Surgeon Simulator 2 Recensione – Approvato da 4 medici su 10

Un sequel che punta in alto, solo per cadere rovinosamente

Surgeon Simulator 2 Recensione | Benvenuti. Spero abbiate portato i guanti e il camice bianco, vi serviranno. E non dimenticate martello e seghetto per le parti delicate del paziente. Tutto pronto? Ah sì, dimenticavo: per entrare in sala si passa dall’ufficio di sopra, usate la sedia per sfondare il vetro e occhio a non atterrare sugli anestetici dopo aver spiccato il volo. Adesso siete pronti. Questo è Surgeon Simulator 2, il sequel del noto titolo di simulazione chirurgica di Bossa Studios, nonché un bizzarro gioco arcade in cui quattro medici sfidano le leggi della gravità e della logica per rimuovere organi malati e dare forma al primo uomo con una gamba al posto della testa. Come avrete capito da queste premesse, non siamo certo di fronte a un caso tra i più tipici. Anzi, la dissezione recensione di questa strana opera è molto più delicata di quanto si possa credere. Sono, quindi, arrivato alla conclusione che il miglior modo di affrontarla sia dunque quello di essere meno delicato possibile. D’altronde, è questo lo spirito di Surgeon Simulator, non credete?


La premessa non è una presa in giro. Quello che sto per darvi è il verdetto finale, il punto fisso su svilupperò questo articolo, perché, per analizzare un titolo con così tante sfaccettature, bisogna andare dritti al sodo. Surgeon Simulator 2 è un parco giochi a metà tra arcade e puzzle, libero ma limitato, intrigante ma frustrante, facile da abbracciare e altrettanto semplice da buttare. Rispetto al suo predecessore, Bossa Studios ha voluto puntare in alto ed essere ambizioso senza però abbandonare la natura del primo simulatore: il risultato è un prodotto fermo a metà strada, indeciso se essere caotico o tecnico, che dona un secondo di divertimento seguito da un altro di noia. Qui si conclude la recensione nuda e cruda, nel resto dei paragrafi seguiremo le orme del gioco e snoccioleremo poco a poco le motivazioni che mi hanno portato a tale conclusione. Se siete ancora curiosi o volenterosi di procedere, lasciate che vi introduca alla sala operatoria più pazza ed esasperante che esista.

 

Il nostro medico non è più solo un braccio: ci sono anche due gambe a supportarlo, questa volta. Al meglio che possono.

 

In Surgeon Simulator 2, incredibile a dirsi, vestiamo i panni di un medico. Il nostro compito è uno, e molto semplice: operare Bob, il paziente più paziente che si possa trovare in circolazione. Con il termine “operare” mi riferisco a tutta una serie di precise e complesse azioni, come sostituire una gamba paralizzata o rimuovere un rene malato. Enfasi sulla delicatezza di questi processi, dato che il nostro alter-ego virtuale è un dottore assai poco delicato e incredibilmente goffo. Oltre a poter usufruire di un singolo braccio e muoversi con l’eleganza di un treno deragliato, dobbiamo fare i conti con un sistema di controlli volutamente impreciso e scompigliato. La sfida è dunque quella di completare l’intervento combinando pochi disastri e cercando di essere quanto più precisi possibile. Come gli amanti del precedente Surgeon Simulator avranno intuito, fin qui è tutto molto simile all’originale. Dove interviene dunque la novità? In questo secondo capitolo, oltre a manovrare gli organi del paziente, dovremo infatti muoverci in un ambulatorio con le stesse caratteristiche dell’Escape Room – puzzle ambientali, lucchetti da sbloccare, attrezzi nascosti nei luoghi più impensabili e sì, leve e pulsanti. Inoltre, fino a quattro tirocinanti, non adeguatamente istruiti, possono unire le forze e provare a ottenere risultati migliori (creando nel frattempo più disordine). Infine, è presente un sistema di creazione e condivisione dei livelli che emula titoli come Super Mario Maker. Se volete una panoramica più dettagliata di tutte le aggiunte, vi invitiamo calorosamente a consultare il nostro provato di Surgeon Simulator 2. Qui, nel frattempo, entriamo un po’ di più nel dettaglio.

