Suzerain Recensione | Uno dei sottogeneri del drama che negli anni recenti ha visto un certo sviluppo è sicuramente il political drama. Non mancano riferimenti in questo senso, come House of Cards, ma non sono assenti altri esempi notabili. C’è qualcosa nell’esercizio del potere che arricchisce i drammi e le questioni umane, attirandoci quando, con la scusa delle sue responsabilità da leader, si esplora la psiche di un personaggio e gli intrighi che prendono vita nei suoi tentativi di preservarlo. Si tratta dello stesso motivo che ha reso estremamente popolare la serie tv de Il Trono di Spade, nata dal genio dell’autore George R. R. Martin. Dal punto di vista videoludico ci sono tante attestazioni di titoli che in un modo o nell’altro ci portano all’esercizio del potere; ne abbiamo parlato in diverse recensioni, come quella di Crusader Kings III oppure Realpolitiks, e oramai sapete bene che chi vi scrive è affascinato dall’argomento, ma il titolo che vi proponiamo oggi noi di VMAG è differente in questo senso. Parleremo di Suzerain, recente political drama sviluppato da Torpor Games ed edito fa Fellow Traveler. Immergetevi assieme a noi in questo mondo di intrigo e politica.
Le premesse di Suzerain sono molto semplici: in gioco prendiamo le vesti di Anton Rayne, il nuovo presidente della Repubblica di Sordland. Si tratta di uno stato giovane, di meno di trent’anni, e infatti il nostro protagonista sarà solo il quarto presidente. La Repubblica ha affrontato un passato difficile, e in seguito ad una massacrante guerra civile e ad una pesante recessione economica, adesso la gente di Sordland fa affidamento su di noi e il nostro partito, l’United Sordland Party, o USP in breve. Dopo un rapido recap del sanguinoso passato della nostra nazione, ci verrà richiesto di descrivere il background del nostro leader a mo’ di “scegli la tua storia”: infatti tutto ciò che dovremo fare sarà completare le frasi, così da scoprire il passato di Anton. Il gioco inizierà all’indomani della nostra vittoria alle elezioni, presentandoci una situazione a dir poco disastrata che dovremo risolvere nel corso del nostro mandato, o morire provandoci. Suzerain si basa sugli eventi presentati in forma testuale: la storia è molto profonda e ricca di sviluppi interessanti, ma chi sbarcherà su questo titolo aspettandosi un simulatore gestionale potrebbe trovarsi disorientato, specialmente se poco avvezzo alle avventure testuali.
Il mondo in cui prendono piede le vicende di Suzerain non comprende solo il nostro paese, ma anche i nostri vicini: infatti, nel corso della partita ci toccherà avere a che fare con potenze di vario tipo, tra le quali non mancheranno anche quelle straniere. Nel mondo di Suzerain ci sono numerose nazioni, ma quelle che incontreremo maggiormente saranno cinque. Innanzitutto, c’è Rumburg, confinante a nord del nostro grande paese; si tratta di una monarchia costituzionale dominata dalla Principessa Beatrice Livingston, una donna acida ed oppressiva che si assicura assieme al suo potente gruppo di aristocratici di manipolare il proprio paese e quelli confinanti. Subito a sud-est rispetto a questa grande monarchia, c’è Agnolia, una piccola repubblica parlamentare pacifica e mercantile che costituirà il nostro principale partner commerciale: bisognerà fare molta attenzione con questo stato per la sua posizione chiave nel mare interno del continente. Poi, oltre lo specchio d’acqua, si trova ad est l’influente Valgsland, una nazione socialista tecnologicamente all’avanguardia e molto potente dal punto di vista navale. A sud dei nostri confini si trova Lespia, uno stato isolazionista e piuttosto prospero, che preferisce una politica diplomatica allineata ai suoi alleati e si mostra spesso schiva e poco collaborativa. Infine, a sud est, c’è la fragile Wehlen, dominata dal perfido Wiktor Smolak, che la regge con un pugno di ferro e una lotta crudele ai dissidenti. Sono poi presenti altri stati troppo lontani per rientrare nella nostra sfera di influenza. Gli stati confinanti sono tutti ben caratterizzati, e il fatto che si basino su sistemi politici differenti di certo contribuirà a dar valore alle nostre decisioni su come comportarci nei loro confronti.
Gran parte delle nostre giornate come presidente si baseranno sugli incontri istituzionali che attenderemo nelle vesti di guida della nazione. Dopotutto, la componente umana è essenziale in un mestiere che influenza così tanto le vite dei nostri cittadini. Dunque, riunioni e cerimonie saranno all’ordine del giorno; impareremo quindi a conoscere il cast che popola questo scacchiere. Innanzitutto c’è la nostra famiglia, composta da nostra moglie Monica e dai nostri figli Franc e Deana: sebbene possa sembrare un trio poco rilevante nel gioco, in verità si tratta di un gruppo di personaggi dalla psiche piuttosto complessa, cosa che contribuisce a dar significato alle sessioni familiari che potrebbero apparire secondarie rispetto alla trama politica. Come spalle nella nostra carriera presidenziale avremo poi il poco utile vice presidente Petr Vectern e il consigliere strategico Lucian Galade, quest’ultimo un personaggio piuttosto ambiguo e rilevante per tutta la partita.
