Qualche giorno fa abbiamo riportato le voci secondo le quali Konami stia applicando il pugno di ferro contro i “sovversivi” programmatori dell’ormai ex Kojima Productions. L’azienda di pachinko ha reagito alle sempre più fondate illazioni con un tombale “no comment”, facendo come nessuno avesse mai menzionato l’inquietante questione. Oggi, tuttavia, i responsabili stampa sembrano finalmente usciti dal torpore, sorprendentemente ignorando l’elefante nella stanza e concentrandosi interamente su altre faccende. Nel recensire il gioco, in uscita il 1 settembre, GameSpot ha infatti avuto l’ardire di avvisare i propri lettori della presenza di paywall nella modalità online PvP, la Forward Operating Base. Konami, dal canto suo, aveva promesso che tutti i contenuti sarebbero stati accessibili senza dover fare ricorso alle temibili micro-transazioni ed è ricorsa subito ai ripari rilasciando la seguente dichiarazione:
GameSpot, a seguito della recensione, ha pubblicato un articolo secondo il quale la modalità PVP (FOB) di MGSV:TPP sarebbe limitata da un paywall a base di micro-transazioni, questo è assolutamente falso. La modalità FOB sarà pienamente accessibile al lancio e la questione delle micro-transazioni in quel frangente è principalmente da considerarsi un accelerante. Forniremo maggiori dettagli al lancio, ma abbiamo cercato di chiarire questi pettegolezzi sin da che hanno iniziato a diffondersi durante l’E3. Abbiamo persino affrontato la questione durante la nostra dimostrazione ufficiale live all’E3 2015.Â
Perplessi dalla faccenda, i giornalisti di GameSpot hanno ricontattato la casa distributrice per chiedere chiarimenti riguardanti le discrepanze, soprattutto alla luce di uno screen-shot che porta l’esplicita dicitura “servizio a pagamento”. Konami non ha ancora avuto modo di ribattere alla faccenda, ma il comunicato ha già dato il via a molte teorie, prima tra tutte quella secondo la quale, seguendo il modello dei giochi mobile, gli eventuali pagamenti andranno a velocizzare o migliorare determinate procedure che altrimenti richiederebbero più tempo o risorse. Le risposte definitive le avremo tra una settimana, ma intanto parrebbe che Konami stia facendo di tutto per entrare nella sempre più vasta lista delle aziende videoludiche prive di anima.
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