanto, ed in effetti sembra che siamo proprio noi a detenere la carica di “ufficiale in comando” operativo della caserma.

Emergency Call 112 dunque inizia in questo modo, qualche parola in inglese, ma attenzione che saranno solo quelle le uniche parole comprensibili, quantomeno per chi non conosce il tedesco. Proprio così, il gioco non è localizzato, dunque, chi non conosce l’idioma teutonico sarà condannato a tentare di farsi strada a tentoni. Le prime ore del nostro turno in caserma saranno scandite da un ciondolamento rampante: con noi e il resto dei nostri colleghi a vagare per le belle sale della stazione senza nulla da fare. La sede in sé è carina, ha i tubi per scendere velocemente alle autopompe, i bottoni per alzare le serrande dei garage e così via, ma non ci sono attitivà “immersive”, ambientali o minigiochi da svolgere, dunque in attesa di emergenze non potremo far molto.

Emergency Call 112
In attesa di un’emergenza, possiamo fare un test drive con i mezzi della caserma o contemplare le unghie necrotiche del nostro alter ego.

L’unica interruzione della monotonia in attesa di una chiamata in Emergency Call 112 è data dai “collaudi” dei vari veicoli che verranno effettuati regolarmente dai nostri colleghi; per prenderne parte, il modo migliore è quello di avvicinarsi al primo vigile che troviamo intento ad armeggiare con le macchine. A seconda che si tratti di una autoscala, una autobotte, un APS o un furgone, ci saranno diverse tappe da completare per il collaudo. Questa è una piccola ma preziosa oasi funzionale del titolo, in quanto non solo abbiamo modo di approcciarci agli accurati veicoli del gioco, ma possiamo anche sabotare i collaudi dei nostri compagni disattivando gli apparati che hanno sbloccato poco prima, osservandoli sadicamente mentre si affannano nel tentativo di farli funzionare.

Questo passaggio ci offre l’occasione di dare una nota di merito – seppur non sufficiente a giustificare il titolo – in merito al grado di accuratezza dei mezzi della caserma, totalmente interattivi e ricchi di funzionalità. Ad esempio, se vediamo una serranda che cela un vano strumenti, possiamo aprirla e rivelare il suo contenuto. Selezionare i vari elementi è semplice con l’overlay che si crea attorno alla sua sagoma, cosa che ci permette di tirare fuori ogni genere di attrezzatura dal mezzo. Si parte dalle manichette per l’acqua, fino ad estintori, attrezzi come il divaricatore o il necessario per soccorrere politraumatizzati come cucchiaio, collare, KED, per poi passare a strumenti sanitari come il defibrillatore, la borsa dei farmaci, le cannule o una semplice coperta termica.

Una nota a margine va fatta per le luci, elemento che è stato curato particolarmente bene. Ogni singolo componente luminoso di ogni mezzo è stato reso autonomo e gli schemi luminosi reali sono stati trasportati accuratamente all’interno di Emergency Call 112, cosa che ci fa ben pensare, se questo grado di fedeltà ed accuratezza verrà esercitato anche nella risoluzione dei numerosi problemi del gioco. Ci sono diversi modi di azionare luci e sirene, cosa che è ben apprezzata; si può fare sia dal pannello sopra la testa del nostro personaggio, sia con comodi hotkey della tastiera. Ma il problema per adesso è che non abbiamo ancora modo di utilizzarli, questi dispositivi di emergenza; aspettiamo infatti una chiamata.

Emergency Call 112
Una schermata a scomparsa ci permette di prendere il controllo di tutti i nostri colleghi disponibili, dandoci modo così di cambiare scarpe da conducente ad assistente e così via, senza troppe difficoltà.

I problemi di fondo di Emergency Call 112 in pratica sono due: il primo è la mancanza di supporto al giocatore. Non c’è un tutorial, non c’è una guida, una sezione aiuto, nulla. Siamo catapultati nella stazione dei Vigili del Fuoco di Mülheim come se dovessimo sapere cosa fare, e non è così. L’istinto ci dice di salvare la vita agli altri e il resto conta poco, ma il titolo non inizia nemmeno in medias res durante un incendio, cosa che sarebbe andata bene come sequenza introduttiva per spiegare il gioco, ma questa sezione manca completamente, di conseguenza, il giocatore brancola nel buio e l’istinto di chiudere il programma e chiedere un rimborso aumenterà sempre di più.

