Partisans 1941 Recensione PC | Abbiamo già avuto modo di riflettere tante volte in merito all’importanza della storia per l’essere umano. Un patrimonio, una grande epopea, una memoria collettiva che raccoglie gli sforzi e le vicende di innumerevoli persone, tutte simili ma anche diverse, e del loro contributo, massiccio o modesto, al nostro percorso come specie. Un percorso lungo, ben di più di quanto attesti la narrazione scritta, che si perde nelle origini ancestrali della nostra essenza: riflettere su temi come questi è sempre significativo e complicato, in quanto si tratta di argomenti come la condizione umana, ciò che ci rende singolari rispetto al resto delle forme di vita che conosciamo, e che apre lo spazio ad interrogativi profondi a cui è molto difficile trovare una risposta. Ecco dunque che si trova l’occasione di confrontarsi con teorie bizzarre, come quella di Graham Hancock, il quale ipotizza che la razza umana viva in un ciclo infinito di sviluppo e recessione, oppure quella di alcuni scienziati come Nick Bostrom, che provano a giustificare la nostra esistenza singolare con una simulazione informatica.
Per ovvi motivi, non abbiamo delle risposte. Non ci resta, per il momento, che vivere, ricolmi di stupore, gratitudine, nella nostra complessità ed imperfezione. Ci sono stati prima di noi e ci saranno anche dopo, uomini che hanno dato il loro contributo alla coscienza collettiva che ci piace contemplare. Senza indulgere ancora in queste riflessioni, però, vogliamo porre l’accento in particolar modo circa l’importanza della storia, intensa come disciplina che si occupa dello studio del passato. Quest’oggi, con la recensione di Partisans 1941, di cui vi abbiamo già parlato con il suo Provato, vogliamo celebrare anche dal punto di vista videoludico questa importante branca dello scibile umano. Vi auguriamo, quindi, una buona lettura con la nostra recensione.
Un contesto bellico, quello che viviamo in questo titolo di Alter Games e Daedelic Entartainment, quando ci uniremo nel 1941 ai coraggiosi uomini e donne che formarono la resistenza nel Fronte Orientale. Ci troviamo già qui in un momento complicato ed avanzato della grande Seconda Guerra Mondiale, un terribile conflitto che avvelenò parte del ‘900. Tutti al giorno d’oggi conoscono, quantomeno in linea generale, gli antefatti e gli effetti di una guerra come quella, che causò tanta morte e sofferenza, ma dalle cui ceneri rinacque come fenice un’Europa e un mondo differenti. In seguito alla più nera oscurità, ci fu la luce della ricostruzione, la possibilità per molti di mettersi il male alle spalle e rifarsi una vita. Se questo è stato possibile, lo dobbiamo a coloro che in quei momenti furono in grado di dire no alla morte e sì alla vita.
In Partisans 1941, dunque, assumeremo il controllo di un gruppo di partigiani che si opporranno con tutte le loro forze all’occupazione nazista. Dalla storia sappiamo bene gli antefatti di quel periodo, quando l’invasore tedesco non mancò di commettere i numerosi crimini tipici di ogni invasione; saccheggi, distruzioni, violenze e decimazioni, oltre alle onnipresenti deportazioni della popolazione di origine ebraica. Come si sa, nel corso degli anni la conformazione naturale del territorio russo ha sempre avuto delle ripercussioni nel suo destino. Non mancarono, nei secoli, le campagne militari che vennero rallentate, danneggiate o distrutte dal rigido inverno della steppa, quando la tattica adottata era quella della terra bruciata che non lasciava nulla agli attaccanti mentre il nemico si ritirava. Tattiche di guerriglia, le medesime che saranno impiegate dalla nostra resistenza per ovvi motivi sproporzionata rispetto alle dirette capacità belliche del nostro invasore. Questo è ciò che ci spingerà a far nostra la lotta partigiana, e darci ad atti di sabotaggio, propaganda, controinformazione e agguati ai limiti del suicidio per difendere la popolazione civile e supportare l’esercito difensore.
Partisans 1941 è un titolo che riesce molto bene a rendere le difficoltà e gli sforzi dei partigiani, tanto quelli del Fronte Orientale quanto quelli del nostro continente.
