La tendenza odierna dell’industria videoludica consiste, nella maggior parte dei casi,  nell’immittere sul mercato titoli che riducono all’osso la difficoltà e l’utilizzo del cervello da parte del giocatore, creando interi eserciti di giocatori-automi che eseguono, premono tasti a caso in quelli che sembrano essere dei tutorial lunghissimi piuttosto che dei veri e propri videogiochi. Negli ultimi anni From Software ha fatto ancor più emergere questo aspetto mediante l’esplosione dei Souls e dei suoi surrogati, riportando il giocatore indietro di oltre dieci anni, quando i videogiochi ti facevano utilizzare il cervello e il videogioco portava con sè una sfida e un’esperienza tale da avvicinarlo ad un puzzle animato. Nel 2011 Toxic Games termina lo sviluppo di Q.U.B.E, puzzle game in prima persona che esce sulle console della precedente generazione e su Steam.
L’impatto sulla critica e sul pubblico è tuttavia discreto, dovuto probabilmente dal fatto che sulla piattaforma di Valve esiste un colosso chiamato Portal che spezzetta il concetto canonico di puzzle game e lo eleva all’ennesima potenza in una chiave del tutto unica. Quattro anni dopo, all’epilogo di un caldissimo luglio, giunge nelle nostre console di nuova generazione la versione aggiornata, Q.U.B.E Director’s Cut, con una modalità inedita che innescherà la community e creerà leaderboards e sfide continue come avviene nei racing game con le Prove Cronometrate: la Corsa contro il Tempo. Questa modalità vi porterà a risolvere enigmi su enigmi, portando in un multiplayer asincrono il concetto della campagna single-player di Q.U.B.E Director’s Cut. Facciamo un passo indietro: Q.U.B.E Director’s Cut non è un Souls-like e manco vuole esserlo, però ricorda i prodotti di From Software in molte sfaccettature. Innanzitutto non ha un tutorial vero e proprio, bensì ti butta in mezzo alla mischia, sebbene in senso figurato. Il gioco è infatti diviso in settori, che corrispondono a dei corridoi intrisi e pregni di enigmi da far impallidire Portal, o quasi. La meccanica centrale di Q.U.B.E Director’s Cut consiste nel sollevare o abbassare cubi colorati, che a seconda del colore possono eseguire spostamenti diversi.
Dopo i primi minuti di gioco vi troverete ad aver già ampiamente associato in modo meccanico il colore alla funzione poiché nei corridoi non troverete altro, se non rompicapo di difficoltà crescente con graduali aggiunte di oggetti di interesse per la corretta risoluzione degli enigmi, tra cui pulsanti che permettono di far volare i cubi e molto altro. Se siete giocatori che masticano puzzle game come fossero chewing-gum vi troverete in men che non si dica nei livelli più profondi e complessi del gioco, che tuttavia non tardano ad arrivare, in virtù del fatto che Q.U.B.E Director’s Cut non gode di una campagna single player duratura e longeva. In termini soggettivi, la campagna non può durare più di 5-6 ore, ma il tempo è dettato da quanto siete reattivi e perspicaci di fronte agli enigmi che vi si pongono di fronte e noi l’abbiamo affrontato in tutta calma.
Crediamo dunque che i giocatori più esperti impieghino la metà del tempo sopracitato per concludere la campagna in singolo che, va detto, gode di un sistema narrativo fatto davvero per pochi e che pochissimi comprenderanno in toto. Inoltre, rispetto alla sua versione originale, Q.U.B.E Director’s Cut aggiunge carne al fuoco e dona linfa vitale alla rigiocabilità tramite la modalità Corsa contro il Tempo che citavo qualche riga più in su. Per concludere, se amate i puzzle game e avete il vostro portafoglio elettronico carico, date una chance a Q.U.B.E Director’s Cut perchè vale il prezzo del biglietto, il quale è molto contenuto.
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