Il secondo problema è dato da delle meccaniche oscure e in certi frangenti ridondanti, complicate: la dualità del gioco, che ci permette sia di svolgere le attività in prima persona che comandando i nostri colleghi, non aiuta a barcamenarsi per il titolo. Premendo tab appare sullo schermo una finestra di “selezione unità” che ci permette di prendere il controllo di ciascun vigile della caserma, rappresentato sotto al suo veicolo dal distintivo. Si passa dagli assistenti, ai vigili, fino ai marescialli, in base alla gerarchia di ogni automezzo. Il nostro veicolo come soprintendenti sarà il furgoncino che funge sia da ponte radio che come mezzo di trasporto, ma nessuno ci vieta di salire su altri mezzi, se siamo disposti ad affrontarne le conseguenze.

Infatti, quando finalmente ci sarà una chiamata al dovere per noi, ad avvisarci ci saranno le sirene della caserma: se siamo opportunamente vicini ai garage, potremo vedere illuminarsi un led sopra al mezzo che è stato mobilitato, altrimenti dovremo fare affidamento alla voce tedesca del nostro superiore in sala radio che risuonerà per tutta la struttura comandandoci con encomiabile calma cosa dobbiamo fare. Questo è uno dei momenti più complicati e frustranti di Emergency Call 112, soprattutto per chi come noi per ovvie ragioni non capisce il tedesco. Guai a salire sul mezzo errato o a non muoverci, la medesima voce gracchiante e teutonica continuerà ad inveirci contro a ripetizione finché non ci daremo una mossa. La cosa migliore è farsi da parte e prendere il controllo dei nostri colleghi npc, una volta che saranno sul posto, così da risparmiarci troppi dolori.

Emergency Call 112
Giunti sul posto, come soprintendenti entreremo nella modalità tattica, in cui saremo chiamati a fare un report via radio della situazione e comandare i nostri equipaggi come più appropriato, alla Emergency, per intenderci.

Se riuscissimo a prendere una chiamata e in qualche modo giungere sul posto con l’aiuto dei colleghi png, arriverà finalmente il momento centrale di Emergency Call 112: ovvero la gestione delle emergenze. Non si scherza più, sono vite umane quelle che dobbiamo salvare… giusto? Non sempre: la prima emergenza che sono riuscito a prendere è stata il cliché più famoso dei Vigili del Fuoco, ovvero quello del gatto sopra l’albero. Ben tre automezzi, per un totale di otto pompieri coinvolti in una faccenda tanto elementare quanto stupida. Che si tratti di una missione di prova? Difficile dirlo, viste le difficoltà di cui ho ben speso poco sopra.

Nel bene o nel male, non ci resta che accogliere il nostro ruolo di soprintendente anche in un contesto operativo come questo, comandando attraverso la modalità tattica i nostri uomini e i loro mezzi. In questo caso la faccenda è intuitiva, ma non c’è nessun elemento diegetico o meno a fornirci un suggerimento su cosa andrebbe fatto. Comprendendo la banalità della situazione, possiamo comandare in autonomia l’autoscala o guidarla sotto l’albero, per poi montare sull’autoscala e agevolarci per soccorrere il felino in difficoltà. Ma questo non è così semplice come sembra, in quanto nel tentativo di espletare questa attività potremmo incorrere, come è avvenuto durante la nostra partita, anche in terribili bug.

L’autoscala sembra essere il mezzo più disfunzionale di Emergency Call 112, in quanto il tentativo di utilizzarla darà luogo a terribili effetti al limiti della fisica. La prima volta che abbimo provato a manovrarla verso l’albero, siamo finiti per schizzare in aria: in breve tempo abbiamo potuto apprezzare tutta la campagna di Mülheim e le gradevoli città al suo contorno, come Bieberfelde, mentre i nostri poveri colleghi dell’autopompa dall’altro lato della strada ci guardavano scomparire verso l’iperuranio. Non sono mancati altri risultati terribili, come quello in cui abbiamo osservato l’assistente della Florian DLK venire inghiottito dal suolo. Ultimo momento dai contorni paranormali che ci sentiamo di segnalare è quello che ha coinvolto lo stesso Hans che avevamo incontrato a fine del briefing, che ha cominciato a levitare a poca distanza dall’albero.

La conclusione con Emergency Call 112 può essere solamente una: si tratta di un gioco che non è semplicemente pronto ad essere messo in commercio. Al suo interno sono troppe le criticità anche solo per rimandare la richiesta di rimborso. I piccoli elementi di pregio come il dettaglio dell’uso degli automezzi e la bellezza della caserma di Mülheim vengono vanificati da un’esperienza che spazia dall’ironico al frustrante in breve tempo. Troppi bug e funzioni non spiegate rendono la sfida di approcciare un titolo dai presupposti interessanti come questo con voglia di confrontarsi, sensazione che svanisce più rapidamente dell’elio da un palloncino bucato.

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