Il gameplay di Partisans 1941, quindi, si concretizzerà in un interessante mix di meccaniche di strategia in tempo reale, stealth, gestione delle risorse e pianificazione a turni delle iniziative della nostra cellula della resistenza. In particolar modo, seguiremo all’inizio la storia di Alexey Zorin, Comandante fuggito da un campo di prigionia che, assieme ai compagni più stretti evasi assieme a lui costituiranno il suo nucleo iniziale. Il nostro impegno sarà quello di supportare al massimo delle nostre possibilità le comunità locali: piccoli villaggi di campagna distribuiti uniformemente per l’ampio territorio, ciascuno con esigenze e problematiche diverse, amplificate e peggiorate dall’occupazione nazista. Al contempo, non mancheranno le attività in cui impegnarci per ostacolare gli invasori, come il sabotaggio di scorte, la distruzione di equipaggiamenti sensibili o l’assassinio di figure chiave (che saranno all’ordine del giorno). Insiemi di missioni differenti, ma che al lungo andare potrebbero risultate lievemente ripetitive, senza tenere conto delle differenti coordinate narrative.
Le sequenze più adrenaliniche e coinvolgenti di Partisans 1941 saranno senza dubbio quelle in cui controlleremo direttamente la nostra squadra, quando questa si attiverà nei teatri della resistenza. In alto a destra ritroveremo la lista degli obiettivi per la missione, e in basso la sezione dell’UI dedicata ai nostri combattenti e alle loro informazioni. Tutti i dettagli come il loro stato di salute, l’arma equipaggiata e le condizioni saranno facilmente visibili con una semplice occhiata. Si potrà accedere all’inventario di ciascun partigiano e organizzarlo in modo rapido e veloce. Gestire l’equipaggiamento dei personaggi e comandarli con attenzione sarà la chiave della vittoria, in un gioco fatto di appostamenti, controllo del territorio e pianificazione attenta di ciascun movimento. Qualora dovessimo ritrovarci circondati dai nazisti e braccati, saremo costretti a posizionare i nostri eroi in copertura e sperare di uccidere uno a uno gli avversari. Ciascun ingaggio si concluderà con una sequenza narrativa che illustrerà i risultati delle nostre azioni.
Alla conclusione di ciascun Mission Day, i superstiti ritorneranno al nascondiglio della resistenza: un podere celato dalla boscaglia da cui i miliziani pianificheranno la loro lotta e si organizzeranno per supportare i loro alleati. Non ci saranno missioni quotidiane, bensì intervalli regolari di spedizioni e soggiorni nel campo. Quest’ultimo potrà essere ampliato e migliorato e si trasformerà nella base centrale di tutte le nostre attività. Oltre a combattere i nazisti, saremo chiamati a dirigere i partigiani per assicurare a noi e alle comunità vicine un afflusso regolare di cibo, medicine, armi e tutto il necessario per sopravvivere a tempi duri come quelli. Così ci improvviseremo costruttori, contadini, cacciatori, pescatori e medici per procurarci ogni necessità con i nostri mezzi. Elementi come cibo e farmaci in particolare saranno essenziali in Partisans 1941, e non mancheranno scelte difficili come solo quelle in tempi di guerra possono essere.
Dal punto di vista visivo, siamo dinnanzi ad una grafica gradevole e pulita: i colori sono tutti vividi e ben stimolanti per l’occhio, mentre si è preferito adottare uno stile vagamente cartoonesco che tuttavia non manca di essere apprezzato. Le interfacce e tutti gli elementi di gioco si mantengono ben pensati e di facile comprensione: le varie icone rappresentano correttamente e in modo efficace l’oggetto raffigurato, e in generale si tratta di un ottimo lavoro. Gli sviluppatori sono riusciti in buona misura a rendere gli ambienti e le sensazioni affrontate dagli occupanti delle terre in quel periodo, i medesimi stati d’animo che comprendiamo anche noi giocando a Partisans 1941, quando riviviamo assieme ai protagonisti le difficoltà e le situazioni del contesto della lotta partigiana.
In conclusione, siamo dinnanzi ad un ottimo risultato finale che non mancherà di essere gradito dai giocatori. Ho apprezzato particolarmente il mix di meccaniche di strategia e gestionali, che in verità si configura come un modo nuovo ed interessante di presentare un titolo con queste premesse. Per chi ama la storia e la tattica, Partisans 1941 è un ottimo investimento, pur essendo assente la lingua italiana. Come al solito, vi ringraziamo per averci letto, e vi rimandiamo alle nostre prossime recensioni!