Tra esilaranti gag, ingegnosi rompicapo, infiniti click e azzeccate rotture della quarta parete, AR-K: The Great Escape รจ il terzo capitolo della saga di AR-K, l’avventura grafica steampunk di Gato Salvaje Studio che si presenta al vasto pubblicoย da PC in una rinnovata veste grafica, maggiormente curata e godibile, e con un episodio che, nonostante prosegua le (dis)avventure dei primi due, risulta perfettamente giocabile anche senza aver vissuto l’esperienza dei suoi predecessori, trasformandosi in un’esemplare capitolo introduttivo capace di non spaesare chi di questo punta e clicca non aveva mai sentito parlare.
Iniziamo con il dire che, come vi avevamo parlato qualche giorno fa introducendovi questo titolo, dietro la storia di AR-K si nasconde l’esperta mano di Greg Rucka, noto autore e fumettista americano che, tra i tanti premi vinti, annovera ben tre Eisner Award e la realizzazione di serie come Gotham Central, Batwoman e Superman: World of New Krypton, ed รจ palese fin da subito quanto questo titolo riesca a trasmettere non solo l’esperienza del proprio staff ma anche tutta la passione e la ricercatezza di un team che sembra essere cresciuto a pane e avventure grafiche; AR-K: The Great Escape, piuttosto cheย mirare a rivoluzionare il genere dei punta e clicca, preferisce presentarci una struttura classica e conclamata concentrandosi su ciรฒ che veramente importa in questi giochi. La trama, godibile e interessante, si sposa con eccellenza all’ambientazione simil-steampunk che ci viene presentata, vantando personaggi intriganti e sfumati, oltre che una protagonista di cui รจ impossibile non innamorarsi non solo per l’eccellenza e il realismo che la contraddistingue ma anche per l’importante voce femminile che la doppia: Ash Sroka, la nota doppiatrice di Tali’Zorah nar Rayya di tutti e tre i capitoli di Mass Effect.
Nei panni di Alicia Van Volish,ย un’aspirante giornalista alle prese con un oggetto misterioso, ci troveremo ad affrontare una situazione molto piรน grande di noi con l’aiuto di compagni fidati e altri improvvisati, imbattendoci in situazioni che dovranno essere risolte con ingegno, arguzia ma soprattutto tanta, tanta fantasia. Per riuscirci dovremo raccogliere oggetti sparsi per le molte aree del gioco, combinarli tra loro e parlare con i molteplici residentiย di un pericolosoย e ben nascosto distrettoย che, volenti o nolenti, ci “ospita“. Personaggi e dialoghi saranno una costante che ci accompagnerร per l’intero capitolo, deliziandoci con un doppiaggio davvero ben fatto e curato: ogni personaggio, caratterizzato e impossibile da confondere, sarร capace di raccontarci la propria storia, darci indizi importanti e interagire in modo unico con la protagonista; durante i dialoghi avremo a disposizione diverse icone che ci permetteranno di decidere di quale argomento parlare, alcune simpatiche ed intuitive, come il cubetto di ghiaccio per una chiacchierata leggera e rompere il ghiaccio, altre pratiche e funzionali, capaci di farci capire istantaneamente cosa andremo a domandare con quell’interazione. Quando un argomento non presenterร piรน informazioni nuove, l’icona associata diventerร trasparente e, se selezionata nuovamente, ci farร riascoltare l’ultimo dialogo avuto con quel click; un sistema non particolarmente entusiasmante ma cheย sicuramente risultaย pratico e intuitivo, fornendoci un feedback istantaneo su cosa possiamo scoprire ulteriormente o nonย da un personaggio, senzaย obbligarci a riascoltareย interi dialoghi in tediosi loop.
Se da una parte abbiamo avventure grafiche che si prendono molto sul serio e che mirano a raccontarci una storia con un immersivo filo conduttore, come รจ il caso di The Dark Eye: Chains of Satinov e AlternativA, dall’altra abbiamo punta e clicca che, nonostante una trama curata e intrigante, offrono anche ilaritร , sfrontatezza e inaspettato nosense come le saghe di Deponia o Monkey Island; senza ombra di dubbio alcuno AR-K: The Great Escape trova il suo legittimo posto in questa seconda categoria, vantando non solo una protagonista sfrontata, sarcastica e senza troppi peli sulla lingua, ma anche diverse rotture della quarta parete che, non essendo troppe, risultano inaspettate ed estremamente gradevoli, dalle piรน velate alle piรน sfacciate, come lo scienziato pazzo che ci canterร la musichetta di Mortal Kombat o la ragazzina inquietante che ci inviterร a non cercare oggetti per proseguire con il livello tra la sua roba. Inoltre, i piรน attenti giocatori che hanno avuto modo di dedicarsi a questo capitolo, avranno sicuramente fatto caso che un certo poliziotto alieno, nonostante venga doppiato con versi non-umani,ย usa unaย particolare e colorita espressioneย molto…ย diciamo confidenziale eย cheย vi lascerรฒ scoprireย in prima persona,ย piรน e piรน volte… che sia stato intenzionale o meno non lo sappiamo, ma l’effetto che trasmette la prima volta che si realizza cosa pronuncia effettivamente รจ incomparabile!
Nonostante AR-K: The Great Escape possa vantare molte frecce per il suo arco, la longevitร non รจ tra queste; la netta sensazione che il capitolo si concluda decisamente troppo presto ci attanaglierร senza esitazione e la scusa della storia a capitoli proprio non regge. In quanto terzo-episodio-barra-pseudo-introduttivo ci aspettavamo una durata maggiore che, senza troppi giri di parole, nonostante risulti funzionale e ben fatto nel suo complesso, ci ha fatto storcere non poco il naso. La promessa di un quarto capitolo, accennato oltretutto anche durante il gioco stesso, ci fa sperareย in bene per la prossima volta, considerando soprattutto leย impressioni, per lo piรน positive, che questo titolo ci ha trasmesso anche grazie a quelle sottilezze capaci di fare la differenza, come la possibilitร di spostarsi da una zona all’altra del distretto grazie all’utilizzo di una rapida e pratica mappa,ย evitandoci interminabili, scostanti e tediosiย caricamenti, o la presenza di un breve filmato in computer grafica in seguito ad ogni interazione ben riuscita e che ci permette di proseguire.
In conclusione AR-K: The Great Escape risulta essere un ottimo esempio di avventura grafica classica, riuscendo a funzionare grazie ad un’ironia spesso inaspettata ed una trama forse non troppo originale ma sicuramente funzionale.
Con questo capitolo i ragazzi della Gato Salvaje Studio hanno dimostrato di poter rinnovare in meglio il loro gioco e portarlo a nuovi lustri grazie ad un episodio capace di essere goduto tanto come introduzione quanto come terza parte quale รจ; uno stile grafico indubbiamente particolare, un’invidiabile doppiaggio che ci sprona a voler ascoltare ogni possibile dialogo e un umorismo beffardo, sfrontato, certe volte insensato ma mai disturbante fanno di quest’avventura grafica un gioco valido e capace di lasciare un piacevole ricordo nonostante la sua durata forse eccessivamente breve, risultando un prodotto pronto a regalare inaspettate sorprese, anche ai piรน diffidenti.
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