Tinkertown Provato PC | Ci troviamo nell’era degli indie, un periodo in cui con sempre maggiore frequenza, piccole case di sviluppo si fanno strada tra i grandi colossi del mondo videoludico, talvolta lasciando il segno in positivo o in negativo. Spesso proprio questi giochi, nati a volte tra le mura di una casa o in studi popolati da esigui gruppi di nerd particolarmente determinati, hanno la capacità di porsi come qualcosa di nuovo, ibrido, una rinfrescante novità che porta spesso e volentieri anche alla rivalutazione di alcuni stili o generi del passato. Un gioco come Tinkertown, sviluppato da Headup Games e pubblicato su Steam in early access, di certo si propone come un piacevole connubio tra due mondi apparentemente molto diversi: quello dei sandbox survival in stile Minecraft e dei vecchi adventure games di cui i primi titoli della serie The Legend of Zelda sono un perfetto esempio. Preparatevi ad un’avventura tra dungeon ricchi di tesori e l’esplorazione di un mondo pixellato pieno di risorse, accompagnati dai vostri amici, o se preferite, in solitario.
Tinkertown: semplice ma immersivo
Prima di tutto, sono da sottolineare l’incredibile semplicità di Tinkertown e il suo non indifferente stimolo creativo, che ricorda, come detto in precedenza, lo stile di Minecraft: essenzialmente il gameplay si basa sulla raccolta di risorse, la realizzazione di ricette sbloccabili progressivamente e il combattimento contro goblin, scheletri, slime e altri mostri sia all’interno dei dungeon che nell’overworld. Dalle battaglie al posizionamento degli oggetti tramite una griglia, tutto è serenamente a portata di click: sarà possibile rilassarsi pescando, raccogliendo bacche, abbattendo alberi, ma l’atmosfera tranquilla dei paesaggi vi farà affrontare anche una boss-fight privi di ansia, e aumenterà di gran lunga la capacità di assuefazione del gioco, su cui passerete ore e ore dopo aver perso la cognizione del tempo.
Tinkertown e il suo gameplay
All’apertura del menu, in seguito alla personalizzazione (limitata a poche opzioni che riguardano i capelli e il colore della pelle) e alla scelta di un nome per il nostro piccolo alter-ego pixellato, potremo creare un mondo, generato proceduralmente, tramite un seed oppure lasciando la scelta al caso. Si aprirà quindi una breve guida ai comandi per poi lasciare spazio all’avventura. Abbastanza intuitivamente sarà possibile farsi strada tra i vari biomi, raccogliere materiali e iniziare a realizzare ciò di cui abbiamo più bisogno tra armi, strumenti, pozioni, arredi e armature, queste ultime equipaggiabili tramite l’inventario, che ne mostra in modo abbastanza pratico anche le statistiche (tra cui mana, salute, forza, agilità, velocità e armatura). Data la sua natura ibrida, Tinkertown è capace di soddisfare giocatori molto diversi tra loro: amanti del singleplayer o multiplayer; costruttori ambiziosi, che potranno creare villaggi, castelli e sbizzarrirsi con le varie opzioni di arredamento; o avventurieri in cerca del pericolo, attratti dai dungeon (abbastanza ben strutturati), ricchi di nemici e tesori, tutti da esplorare fino ad arrivare al temibile boss finale (dopo il quale, se muniti di pozioni di teletrasporto, sarà possibile tranquillamente tornare alla propria dimora).
Alcune problematiche
La semplicità e il carattere intuitivo di Tinkertown vengono talvolta meno quando si parla di organizzazione delle ricette, che soprattutto all’inizio del gameplay può apparire un po’ confusionaria. Risulta poco chiaro il perché determinati oggetti, realizzabili accedendo al menu dell’inventario, non si possano costruire anche utilizzando il tavolo da lavoro, in modo molto più immediato come nel caso di Minecraft. Inoltre una ricetta, oltre a essere sbloccata, viene resa visibile al giocatore solo nel momento in cui possiede i materiali necessari per realizzarla, feature che non permette di poter contemplare la varietà di elementi presenti all’interno del gioco, ma che aumenta di certo l’effetto sorpresa.
Il comparto artistico
Se parliamo del comparto grafico di questo action-survival sandbox, di certo il suo stile 16-bit (con una risoluzione comunque di ottima qualità) sarà apprezzato dagli amanti del vintage: dalle foreste arricchite da rovine di vecchi templi ai deserti, a biomi completamente ghiacciati, i paesaggi di Tinkertown sanno essere magici e allo stesso tempo adorabili con i loro colori brillanti e l’aspetto alquanto rotondeggiante dei mostri e degli oggetti, il tutto coronato dai pixel che lo accomunano ancora una volta allo stile dei più datati The Legend of Zelda. Un po’ meno variegato è invece il comparto audio, caratterizzato (al di là dei vari effetti sonori) da una singola melodia alquanto ridondante che, per fortuna, durante la notte all’interno del gioco si ferma momentaneamente per poi ricominciare all’alba: delle soundtrack più rilassanti renderebbero sicuramente maggior onore alle ambientazioni di questo indie.
Le nostre speranze…
C’è da dire che nonostante Tinkertown sia ancora in early access, da quanto abbiamo potuto osservare, dimostra in generale delle potenzialità dovute alla sua natura mista, ma anche allo stile grafico particolarmente accattivante e alla semplicità delle meccaniche di gioco, per cui abbiamo delle aspettative medie per il futuro. Ci auguriamo che il gioco, oltre alla risoluzione dei piccoli problemi di cui abbiamo parlato in precedenza, (e bug che ovviamente sono dovuti all’accesso anticipato) possa ricevere una varietà ancora maggiore di biomi, oggetti e creature, magari nuovi arredi e la possibilità di realizzare delle strutture su più piani: sarebbe interessante vedere approfondito il suo gameplay ibrido. Sotto il punto di vista artistico, ci aspettiamo che venga ampliato almeno minimamente il comparto audio per quanto riguarda le soundtrack, dal momento che sarebbe un peccato limitarsi ad una singola melodia ripetitiva. Nell’attesa di nuove notizie da parte di Headup Games, ricordiamo che la release ufficiale di questo adventure-survival sandbox sarà disponibile per PC. Rimanete sintonizzati!