Per affrontare la sofferenza in un’opera fittizia ci vuole coraggio. Intelligenza. E rispetto. Sono esattamente queste le basi su cui รจ poggiato The Town of Light, di cui abbiamo avuto modo di provare una recente alpha esclusivamente rivolta alla stampa. Un’oretta di gameplay, dunque, ma che รจ bastata per farci innamorare di questo gioco. Si tratta di un’avventura narrativa o, per meglio dire, al servizio della narrazione. Se avete presente giochi come Dear Esther o The Vanishing of Ethan Carter avrete un’idea piuttosto chiara di cosa vi troverete di fronte. Ci vuole quindi una particolare disposizione d’animo per entrare nel mood di questo gioco: non si corre, non si salta, non si spara. Abituato a gameplay frastornanti, che spesso nascondono una sconcertante povertร di fondo, in realtร questo รจ per me un invito a nozze. Il gioco รจ ambientato nel manicomio di Volterra, una struttura che ospitรฒ oltre 5000 pazienti negli anni in cui era attivitร , prima che fosse chiusa a causa della legge Basaglia.
Al suo interno si sono svolti infiniti drammi, che sono stati dimenticati e che questo gioco intende riportare alla luce, attraverso le vicende di una dei suoi internati, Renรจ, la cui storia รจ parzialmente ispirata alle vicende di una paziente realmente esistita. Come avevamo giร visto in un’altra anteprima, il gioco รจ basato su accurate ricostruzioni storiche e, anche se la trama รจ di fantasia, propone una situazione fortemente verosimile. Il gioco ha venature chiaramente horror, ma non per questo si tratta di una baracconata. Per tutta la durata della demo ho avvertito una forte tensione, amplificata da un sound design magistrale. In prossimitร di alcuni momenti chiave del gioco la musica infatti cambierร , a volte in melodie evocative e atmosferiche, altre volte in suoni disturbanti che rasentano il rumore.
Ma, allo stesso tempo, ho gradito molto che tutto ciรฒ non sia semplicemente sfociato in qualche mostro o spirito che appare all’improvviso. ร un tipo di orrore diverso, psicologico, con pesanti sfumature malinconiche. ร davvero difficile non empatizzare con la protagonista Renรจ, e con tutti i pazienti che sono stati costretti a sprecare la loro vita tra queste mura. Il gioco fa uso di tutti quegli espedienti ludonarrativi proposti negli anni dalla scena indie: l’avventura si apre come The Graveyard di Tale of Tales, chiedendoci di camminare in un’ambientazione inondata della luce. Giร la luce: gli autori hanno operato sovvertimento tematico del topos orrorifico: qui la luce non รจ vista come salvifica, bensรฌ come sintomo della follia, cosรฌ come la vedeva la paziente a cui ci si รจ ispirati per creare Renรจ. Il gioco รจ caratterizzato da una forte direzione artistica, che si esprime in ambientazioni abbandonate, e adotta dei toni seppia molto caldi: anche qui, รจ chiaro che non siamo di fronte al tipico horror che ci aspetteremmo.
Il gameplay proposto รจ chiaramente pensato per trainare la narrazione, e non viceversa. Vi sarร chiesto infatti di compiere semplici azioni, come prendere la bambola di Renรจ e portarla in un luogo dove possa ripararsi dal freddo. Il tutto accompagnato sempre dalla voce narrante di Renรจ: vi abituerete ben presto alla sua presenza, struggente nell’essere cosรฌ vicina alla follia e al dolore. Gli enigmi, a quanto ho avuto modo di vedere nell’alpha, non sembrano essere particolarmente ostici, ma sono piuttosto funzionali al proseguimento: si tratterร , per esempio, di spostare un oggetto da una parte all’altra (nella fattispecie, la bambola di Renรจ), o di attivare un’interruttore. Peraltro, se proprio ci fossero delle difficoltร , รจ possibile premere il tasto โHโ per ottenere un indizio. Spero vivamente che il gioco mantenga questa linearitร , dal momento che permette di concentrarsi appieno sulla storia; in questo, mi ha ricordato in parte un altro gioco italiano che ho apprezzato molto, Nero di Storm in a Teacup.
Sono fortemente convinto che del gameplay si possa tranquillamente fare a meno, se l’obiettivo รจ raccontare una storia potente e significativa. L’alpha si chiudeva con una scena dal forte impatto emotivo, in cui bisognava camminare attraverso un corridoio dove tutte le porte si chiudevano, per poi alterare la prospettiva dando la sensazione di muoversi all’interno di un labirinto escheriano. ร chiaro che The Town of Light ha un grande potenziale: la demo lascia con la voglia di saperne di piรน, e di andare a fondo nel mistero di Renรจ. Bisognerร vedere come gestirร il registro narrativo ma, per il momento, abbiamo un’avventura di grande atmosfera, in grado di toccare le corde piรน oscure del nostro animo.