Giocare a Tetris con gli schiavi non è una buona idea secondo Steam

Educare un pubblico in merito a temi particolarmente controversi è cosa assai difficile, specialmente quando il destinatario della lezione e del messaggio è generalmente un seduto dietro lo schermo di un PC. Tanti educatori sono incappati in problemi più o meno gravi durante lo svolgimento della loro missione e il team di sviluppo Serious Games Interactive, è incappato proprio in una brutta gatta da pelare. Il popolo di Steam non ha infatti accolto molto favorevolmente l’arrivo, dopo qualche anno dalla sua pubblicazione originaria su altre piattaforme, di Playing History 2: Slave Trade, prodotto educativo che mira a mostrare le atrocità della tratta degli schiavi dalle colonie americane.

Sicuramente un intento nobile questo del gruppo danese, forse però non proprio svolto con oculatezza: nel mirino delle critiche vi è infatti un minigioco presente nell’opera e che, volendo mostrare come gli schiavi venivano ammassati all’interno delle navi da trasporto, imita le meccaniche del famoso Tetris.

Ora, tralasciando i giudizi sull’opera in sé a cui sicuramente va il merito di trattare un tema e un argomento spesso tralasciato dai canali educativi più classici, vi è da chiedersi non solo chi abbia pensato  che fare un Tetris con gli schiavi sarebbe stata un’idea vincente, ma anche a come sia venuta questa trovata. Vi è da ammettere, comuqnue, che Serious Games Interactive si è dimostrata molto attenta alle critiche e ha prontamente rimosso questo minigioco dalla versione Steam del prodotto. Nonostante ciò, Egenfeldt-Nielsen, CEO della compagnia, ha comunque difeso la scelta originaria di trattare in questo modo quella breve sezione di gioco, dichiarando quanto segue:

Sono pienamente concorde con chi definisce quella parte di gioco insensibile e macabra, ma deve essere resa in questo modo per mostrare ciò che veniva commesso per caricare gli schiavi su una nave. Le persone erano solite trattare gli essere umani come oggetti che dovevano semplicemente entrare dentro la stiva. La reazione che i giocatori hanno avuto con quest gioco è qualcosa che non dimenticheranno, e di conseguenza ricorderanno quanto sia stata inumana la tratta degli schiavi. Se è successo questo allora abbiamo raggiunto lo scopo che ci eravamo prefissati. Forse non apprezzerete il modo in cui abbiamo reso le cose, ma ho visto abbastanza classi scolastiche usare questo

Slave 2
Ecco il fulcro di tutta la controversia

.Più che troppo macabra, la sezione potrebbe apparire più che altro come fin troppo leggera e scanzonata, e di conseguenza offensiva. Sicuramente il team danese ha agito in buona fede e ciò si è trattato solo di un tragicomico scivolone, ma la questione è sicuramente degna di attenzioni: quanto in là può spingersi un prodotto, sia esso appartenente al medium videoludico o di un altro tipo, che ha intenti didattici ? Per quanto vi sia una comune morale da rispettare, è anche vero che la sensibilità è un fattore oggettivo e quanto vissuto da qualcuno come un qualcosa di offensivo potrebbe scivolare addosso ad altri come acqua sulla pelle. In generale, quando si sale su una cattedra proponendo un prodotto educativo, bisognerebbe comunque avere la premura di assicurarsi che il suo messaggio non venga oscurato dal modo in cui viene rappresentato.

Nonostante ciò, ben vengano altri prodotti come Playing History 2: Slave Trade che, pur con qualche errore più o meno grossolano, mostrano a chi non è tanto affine con i videgiochi che il medium può trattare anche argomenti importanti e storici, e può farlo con intenti educativi.

Magari però, la prossima volta lasciamo stare Tetris