Olija Recensione PC – Il pescatore e la principessa

Olija Recensione PC | Il mare è sempre stato un tema ricorrente nella storia dell’uomo, come se fosse spinto da una misteriosa forza che lo attira ad avventurarsi e a superare i propri limiti. Che sia per motivi di ricerca interiore o di vendetta (come per esempio in Moby Dick) oppure ancora per tentare di avere una fortuna migliore, l’essere umano ha dimostrato di non riuscire a trattenersi di fronte al fascino delle onde. Ma il regno di Poseidone non sempre è portatore di successo. Come abbiamo potuto vedere in romanzi celebri, ad esempio Robinson Crusoe o I Malavoglia, l’oceano può essere fonte di grande rovina e Olija fa parte proprio di questo tipo di racconti. Benvenuti alla recensione dell’action-adventure a scorrimento orizzontale targato Skeleton Crew, disponibile per Nintendo Switch, PlayStation 4, Xbox One e PC. Buona lettura!

La storia segue le vicende di un lord in un povero villaggio di pescatori che sta attraversando un forte periodo di carestia. Lord Faraday decide così di intervenire e imbastisce una spedizione con lo scopo di portare una maggiore serenità ed equilibrio alla sua gente. Allestita la nave, la ciurma si lancia verso nuovi orizzonti con la speranza di trovare le risorse necessarie, ma il mare decide di mettersi in mezzo e va a rovinare ogni possibilità di un futuro più roseo. O, più precisamente, incombe una tempesta che provoca dei danni irreversibili all’imbarcazione e causa l’allontanamento del nostro alter-ego dai suoi compari.

 

In Terraphage albergano strani mostri e misteriosi personaggi come Lady Olija…

 

Ma, come se non bastasse, il cataclisma li trascina in una zona, o più precisamente un agglomerato di isole, desolata e maledetta chiamata Terraphage. Strani mostri albergano in queste lande e Faraday si troverà costretto ad affrontarli per poter ritrovare i suoi amici e tornare a casa. Ma, come ogni avventura che si rispetti, un eroe ha bisogno di un’arma per poter sconfiggere il male. Proprio in queste terre, infatti, il protagonista si imbatterà in un’arma formidabile, che si rivelerà essere un fedele e poderoso compagno. Non sarà la solita spada a cui siamo ormai abituati, bensì un leggendario arpione dotato di grandi poteri. Proseguendo nel gioco, non solo Faraday incontrerà avversari temibili, ma anche una meravigliosa – e misteriosa – fanciulla di nome Lady Olija, che farà nascere dei forti sentimenti nel cuore del pescatore.

Olija

Sebbene la trama non sia particolarmente originale, ciò che colpisce sono lo storytelling e la rappresentazione grafica. Skeleton Crew si è indubbiamente ispirato alle avventure anni ’90 come Flashback o Another World (Éric Chahi). Olija, infatti, si esprime attraverso delle cutscene non particolarmente lunghe ed esplicative; gli stessi personaggi, infatti, parlano in lingua straniera, non si cimentano in chissà quali lunghi dialoghi e si ritrovano per lo più in uno stato di contemplazione. Le vicende vengono riportate in modo silenzioso lasciando ampio respiro alla componente artistica.

 

L’ispirato comparto artistico riesce a far immergere nel mondo di gioco, facendo vivere sulla propria pelle le malinconie e i desideri di Faraday.

 

I disegni, caldi ed evocativi, rubano la scena e immergono l’utente nel mondo di gioco, facendo vivere sulla propria pelle le malinconie e i desideri di Faraday. Ma il comparto visivo non è l’unico elemento a brillare. Qui va fatto un plauso a Thomas Olsson (compositore e factotum dell’opera) che è riuscito ad accompagnare il tutto con una colonna sonora interessante che calza perfettamente con le varie situazioni raccontate. L’autore propone un’intrigante fusione tra la musica tradizionale giapponese, nei momenti di maggiore tensione, e il flamenco negli istanti più romantici o ricchi di pathos. Sono proprio questi due elementi che fanno da narratori all’avventura: nell’esposizione troviamo uno dei punti di forza di Olija.

