Il panorama videoludico Italiano è in crescita, questo è certo, e nel 2020 ha visto molte novità come i protagonisti di oggi: PlaySys. Ultimamente nel nostro paese abbiamo avuto progressi come la partecipazione di IIDEA al MIA e traguardi come l’ottavo anniversario del museo VIGAMUS, ma anche nuovi sfidanti dal lato dell’editoria per videogame. Beh, non esattamente “nuovi sfidanti”, ma spero che abbiate afferrato il messaggio.
PlaySys è un’azienda italiana con diversi anni di esperienza nello sviluppo di giochi e software. Come abbiamo riportato in un altro articolo, recentemente ha deciso di assumere anche il ruolo di publisher. Fondata e guidata da Luca Deriu, docente di grafica 3D e Game Development e autore di manuali 3ds Max per Hoepli e EPC, è attualmente impegnata con lo sviluppo dell’avventura 3D: Project Dream. Abbiamo avuto il piacere di intervistare il Marketing & Communication Manager, Alessia Padula, che ha gentilmente risposto alle nostre domande. Senza ulteriori indugi, vi lasciamo all’intervista. Buona lettura!
Iniziamo con una domanda di rito: una piccola presentazione di PlaySys.
PlaySys si attiva a Milano dal 2007 partendo con sviluppo software e successivamente videogiochi, con particolare attenzione ai prodotti di realtà virtuale. Attualmente il nostro focus è lavorare su questo progetto su console e affermarci come publisher per queste piattaforme. Project Dream (titolo provvisorio) è un gioco che Luca Deriu, fondatore di PlaySys, ha in mente da tempo e adesso è in corso d’opera. Il team è al lavoro da quasi un anno e la produzione si può dire che è gia al 50%. L’uscita è prevista per il prossimo anno, su PlayStation e poi Xbox. Vedremo, successivamente, se portarlo su altre piattaforme.
Da dove nasce l’idea dietro la scelta di diventare anche un publisher per console?
Alla fine l’idea c’è sempre stata. Da quando PlaySys è nata si è sempre dedicata allo sviluppo di videogiochi. Quindi l’arrivo su console come publisher va a portare a termine il percorso che c’era già dall’inizio. Diciamo che è un’azienda italiana con un team internazionale che da sempre ha lavorato in ambito videoludico, poi la specializzazione sulla Realtà Virtuale è nata dopo il successo e lo sviluppo di alcuni prodotti. Abbiamo portato all’E3 e alla Gamescom titoli come qb VR e Abyssus VR, entrambi motivo di tanto orgoglio. Il Core Business dell’azienda è sia sviluppo che publishing, siamo contenti di questo. C’è un team a disposizione che crescerà. Nell’ambito del panorama italiano siamo contenti di metterci insieme ad altre aziende e contribuire alla crescita.
Vista l’impostazione internazionale di PlaySys, quali considerazioni potete fare mettendo in relazione l’industria videoludica italiana e il mercato internazionale?
Non parlerei di distinzione ma di globalizzazione. Questo termine ci porta a parlare di mercato italiano dentro quello internazionale. Quindi se si considera il nostro paese, non c’è mai stato un problema sulla domanda di prodotti. Per quanto riguarda l’offerta, dove ci andiamo a porre anche noi, fortunatamente c’è stata una grande crescita negli ultimi anni. Il che è dato da diversi fattori, tra cui, appunto, una specializzazione delle persone che ci lavorano. Che è data anche magari dall’aumento di corsi specializzati che tendono a formare un buon personale nelle varie aziende. In questo va ad inserirsi il lavoro delle associazioni di categoria, ovviamente. C’è sempre più spazio, presenza di prodotti e team all’avanguardia… quindi siamo molto contenti di farne parte!
Come studio di sviluppo invece, avete puntato molto sulla Realtà Virtuale in passato, abbiamo parlato di Abyssus e qb VR e anche del prossimo Project Dream. Quale previsioni potere fare riguardo il settore VR in Italia e quali obiettivi avete in mente per il vostro progetto?
Noi abbiamo lavorato fin da subito per essere competitivi in questo settore, abbiamo avuto la possibilità di lavorare con Oculus Rift DK2, con ottime collaborazioni, poi con Pico e altri headset che ci hanno permesso di sviluppare progetti sia gaming che di gamification per prodotti b2b legati a industrie italiane ed estere. Perciò, continueremo a lavorare parallelamente su questi progetti puntando adesso anche sullo sviluppo di Project Dream su console. Previsioni sul mercato non riesco a farle. Considerando che Oculus ha annunciato il Quest 2, Playstation penso che darà adesso qualche dettaglio in più sul VR2, quindi non ci resta che aspettare PS5. Sicuramente è un mercato che mantiene la sua nicchia, che non è poi così di nicchia. In altre parole: possiede il suo pubblico di appassionati. Quindi anche noi continueremo a lavorare su questo.
Per quanto riguarda Avventure in 3D, che nel nostro paese sembrano essere uno dei generi più amati dagli sviluppatori italiani, che approccio avete utilizzato per trasmettere l’esperienza?
Project Dream non è pensato al momento per Realtà Virtuale. Come detto, si tratta di un’avventura con open-world guidato, appartenente a un genere che ci piace molto e assicuriamo che sarà molto interessante come progetto. Ci saranno vari livelli, dove possiamo dirvi in anteprima e che in alcuni sarà presente una modalità in split-screen con multi-character cooperativo, anche se il gioco è in single-player. Oltre all’aspetto grafico, che è uno degli elementi su cui puntiamo molto, anche la storia va ad influire sul gameplay.
L’avventura si basa sul concetto delle “delusioni“. Questo viene trasposto nel gameplay tramite l’esplorazione e vivendo l’avventura con elementi vari, anche diversi da come ci si aspetterebbe di trovarli in un contesto del genere. Il giocatore si troverà di fronte a temi difficili da dover affrontare. Temi che poi, peraltro, sono quelli che una persona affronta quotidianamente. Ma non solo. Saranno presenti anche in forma più drammatica, sempre contrastati con la grafica dai colori vivaci. È un gioco per tutti, ci teniamo a specificarlo. È un’avventura indirizzata a chiunque, per esplorare il lato più nascosto in ognuno di noi. Il progetto è realizzato con un motore proprietario, ma sveleremo altri dettagli prossimamente.
Come pensate che si possa sviluppare nei prossimi anni il nostro mercato videoludico italiano, più autoriale e “artigianale” rispetto al resto del mondo?
Se si parla di autorialità, rappresenta un vantaggio qualitativo del prodotto, ma non solo in Italia. Non vediamo l’ora di potervi dare ulteriori dettagli soprattutto sulla storia, ovvero prodotto dell’autorialità di chi ha pensato e sviluppato il progetto.
Avete un messaggio finale per i nostri lettori?
Sicuramente vi lasciamo con un po’ di hype riguardo il titolo definitivo, perché ci stiamo lavorando in questi giorni insieme a nuovi asset. Rimanete sintonizzati, perché a breve rilasceremo qualcosa in più! Siamo comunque decisi per un lancio sul 2021, si pensa per l’estate. Al momento stiamo lavorando per console, ma in base ai vari sviluppi non è detto che poi non si riescano a raggiungere altre piattaforme.
La redazione di VMAG ringrazia Alessia Padula per la disponibilità. Si ricorda che Project Dream arriverà nel 2021, inizialmente su PlayStation. Per rimanere aggiornati riguardo il mondo videoludico, cinema e tecnologia, vi invitiamo a dare uno sguardo alla nostra pagina Facebook ufficiale.
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