Ad ogni occasione narrativa che ci verrà offerta avremo modo di approfondire la situazione del mondo e la possibilità di far conoscenza con i personaggi unici che lo abitano.
Seguiranno poi i nostri ministri, Lileas Graf per gli interni, Symon Holl per l’economia, Nia Morgna per la giustizia, Iosef Lancea per la difesa, Ciara Walda per l’istruzione, Deivid Wisci per gli esteri, Gus Manger per lo sviluppo e Paskal Beniwoll per la salute; un gruppo eterogeneo di uomini e donne provenienti da contesti differenti, ma che contribuiscono positivamente a dare valore e potenziale narrativo al cast della storia. Oltre ai nostri compagni governativi, ci saranno però altri rappresentanti di fazioni e potentati nazionali; assieme al nostro governo infatti ci saranno i Riformisti, gli Oligarchi e la Vecchia Guardia, tre fazioni con ideali e poteri differenti che faranno tutto quanto in loro potere per manovrarci e spingere Sardland verso la direzione che hanno tracciato; questi saranno, a seconda del risultato, dei portentosi alleati o dei temibili nemici.
La lore del mondo di Suzerain è molto vasta e ben pensata: per l’intero continente è stata redatta un’ampia antologia che va a descrivere la storia di ogni paese. Tutti gli elementi come i personaggi notevoli, le città, le religioni e le corporazioni di ciascun paese sono state descritte in un ampio codex alla Mount & Blade su cui è possibile accedere a tutte le informazioni. Generalmente, studiare e fare i compiti a casa ci darà un grosso vantaggio nell’intuire la migliore strategia per ogni situazione. Ad esempio, nel nostro paese ci sono origini monarchiche: l’ultimo Re del Regno di Sordland fu Egmund, che a causa della sua incapacità come guida innescò una velenosa guerra civile; a salvare il paese fu un generale, tale Luderin, che oltre a dare il via ad un periodo di dittatura militare creò un’organizzazione di destra militante chiamata Giovani Sord. Alla sua morte, il generale venne sostituito dal suo braccio destro, Tarquin Soll, che pur riformando in senso più democratico la dittatura, fondò anche un’ideologia autoritaria che ancora ai giorni nostri permea Sordland: il Sollismo, un blend di repubblicanesimo, statismo e nazionalismo che prescrive un amore massimo per la patria e il rispetto di alcuni doveri. Appoggiare il Sollismo o tentare di cambiare le cose dipenderà da noi, e da quale sarà la nostra agenda per il futuro del paese. Fa sempre piacere che titoli come questo si basino su solide fondamenta in termini di lore e diano spazio al giocatore di andare ad approfondire, premiandoli con maggiori spunti per migliori sviluppi in termini di gioco.
Dal punto di vista delle meccaniche, Suzerain si basa molto sulla narrativa: è questo il lato più interattivo e da tenere d’occhio dell’esperienza, e il mezzo principale attraverso il quale prendono vita le vicende di Sardland. Si tratta di una storia di qualità, con i suoi alti e bassi in termini di colpi di scena e situazione generale. In termini di interfaccia il titolo è scarno, sebbene gli elementi presenti siano sufficienti allo scopo; alto a destra si troveranno tre indicatori: lo status dell’economia nazionale, il budget del nostro esecutivo e la nostra ricchezza personale. Se uno di questi elementi cala troppo, ci troveremo in serie difficoltà e rischieremo anche il tracollo e il game over. Le nostre decisioni poi saranno la parte più determinante di ogni partita: in base ad esse e al modo in cui reagiremo agli eventi, le condizioni cambieranno e con esse le nostre possibilità e i pericoli che affronteremo. Una scelta opinata di ogni mossa sarà fondamentale per assicurarci la vittoria. Ad accompagnarci, oltre al rimorso per eventuali errori, ci sarà la serie di tracce musicali atmosferiche di sottofondo che renderà bene l’idea di incertezza e dubbio che si faranno strada nella nostra mente quando realizzeremo di non poterci fidare di nessuno; soprattutto di coloro che indossano una cravatta.
Suzerain è un titolo che merita la vostra attenzione, specialmente se amate la geopolitica e le storie colme di sorprese e colpi di scena. Si tratta di una produzione di ottimo livello per uno studio come Torpor Games, che di certo esordisce con la mossa giusta con quest’opera. Una chicca da evidenziare sono le chiare ispirazioni alla realtà; non mancano richiami e citazioni sia nei nomi dei luoghi e delle fazioni, sia in elementi più sottili che non sottolineeremo per non togliervi il piacere di provare con mano questo gioco se vi sentite di cogliere la nostra sfida. La lingua italiana, elemento che potrebbe rendere più godibile l’esperienza, non è al momento presente, sebbene non sia necessario un livello di inglese troppo elevato per godere al meglio dell’esperienza. Grazie della lettura, e alla prossima!