Olija

Per quanto riguarda il gameplay, Olija non riesce a eguagliare il comparto artistico con la controparte ludica. Terraphage si dimostra come un’insieme di isole arroccate e maledette, dove il giocatore avrà la possibilità di scegliere il suo percorso tra le varie zone che costituiscono i livelli. I dungeon sono indubbiamente ricchi di pericoli, salvo per una piccola e rassicurante zolla di nome Oaktide, una sorta di piattaforma costruita da dei naufraghi, che assumerà la funzione di Hub. Man mano che si salveranno i marinai sopracitati, il ritrovo si amplierà e darà all’utente la possibilità di acquistare dei potenziamenti che alleggeriranno la difficoltà di gioco. Non sono molti, ma possono fare la differenza: oltre all’aumentare i soliti punti vita, sono disponibili degli stravaganti cappelli che offrono diverse abilità passive e garantiscono una leggera versatilità di approccio negli scontri.

 

In Olija la controparte ludica non riesce a essere all’altezza della narrazione e risulta poco elaborata.

 

Sebbene Olija non si concentri su aspetti più vicini ai giochi di ruolo, vira decisamente verso un genere più action. Come già accennato in precedenza, Faraday si imbatte in un arpione leggendario che gli permette di diventare una minaccia terrificante. Infatti, se questo viene lanciato contro i nemici, il protagonista può richiamare l’arma a sé oppure può teletrasportarsi nel luogo in cui è stata gettata. Una sorta di Mjöllnir  (l’iconico martello di Thor), con la differenza che il possessore può proiettarsi istantaneamente all’oggetto contundente. Questa caratteristica va ad ampliare enormemente la libertà di movimento, permettendo di fare dei combattimenti spettacolari. Proseguendo nella storia, inoltre, verranno sbloccate delle armi secondarie che consentono di compiere delle combo altrettanto sceniche, seppur non particolarmente complesse. I momenti più concitati, infatti, non sono poi così ostici da superare e non offrono una vera sfida. Anche le boss fight sono altalenanti e non riescono a esprimere al meglio le meccaniche che ruotano attorno all’arpione, risultando spesso simili tra loro.

Olija però non è fatto di soli combattimenti, ma anche di sezioni platform. Come potrete ben immaginare, il teletrasporto viene sfruttato anche nelle parti più pacifiche in cui l’ostacolo sarà da saltare e non da abbattere. L’arpione, infatti, può essere scagliato contro dei piccoli e mostruosi (ma innocenti) appigli che permettono al giocatore di farsi beffe della forza di gravità. Il titolo offre sì una componente platform dinamica e frenetica, ma anche questo aspetto, seppur divertente, non è molto approfondito e non va ad allargare adeguatamente la proposta ludica. I livelli si assomigliano sia nella loro messa in scena sia nel modo in cui vengono risolti e neanche gli sporadici puzzle ambientali riescono a offrire la giusta varietà al gameplay. Complici questi due aspetti e un combat system non particolarmente elaborato, le azioni del giocatore tendono a ripetersi, provocando una ridondanza che va a intaccare l’incalzante magia dei disegni e della colonna sonora. Davvero un gran peccato.

In conclusione, Olija è un’opera di una manciata di ore che riesce a intrattenere grazie alla cura nella rappresentazione grafica e alla peculiare colonna sonora. Un comparto artistico coerente con una narrazione colma di ricchi silenzi che immergono l’utente nei panni dello sventurato Faraday. Seppure la trama non sia particolarmente articolata, diversi sono gli episodi che lasciano più di un sorriso sul volto del giocatore. Purtroppo la componente ludica non riesce a stare al passo con la narrazione e va così a compromettere i punti di forza del titolo. Le caratteristiche dell’arpione sono interessanti e spingono a sfruttarne tutte le sue potenzialità ma, in pochi attimi, si è in grado di padroneggiarne completamente tutte le mosse. Nel complesso Olija si rivela un’esperienza coinvolgente e dai sapori agrodolci, che sa emozionare e toccare le corde giuste, ma che forse poteva offrire qualcosa di più.

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