Sempre bello lavorare in un ambiente ordinato e pulito.

Il gameplay si suddivide in tre principali modalità: Storia, Partita Rapida ed Esplora. Cominciamo dalla prima, la nostra introduzione al mondo della medicina nonché la “campagna principale”. Superato il tutorial, possiamo addentrarci in una serie di sfide di difficoltà crescente che ci permettono di scoprire meccaniche e macchinazioni del gioco, dagli interventi alla navigazione della mappa. Il nostro obiettivo è localizzare il paziente, individuare quali organi o arti sono malati e sostituirli con pezzi di ricambio puliti. Esattamente come in passato, non serve che il povero Bob sia intatto per vincere: possiamo rimuovere e staccare tutte le parti del corpo che vogliamo, l’importante è che solo quelle difettose siano rimpiazzate (il resto si può anche buttare, tanto a chi servono i polmoni?). Al fine di muoverci attraverso i vari step dell’operazione chirurgica, Surgeon Simulator 2 ci offre una pletora di strumenti come martelli, seghetti, peluche, papere di gomma, libri di filosofia, dossier medici e, dulcis in fundo, palloni da basket. Con il nostro adorato braccio sinistro, che si può comandare indipendentemente dal corpo, siamo liberi di afferrare e manovrare quasi ogni elemento che troviamo in giro per l’ospedale. Ci sono ovviamente item migliori e peggiori per ogni situazione, ma chi non ha desiderato almeno una volta di rimuovere una milza con una bottiglia di vetro? Il ricoverato. Lui non l’ha mai voluto…

 

C’è qualcosa di inavvertitamente esilarante nel prendere a martellate una cassa toracica, e Surgeon Simulator lo sa.

 

Le altre due modalità di Surgeon Simulator 2 non si differenziano molto da quella appena citata. In Partita Rapida possiamo unirci ad altri giocatori, amici o sconosciuti, e affrontare un livello pescato casualmente tra quelli disponibili. A incentivare il tutto c’è un bellissimo e sempreverde Pass Batt… Pass Intervento che premia le ore di gioco con cosmetici e accessori da far indossare al nostro personaggio. Se la randomicità non è il vostro piatto preferito, con Esplora è possibile navigare tra i livelli realizzati dagli utenti, creare una sorta di playlist di quelli che vogliamo sperimentare e poi affrontarli uno a uno nell’ordine che abbiamo impostato. Si tratta certamente di una funzionalità perfetta per le partite con gli amici, un tema ricorrente in Surgeon Simulator 2. E se siete stufi della mediocrità degli scenari costruiti da quegli scansafatiche dei vostri colleghi virtuali, potete cimentarvi voi nella creazione e condivisione della vostra personale sala operatoria. Lo strumento, seppur non miracoloso, permette di dare vita a scenari creativi e variegati: percorsi a ostacoli, templi maledetti, murder mystery, corse contro il tempo e ovviamente ambienti ispirati ad altri videogiochi. Per fare un esempio, ho avuto la possibilità di visitare una ricostruzione della Chiesa dei Non Morti, la famosa area di Dark Souls. Posso quindi dire che Surgeon Simulator 2 è il Dark So– no, mi fermo qui.

Mi sentirei subito al sicuro con un dottore così.

