EX MACHINA: la recensione di VMAG

In un mondo come il nostro, dove nel 2015 affidiamo sempre piรน la gestione delle nostre vite a strumenti di natura informatica, i nostri dati vengono rilevati, analizzati ed elaborati sotto forma di consiglio di nuovo a noi stessi, per trarne beneficio. Avere una sorta di schiavo digitale capace di calcoli a noi impossibili sembra essere lโ€™obiettivo che lโ€™uomo del duemila si รจ posto come prossimo e non tutti sembrano accettarlo in unโ€™ottica positiva. Conosciamo ormai benissimo quali elucubrazioni da incubo immaginano i detrattori della tecnologia avanzata, i film ne hanno spesso tratto ispirazione. Ex Machina non fa eccezione.

โ€œSemplici domande per semplici risposteโ€

Si torna a parlare di Intelligenza Artificiale con Alex Garland alla regia (28 giorni dopo, Sunshine, 28 settimane dopo, Dredd), in uno scenario che si discosta immediatamente da una realtร  plausibile a favore dellโ€™avventura fiabesca di un grande scienziato dal nome Nathan (Oscar Isaac), il suo dipendente prediletto Caleb (Domnhall Gleeson) e la creatura artificiale Ava (Alicia Vikander), generatrice della futura discordia tra i due. La donna robotica รจ stata creata dopo anni di esperimenti al limite della correttezza etica nella villa-hotel-laboratorio segreto di Nathan occultata tra i ghiacci. I caratteri sviluppati non impressionano per originalitร  o grande attinenza ai loro ruoli ma funzionano per la dinamica che lโ€™intero film adotta, che riesce a trasportare senza problemi qualunque fascia dโ€™etร  degli spettatori, evitando inutili dilungamenti e precisazioni, come il funzionamento di Ava, a favore di un momento di relax per una birra, a detta dellโ€™impulsivo e sfrontato Nathan. โ€œSemplici domande per semplici risposteโ€ afferma. Lโ€™emozionalitร  della situazione รจ messa in primo piano attraverso espedienti diretti e poco ricercati, ancora una volta efficaci ma poco originali. Abbiamo anche una luce rossa per evidenziare un blackout e rumori metallici per le articolazioni di Ava. Eโ€™ addirittura lei a cercare di mettere in difficoltร  il razionale Caleb sullโ€™aspetto umano delle loro interazioni, camminando su e giรน per la stanza: inutile per una macchina, non per il mezzo comunicativo.

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La critica che Garland vuole muovere agli attuali servizi con cui conviviamo ogni giorno affidandogli le nostre emozioni trova luogo nellโ€™intreccio che si crea nellโ€™utilizzo degli infiniti dati utilizzati da Nathan per i suoi scopi, prelevati illegalmente spiando il mondo tramite i dispositivi utilizzati, allo scopo di ottenere i migliori risultati per i suoi test, trattando tutte le scelte come il risultato di unโ€™equazione. Fino a che punto possiamo credere a quello che ciรฒ che ci viene proposto sia effettivamente frutto dalla nostra volontร ?

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Il messaggio arriva e nei tempi giusti, ma si divide il compito con lโ€™evoluzione degli eventi che coinvolgeranno Ava e la sua emancipazione, squilibrandosi e pendendo piรน in una love story che un film di fantascienza. Lo scopo di intrattenere ed emozionare รจ comunque raggiunto, nonostante i tempi dei dialoghi e le dubbie scelte del comparto audio che appiattiscono e non enfatizzano. Peccato non aver osato molto di piรน, cercando di portare al livello superiore l’intera produzione.