Pascal’s Wager Recensione | Sarò brutalmente onesto con voi, non sono mai stato un grande fan del genere soulslike. L’idea del “gioca e rigioca” imparando con l’esperienza sul campo, attraverso numerose morti, non è mai stato un concetto che mi interessava appieno, finché non ho posato gli occhi su Pascal’s Wager. Originariamente uscito su mobile dalla compagnia TipsWorks un anno fa, il titolo era esattamente ciò che ci si aspettava da altri del genere: dotato di altari per riposare, pozioni di salute limitate e nemici estremamente ostici da superare. Eppure, il fascino di questa opera in particolare supera le aspettative e aggiunge dei twist: essendo un RPG/GDR Dark Fantasy, non c’è da meravigliarsi se abbiamo nelle nostre mani una ricca storia che ci invoglia a proseguire per sapere sempre di più sul mondo circostante, e vi garantisco che Pascal’s Wager accentua questa curiosità fino a livelli astronomici.
La transazione da mobile a PC è stata di certo movimentata e pericolosa, visti i rischi che potevano verificarsi, ma per i ragazzi di TipsWorks, ne è valsa totalmente la pena. A nome di VMAG, vi presento oggi la recensione di Pascal’s Wager, in uscita su piattaforma Steam il 12 marzo 2021.
Ci troviamo in un mondo imprecisato, ma con un passato estremamente raccapricciante: un giorno, la luce del sole è totalmente scomparsa, e al suo posto una fitta nebbia oscura ha impossessato le terre degli uomini, portando corruzione e follia. Tutto ad un tratto, anni dopo, la luce è eventualmente tornata, ma non quella di sempre: la testa di una creatura antichissima e mastodontica, conosciuta come il Colosso, brilla intensamente nella notte perenne, e l’umanità è ormai dispersa in comunità ristrette prive di vere e proprie organizzazioni di stato, con la Chiesa al centro di tutto. Nei panni di Terrence, una Guida scomunicata dall’istituzione religiosa, scopriremo di più sul passato della nebbia, il suo legame con il Colosso e il perché gli uomini vengano trasformati in mostri abietti noti come Deturpati, accompagnati da preziosi ma misteriosi alleati, ognuno con le proprie motivazioni. Sembra che il vecchio cavaliere sia anche in cerca di una donna di nome Teresa, la quale lo ha abbandonato a causa di un tradimento inizialmente sconosciuto, motivo in più per sapere cosa ci sia sotto.
La premessa sembra riciclata da altri giochi, ma le somiglianzeterminano qui: Pascal’s Wager focalizza la trama sulla figura di Terrence e sulla sua lotta interiore, tra perdono e redenzione, mentre il passato dei suoi compagni viene svelato mano a mano che si esplorano le loro intenzioni. Conosceremo già da subito Viola, Guida bandita dalla Chiesa, per motivi ignoti all’inizio, fino a fare conoscenza con Norwood e Benita. Il primo è un cavaliere con un passato raccapricciante pieno di violenza, mentre la seconda è una vecchia conoscenza di Terrence, una monaca cieca a causa di un grave crimine. L’elemento GDR si fa già vedere con i protagonisti: ognuno espande la storia generale del mondo conosciuto, e la vera ragione delle loro motivazioni suscita interesse e curiosità del giocatore, il quale non può che chiedersi cosa si celi dietro la maschera di una figura come Norwood, per esempio.
In Pascal’s Wager, potremo cambiare il tipo di personaggio fino ad un massimo di due. Avrete sempre Terrence come primario, ma il secondario spetta a voi.
Il gameplay di Pascal’s Wager è interessante e curioso. Da un lato, mostra chiaramente l’aspetto di un RPG con i fiocchi, con un sistema di talenti, equipaggiamenti e materiali consumabili usando tasti rapidi; mentre la presenza di altari, nemici ostici e boss che vi faranno secchi almeno una volta ricordano grandi capolavori come Dark Souls e Bloodborne. Quando accederete ad un livello, avrete una scelta da compiere, cioè quella del compagno da portare con voi. Terrence sarà sempre presente, essendo il vero protagonista, mentre Viola, Norwood e Benita sono gli alleati che presteranno servizio uno alla volta. Ma forse è bene parlare delle loro caratteristiche.
Terrence è il classico cavaliere, armato di due spade corte che gli permettono di assestare veloci colpi e precisi con poca gittata e di bloccare determinati attacchi con la parata. Avente il ruolo di classico personaggio equilibrato, sarà il più semplice da usare, con talenti adatti a potenziare la sua capacità di combo con la spada e tratti generali come la vita recuperata con le pozioni o la sanità mentale, argomento di qui parleremo dopo. Viola è la cosiddetta “glass cannon”, ovvero la fragile assaltatrice che può infliggere danni a distanza usando il suo fucile baionetta, cambiando diversi tipi di proiettili in base alla necessità del momento. Norwood è un po’ più complicato: il suo stile di gioco è quello di fare scontri prolungati e costanti, dove può abusare pienamente della sua enorme arma che funge anche da scudo impenetrabile, una bara ornata con punte e chiodi affilati. Benita è la più scaltra del gruppo, avendo una lunga frusta che le permette di colpire con relativa sicurezza, e dotata di eccezionale mobilità per ritirarsi.