È chiaro che Bossa Studios abbia provato a ingrandire ed evolvere la formula di Surgeon Simulator con questo sequel. C’è ambizione, e molta, nella volontà d’inserire così tante modalità e così tanti modi per svagarsi con solo un braccio e qualche organo. In tutto questo, però, c’è qualcosa che manca all’appello. I nuovi arrivati lo sentiranno forse meno, ma coloro che sono cresciuti con SS2013 avranno immediatamente la sensazione che ci sia qualche ingranaggio fuori posto. Questo perché, nella sua semplicità, il capitolo precedente riusciva a fornire immediato svago, sia per chi si dedicava all’inseguimento del punteggio perfetto in ogni livello, sia per chi invece si divertiva a rimpiazzare lo stomaco di Bob con un orologio da polso e del cotton fioc. Nel provare a ingigantirsi, sembra che Surgeon Simulator 2 non riesca a decidersi se voler essere una giostra ben costruita o una piscina di palline in cui tuffarsi e rotolarsi senza ritegno. La grande quantità di oggetti presenti ha poca utilità e finisce per essere invasiva o di ostacolo, mentre anche gli enigmi più leggeri ti costringono a smettere di bighellonare e usare la testa. Poco dopo aver adottato un atteggiamento serio e ragionato, ecco che la mano si incastra nella credenza e provoca un piccolo terremoto facendo crollare tutto, in uno scenario che sarebbe stato divertente se non fossimo concentrati nella risoluzione di un puzzle. Questo costante andirivieni tra goffaggine e serietà priva l’opera di un’identità e la rende invece frustrante, specie per chi è appassionato di arcade. Questi punti a sfavore vengono in parte risanati solo quando si è in presenza di amici.

 

Surgeon Simulator 2 prende il laghetto del suo predecessore e lo trasforma in un mare di nuove possibilità. Avrebbe dovuto però fare attenzione a non annacquarlo troppo.

 

Il multiplayer è infatti il fiore all’occhiello di Surgeon Simulator 2, se così si può dire. Avere qualcuno a cui mostrare le stramberie del reparto eleva il suo lato goffo, facendolo diventare esilarante e aprendo contemporaneamente nuove vie per superare gli ostacoli dell’ambulatorio. Mentre un giocatore estrae gli organi infetti, un altro può cercare la leva per aprire la cella frigorifera, il terzo può procurare gli attrezzi necessari e il quarto può accidentalmente rimuovere la testa del paziente con un colpo ben assestato di enciclopedia. E qual miglior modo di vivere il caos se non in compagnia? Anche qui è d’obbligo segnalare che ci si può presto stufare dei soliti livelli, vista l’assenza di profondità nelle meccaniche, ma grazie al tool di creazione e condivisione la rigiocabilità aumenta considerevolmente. E tutto questo sarebbe fantastico… se non ci fossero difetti di connettività. Al di là della difficoltà di trovare altri utenti online, l’infrastruttura è contrassegnata da un costante quanto fastidiosissimo lag. Riuscire a connettersi con qualcuno che non inizi a teletrasportarsi per l’ospedale gettando accidentalmente all’aria ogni tavolo è un’impresa ben più difficile dell’intervento in sé. Sono capitate talvolta delle lobby più fluide e meno problematiche, ma non è ben chiaro il criterio per cui questo accada. In sostanza, se il titolo non vi ha già frustrati, ci pensa la latenza.

…mi state dicendo che dovevo sostituire la gamba?

In sostanza, Surgeon Simulator 2 è un titolo che ha provato a fare il salto di qualità dimenticandosi come si decolla e come si atterra. La magia del predecessore si perde nel tentativo d’introdurre più puzzle ed esplorazione, che invece di migliorare l’esperienza contribuiscono solo a creare confusione. Così come, a primo impatto, c’è da innamorarsi delle novità e della grande quantità di elementi con cui giocare. Ma, altrettanto presto, ci si accorge di quanto ben poco sia effettivamente interessante. In compagnia di amici, specialmente se amanti del caos, si nota già un potenziale più elevato, anche grazie a un eccellente editor di livelli e a un buon sistema di condivisione. Insistere su questi ultimi due punti e un’occhio di riguardo a cosa ha reso iconico l’originale Surgeon Simulator avrebbe certo portato alla nascita di un solido prodotto d’intrattenimento, ma così non è stato. Questo detto, non resta che toglierci il camice, sorseggiare un caffè e guardare con nostalgia e sconforto il nostro paziente privo di polmoni, con un rene al posto della gabbia toracica, e una gamba al posto del braccio. Perlomeno, una risata ce la siamo strappata.

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