Se avete più o meno la mia età e avete vissuto la vostra adolescenza giocando su un PC, magari preferendolo alla sola PlayStation, ricorderete di sicuro degli anni in cui i giochi strategici in tempo reale erano uno dei generi di riferimento, dalle grandi serie classiche come Command & Conquer o Age of Empires fino agli allora emergenti Total War e Warcraft, che ha poi dato vita ai MOBA come li conosciamo oggi. Di sicuro, gli RTS non sono più in una posizione dominante, anzi, e tranne qualche superstite come il capolavoro di Creative Assembly o Company of Heroes, il panorama è alquanto povero nell’offerta. Act of Aggression punta proprio a noi, nostalgici a cui manca tanto selezionare truppe e spostarle cliccando in giro sullo schermo. Peccato però che ci sia qualche problema di troppo.
L’impostazione classica è percepibile in ogni aspetto del gioco, dall’interfaccia dei menu fino ai movimenti su mappa e non faremo fatica a riabituarci per avere un pieno controllo. La modalità principale è una campagna che ci introduce, come in Act of War, predecessore spirituale della serie, una storia di fantapolitica curata e dettagliata in cui tre fazioni si danno battaglia per riprendere il potere sul pianeta. Potremo scegliere quindi tra Esercito degli Stati Uniti, il Cartello e i Chimera da che parte stare. Il lavoro grafico salta subito all’occhio con un ottimo livello di dettaglio raggiunto, soprattutto in uno zoom molto ravvicinato, in cui sono distinguibili tutti i particolari di unità e strutture. L’altra faccia della medaglia però mostra una caratterizzazione poco approfondita delle tre fazioni, che seppur differenti non lo sono abbastanza da farci preferire l’una o l’altra per questo motivo. Anche nell’interfaccia ho trovato da subito qualche difficoltà di troppo. Sappiamo bene che in un RTS la UI è una delle caratteristiche più importanti per il gameplay, con un mix tra disposizione dei tasti, rappresentazione delle icone e informazioni a video, e anche il minimo rallentamento può ostacolarci pesantemente. L’uniformità è tradita dalla poca intuibilità , e occorreranno diverse prove prima di capire per bene quali tasti fanno ciò che ci serve. La scelta di poter costruire strutture solamente dal menu del quartier generale ad esempio, ci costringe ad assegnare questo ad uno dei tasti numerici per poterci accedere rapidamente, senza tornare al punto della mappa dove è collocato, ed ovviamente questo si riflette nella giocabilità . Ottima invece la visuale da satellite, che si traduce in una mappa a tutto schermo che evidenzia le varie truppe per una rapida consultazione.
Una volta al comando delle nostre truppe sarà necessario appropriarci il prima possibile delle tre fonti di risorse necessarie a costruire e addestrare truppe: petrolio, alluminio e terre rare per le unità e le armi avanzate. Imparare la posizione non casuale nelle mappe skirmish delle risorse in questione  risulterà decisamente vantaggioso in multiplayer (solo online), dove il tempismo risulta fondamentale nello scegliere come sconfiggere i nostri avversari. La grande quantità di truppe e armi a disposizione aumenta le possibilità e giocando online ho provato diversi approcci: attaccare con un esercito molto numeroso o cercare di difendermi accumulando risorse e sviluppando armi di distruzione di massa, come bombardamenti aerei o lanci di missili nucleari. Non è nulla di mai visto certo, ma di sicuro aumenta la profondità e il divertimento. Interessanti anche le meccaniche di cattura di prigionieri di guerra e di conquiste di banche nelle cittadine presenti su mappa, che garantiscono l’acquisizione continua di risorse, ma sono rimasto contrariato dal non poter interagire in modo più vario con le altre strutture, occupabili solo come posizione difensiva. E’ un peccato che le tre fazioni non si differenzino abbastanza anche nelle unità a disposizione, anche perché credo rispecchino poco un futuro davvero prossimo (il 2025) e il limite di costruzione possibile solo nelle vicinanze di edifici specifici obbliga a scelte che si ripeteranno durante le varie partite. Le mappe attualmente presenti mi sono sembrate ben congeniate, anche se con spazi piuttosto ristretti per quanto siamo ormai abituati a vedere in questi anni.
Un aspetto sul quale non posso assolutamente soprassedere è il comparto audio. Cavoli, ad un certo punto avrei voluto scrivere agli sviluppatori per capire se si trattasse di tracce provvisorie o se avessero davvero intenzione di pubblicarlo lasciando tutto così. Il background è composto quasi completamente da brani di un metal blandissimo e che stona alla grande con l’atmosfera che la campagna dovrebbe comunicare. C’è addirittura un brano simil-dance: facepalm. Gli effetti sonori sono allo stesso livello, soprattutto le voci delle unità selezionate: ripetitive e di scarsissima intensità . Ho disattivato l’audio dopo qualche partita e non ho avvertito l’assenza di feedback fondamentali per il gioco.
Nonostante abbia riscontrato diverse pecche in tutti gli ambiti di valutazione, la forza di Act of Aggression è che si lascia giocare con naturalezza, magari una volta trovata una soluzione rapida per sfruttare le caratteristiche mancanti. Ha molte combinazioni che possono essere approfondite, e può appassionarvi comunque per tante ore nel provarle tutte o mischiare le carte in tavola, soprattutto in multiplayer, dove in 4vs4 e con avversari validi potreste passare anche intere serate. Non raggiunge l’eccellenza e non rimarrà nella storia per tutti i difetti sopraelencati ma è valido per una battaglia con gli amici ogni tanto, dopo aver terminato la campagna, ben presentata con cutscene reali, anche se un po’ kitsch.