Non ci sono limitazioni o giuste azioni da prendere: se volete completare l’intero titolo con Terrence e Norwood, allora siete ben accetti. Il gioco non sollecita a dover prendere scelte obbligatorie per i personaggi, dando libero gusto per chi adora nello specifico uno dei protagonisti. Ricordate lo stato di cui ho parlato prima? Questa è una meccanica completamente nuova che scopriamo solo su Pascal’s Wager. Quando combatterete contro i Deturpati per troppo tempo senza riposare ad un altare, i vostri personaggi perderanno lentamente sanità mentale fino a raggiungere lo status “Anomalo“. Durante questo stato, in base a chi starete utilizzando, avrete a disposizione malus e benefici che in base alla vostra preferenza vi saranno di grande aiuto. Utilizzando le pozioni della ragione recupererete la sanità e tornerete normali; ma ovviamente, sta a voi da decidere. L’Anomalo è ancora più accentuato durante le battaglie boss, dove subire troppi danni vi farà diventare Lunatici, facendovi cadere totalmente nella follia e potenziando il boss con nuovi attacchi e più potenza finché non viene sconfitto.
I livelli sono un’altra perla da dover discutere con attenzione. La figura del Colosso è ben visibile su ogni sfondo, essendo questa creatura la nuova fonte di luce per coloro che cercano salvezza. La fauna e la flora sono deformate e contorte, assumendo orribili aspetti, mentre gli essere umani vengono soggiogati dalla vista del gigante e di conseguenza cercano di venerarlo. Questi fanatici infestano ogni mappa assieme ai Deturpati e ai mostri che Terrence dovrà fare fuori. Che siano paludi, rovine di villaggi o montagne piene di cadaveri di innocenti, l’atmosfera cupa e inquietante soffoca positivamente il giocatore, ricordandogli che nulla è sicuro, e la morte aspetta dietro ogni angolo. Letteralmente.
Ma ora parliamo della componente GDR, forse la più entusiasmante: la ricchezza di storia vi farà sbalordire, pensando che in precedenza era un gioco interamente dedicato ad un’audience mobile, e quindi non troppo conscia di tale bellezza. Mentre sarete nella carrozza, Terrence potrà comunicare con tutti e tre i personaggi, ciascuno dei quali si aprirà sempre di più con il cavaliere se li aiuterete nelle loro richieste; mentre Glenn, il cocchiere, vi aiuterà con le provviste generali e sarà sempre disponibile nel caso vogliate tornare da un livello ostico. In base alla persona, ci saranno valute e pezzi differenti: Norwood è un enigmatico individuo che vi scambierà equipaggiamento dalle grandi statistiche, ma con malus che alla morte verranno persi per sempre; mentre Viola offre anelli fortissimi per un cristallo molto raro. La storia segue una linea dritta, mentre tutto attorno cambia in base alle scelte che farete nel corso dell’avventura, e gli esiti potrebbero differire in base a ciò.
Il carisma non manca a nessuno, e pian piano scopriremo sempre più cose sul loro passato, anche se alcune non sono proprio “piacevoli”…
La cura per questi personaggi è senz’altro notevole, segno della dedizione di TipsWorks. Avrete un grande rispetto per le azioni che li hanno condotti fino a voi, e per alcuni mostrerete persino compassione, perché nessuno è perfetto in un mondo di mostri, e Terrence lo sa molto bene. Anche se ho lodato notevolmente la parte GDR, non è sicuramente priva di difetti: per essere un degno gioco di ruolo, deve mettere grande enfasi su ogni aspetto dei personaggi e la storia è solo una piccola parte di questo. Il doppiaggio è abbastanza deludente, considerando che grandi scene sono smorzate dalle storpie urla che si notano troppo bene. Non solo, Pascal’s Wager soffre di una cosiddetta “Malattia di Dark Souls”, o come a me piace chiamarla. Che cosa intendo con questa affermazione? Molto semplice: è difficile, non vi nasconderò che sono morto parecchie volte, con attacchi talmente complessi e strani da memorizzare che faticavo a starci dietro. Anche se questo può sembrare una cosa normale, è bene che il bilanciamento della difficoltà sia posto ad un’altezza tale che ci sia un certa accessibilità anche ad un audience più inesperta, per catturarne la curiosità. Alcuni aspetti della localizzazione non sono stati definiti nel migliore dei modi, e si possono notare gravissimi errori di battitura nella lingua italiana, sfociando in strane e buffe parole senza senso.
In generale, vi posso dire con assoluta certezza che, nelle mie quasi 20 ore di gioco a Pascal’s Wager, non ho avuto un attimo di noia. Il gioco è accattivante nella sua complessa e nascosta trama, lo storytelling è bilanciato da un ricco gameplay e combat system che farebbe impallidire anche un titolo come Bloodborne, con tanto di abilità, talenti e mille modi per picchiare i vostri nemici. Con l’uscità su Steam il 12 marzo, non mi stupisco se ci sarà una grande fetta di giocatori che vorranno provarlo, perché sono stato entusiasta lungo tutta la mia esperienza con il titolo. A nome di VMAG, vi ringrazio di essere stati con me in tutta questa lunga lettura, e mi auguro di riavervi in una delle prossime recensioni!
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