Age of Empires II Lords of the West Recensione| Chi ha già letto altre recensioni o articoli di questo redattore, sa bene che sono un appassionato di titoli strategici; poco importa se a turno o in tempo reale, fin tanto c’è quell’elemento speciale del genere. Ma di cosa si tratta per la precisione? La strategia è sempre stata un comparto molto prolifico della produzione videoludica, forse proprio grazie ai suoi ingredienti vincenti. La pianificazione di un corso di azioni ludiche è frutto di una riflessione della mente analitica del fruitore, combinata con la profonda conoscenza del meta di gioco e dei suoi attributi – in fondo genuinamente aritmetici – del game design. Questi sono i componenti del mix che in ultima analisi assistiamo nel gameplay di un titolo simile, e proprio questi elementi sono il cuore fondante di uno dei capostipiti del prodotto in esame quest’oggi: Age of Empires II Definitive Edition. Ai tempi, vi abbiamo già proposto una recensione del titolo, condividendo con voi i nostri pareri. Quest’oggi vi offriamo una lettura simile, con l’analisi del primo DLC dell’opera: Age of Empires II Lords of the West. Senza ulteriori indugi, indossiamo la cotta di maglia ed affiliamo la spada mylord: si va alla pugna!
Age of Empires II Lords of the West, come già spiegato, è il primo DLC dedicato alla Definitive Edition dell’omonimo gioco, remaster dell’originale Age of Empires II del 2013. Si tratta di una saga consolidata che, chiunque abbia un’infarinatura del medium informatico e della strategia, conoscerà bene come l’esempio archetipico del genere. Un titolo venerabilmente anziano, ma che ancora oggi gode di una comunità di appassionati vibrante, arrivando ad essere definito come “gli scacchi del videogioco” in merito alla sua eminenza anche nello scenario competitivo. Il DLC, che prenderemo in esame, è il primo atto di una nuova ventata di contenuti per Age of Empires II Definitive Edition, e introduce due civiltà e tre campagne, presentandoci i Borgognoni e i Siciliani, in combinazione a nuovi asset grafici, unità e migliorie nel comparto sonoro, assieme a vari cambiamenti al bilanciamento del titolo.
Una civiltà basata sulla fanteria, quanto nel gioco che nella realtà. In Age of Empires II Lords of the West, i Siciliani vengono presentati come un popolo che ha fatto della contaminazione e dell’incontro di tre etnie: quella musulmano, quella nativo e quella normanno, la fucina per una forza culturale e materiale che emerse nei secoli passati come una gemma al centro del Mediterraneo. All’interno dell’opera, si costituiscono come l’ottima scelta per un utente bilanciato in termini di preferenze fra economia e guerra, portando il gioco difensivo – specialmente in squadra – ad un altro livello con le tecnologie di Prima Crociata e “Scutaggio” (Scutagium). Queste permettono di radunare rapidamente un gruppo di Sergenti e un pagamento istantaneo in oro per ogni unità militare in partita. Questo, in aggiunta ai torrioni, struttura difensiva a metà fra il Krepost polacco e una torre-bombarda, si inserisce ottimamente in un piano di combattimento da posizione, permettendo al tempo stesso la difesa di linea e il reclutamento di soldati da destinare ad un contrattacco.
L’unità speciale dei Siciliani è il Sergente, potente fante normanno armato d’ascia che costituirà lo zoccolo duro della nostra armata. In combinazione con l’abilità speciale di squadra, che aumenta il numero di truppe trasportabili da ogni nave, sarà un ottimo medium per i raid economici mid-game. Naturalmente, i dubbi ci sono, specialmente facendo il confronto con le civiltà pre-esistenti, cosa che necessariamente detterà un ribilanciamento delle caratteristiche non appena i giocatori avranno modo di mettere le mani in pasta. Generalmente, si tratta di una fazione che ha tutti i presupposti per entrare nel cuore dei fruitori, e il fatto che le unità parlino effettivamente in siciliano ci ha davvero colpito.
Da mero ducato dell’Europa occidentale a potenza economica e militare del mondo di allora, solo così si può descrivere la forza della civiltà dei Borgognoni. Con un focus sulla cavalleria e sull’attività pecuniaria, regge decisamente il confronto con alcune delle fazioni storicamente simili come i Mongoli o i Franchi, rinfrescando molto lo stile di gioco di chi preferisce un meta veloce e flessibile. La versatilità e la capacità di adattamento sono senza dubbio alcune delle doti maggiori di questo popolo, che appoggiò gli Inglesi per alcuni prolegomeni della Guerra dei Cento Anni.
Power player sulla polvere da sparo e con un bonus che strizza l’occhio alle tecnologie stabili, questa civiltà di certo attirerà molto coloro che adottano una strategia basata sul precetto “l’attacco è la miglior difesa”, puntando su assalti repentini in early e mid game piuttosto che massive ammucchiate in età Imperiale. Il fatto che sia possibile convertire i contadini in milizia fiamminga rende il tutto più semplice, in quanto i villici avranno già da soli un maggior potenziale di autodifesa, permettendo al comandante di concentrarsi maggiormente sull’offensiva in sé, invece del micromanaging. Anche in questo caso, ci sono alcune possibili criticità, dettate dai potenziamenti economici: i Vigneti Borgognoni e il Team Bonus permettono di generare una grande quantità d’oro anche senza il commercio, attività che di certo verrà messa in atto da chi combatterà al fianco di compagni Spagnoli o Inca, specialmente nel gioco in squadra. Dunque, anche in Age of Empires II Lords of the West si mantiene presente la necessità di ispezionare da vicino come l’arrivo dei Borgognoni interferirà con il metagioco già vigente, allo stesso modo dei siciliani. Indubbiamente però, per chi ama l’economia, il divertimento è assicurato.
Age of Empires II Lords of the West si unisce egregiamente al contesto dell’opera originale, un po’ meno nel suo metagioco, con ovvie necessità di ribilanciamento del gameplay.
Per quanto riguarda le campagne di Age of Empires II Lords of the West, si mantiene alta l’asticella già innalzata in fase di remaster: il sistema delle missioni con intermezzi narrativi è già ben consolidato e in più i voice actor, come al solito, si sono fatti rispettare dando caratterizzazione e anima a personaggi storici realmente esistiti. Che vi uniate a Giovanni senza Paura al comando dei Borgognoni nella loro scalata verso la vetta, o partiate da più umili origini come i Normanni al comando della famiglia Altavilla, l’esperienza sarà sempre divertente e immersiva. Il bello di campagne come queste è il fatto che c’è sempre un ottimo bilanciamento fra gameplay e realtà; così l’esperienza finisce per essere intrattenente e istruttiva, permettendoci di immergerci nella storia di un continente così grande e ricco come l’Europa.
In conclusione, non mancheranno i soliti ingredienti vincenti dell’esperienza, ma ovviamente c’è da domandarsi se “il gioco valga la candela”. C’è da dire che tanto i Borgognoni quanto i Siciliani sono stati resi fedelmente alla storia dell’epoca, e che c’è stato un ottimo equilibrio nella realizzazione del DLC. Difficile esprimersi in termini di come queste due civiltà possano impattare contro il sistema ormai consolidato delle fazioni precedenti; non c’è la vanità di definirsi delle autorità come Spirit of the Law in questo senso, ma di sicuro saranno i giocatori a tirare le somme alla fine. Con questo appunto, noi vi salutiamo; e se volete leggere ancora di questa saga, provate a dare uno sguardo alla nostra recensione su Age of Empires III: Definitive Edition!
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