Julie and the Phantoms Recensione | Vi siete mai chiesti cosa può spingerci a fare la musica? Julie lo sa bene in questa serie a cura di Netflix. Si sa, quest’arte accompagna l’essere umano dalle sue origini, ed è stata una delle prime forme creative che abbiamo ideato. Dalla ritmicità ancestrale e dalle melodie dimenticate, si è passato ad un progresso crescente che nel corso dei secoli ha reso di fatto questo mezzo d’espressione come uno dei pochi linguaggi universali dell’umanità, capace di veicolare idee, emozioni e stati d’animo. Lo sappiamo bene noi italiani, dato che nella nostra cultura quest’arte occupa un posto d’onore particolare. Nell’ultimo lavoro di Dan Cross e David Hoge, due noti showrunner, proprio questo frutto delle muse permetterà ad una adolescente, che ha subito una grave perdita, di riavvicinarsi alla vecchia passione acquisita grazie alla defunta madre, con l’aiuto di tre fantasmi musicisti. Vi lasciamo quindi al trailer, augurandovi buona lettura.
La storia de Julie and the Phantoms ci parla di una giovane liceale, Julie (Madison Reyes), per l’appunto, che dopo la morte della madre non riesce a ritornare a praticare una delle più grandi passioni che con lei condivideva, la musica. Infatti, la sua scomparsa ha lasciato un vuoto nel cuore non solo della ragazza, ma anche del resto della sua famiglia, rappresentata dal padre Ray (Carlos Ponce) e dal fratello minore Carlos (Sonny Bustamante). Sarà l’arrivo nel garage di casa di tre musicisti fantasma, morti nel 1995, a permetterle di riavvicinarsi alla sua passione; Luke (Charlie Gillespie), Reggie (Jeremy Shada) e Alex (Owen Joyner) sono morti la notte prima dell’esibizione che li avrebbe consacrati come performer emergenti, finendo così per lasciare l’esistenza terrena con una questione in sospeso. Il primo incontro con la giovanissima cantante certamente sarà traumatico, ma nel corso del loro tempo assieme i quattro cementeranno un rapporto molto speciale. Difatti, finiranno per creare una band assieme, Julie and the Phantoms, per l’appunto, cosa che sarà resa fattibile grazie alla possibilità per i tre ragazzi di manifestarsi a tutti gli altri fuori dalla ragazzina solo durante le loro performance canore. Una delle difficoltà iniziali che affronteranno gli amici sarà quella di trovare una giustificazione alle apparizioni, cosa che sarà attribuita ad un ologramma, ma in seguito ci saranno altre peripezie a dividerli. Con l’arrivo dell’attraente fantasma skater Willie (Booboo Stewart) che verrà conosciuto per strada da Alex; inutile dire che tra i due non-respiranti nascerà un flirt che spingerà il primo a condividere alcune informazioni sulla loro condizione al batterista del gruppo. Da questo tenero incontro i tre membri della boyband faranno la conoscenza dell’enigmatico Caleb (Cheyenne Jackson), il proprietario dell’Hollywood Ghost Club. Cosa accadrà?
Frutto della trasposizione di una soap opera brasiliana, questa serie si rivela fin dalle prime battute un prodotto ben pensato che certamente verrà gradito dal suo target di riferimento. Non si tratta del classico musical dove si punta tutto sul lato delle performance canore e sonore, relegando le sequenze narrative a meri intermezzi; anzi, tutt’altro. In Julie and the Phantoms infatti la storia avrà un ruolo molto importante, e darà molto valore e significato a tutte le esibizioni dei protagonisti. Un vero e proprio rapporto a doppio filo tra le canzoni caratterizzate da testi ben pensati e le difficoltà che i nostri protagonisti affronteranno nel corso della loro ascesa, costellata di imprevisti, incontri e sorprese. Una Los Angeles moderna fa da cornice ad una vicenda tipica del genere, ma che al contrario delle aspettative non scadrà mai nell’ovvio o nei chliché, affrontando tematiche attuali con il giusto tatto e la proverbiale cura di Netflix a questi argomenti. Gli ambienti principali saranno la scuola, con tutte le tematiche adolescenziali del caso, oltre alla casa di Julie che diventerà il luogo di riunione principale della band.
Julie and the Phantoms è un buon esempio di un musical curato, nato dall’esperienza di maestro di coreografia e di produzione del calibro di Kenny Ortega, già noto per lavori simili.
Prendendo in esame la scrittura e la narrazione della serie, possiamo dire che si vede che chi si cela dietro al sipario ha esperienza, dato che lo stesso Ortega in verità è dietro al capostipite del genere: High School Musical in persona. Difatti, la storia di episodio in episodio proseguirà in maniera godibile senza particolari passaggi articolati o difficili da seguire, permettendo senza sforzo di godersi ogni tappa della narrazione mettendo da parte ogni preoccupazione. Dalla durata variabile, ma che non esagera mai, le puntate mantengono grossomodo sempre lo stesso schema, con un veloce recap e un climax che conduce alla crisi del momento fino allo sviluppo e alla risoluzione. La maggior parte delle volte il problema verrà risolto grazie al dialogo o al rapporto che intercorre tra i protagonisti e la musica, finendo per comunicare il messaggio principale dell’intera esperienza. Difatti, l’atmosfera drammatica e positiva della vicenda finirà per puntare i riflettori verso l’idea che i nostri difetti e difficoltà fanno parte di noi, e in quanto tali debbono essere accettati. La musica può aiutare a portare positività e felicità nelle nostre vite, e guidarci verso un percorso più luminoso. Un’idea bella e lodevole che in questo musical trova un mezzo privilegiato per essere comunicata.
Una storia attuale ed importante, quella di Julie and the Phantoms, che sicuramente apprezzeranno tutti gli amanti del genere. Il cast è eccezionale nel calzare i ruoli, segno del fatto che durante la produzione della serie ci sia stato un affiatamento e una passione genuina. Chi vi scrive, non aveva grosse aspettative, ma in verità è rimasto piacevolmente sorpreso da un complesso che fin dalle battute iniziali si è mostrato nel giusto equilibrio tra un musical ad effetto e una trama credibile e coinvolgente. Se in passato avete amato High School Musical, inevitabilmente in voi tornerà la nostalgia di un passato forse più semplice e con meno responsabilità, ma al contempo, ci sentiamo di consigliare la visione anche a chi non ha esperienze pregresse. Date una chance a questo show, non ve ne pentirete.