Catastrofismo e favola bella

Con il passare dei giorni, noto che mi è piuttosto facile trovare riparo in un catastrofismo decisamente estraneo alla mia filosofia di vita. Pensate che si è espanso e calcificato nelle mie vene così tanto da strizzare l’occhio al vecchio Allen e dirgli “Ehi tu, come te la passi?” Eppure credevo di aver definito minuziosamente la mia personalità. Del resto però, nella vita non si finisce mai di cambiare, di evolversi. Trovare sé stessi è ben più di un arduo compito. È una missione impossibile. Ma a differenza di qualcuno noi ci ritroviamo a correre da soli non per scelta, ma perché così è la vita. Potremmo parlare per ore ed ore del suo valore, tentando invano di trovargli una definizione che apparirebbe solo forzata e scomoda. Soprattutto perché nell’aria si percepisce una strana fragranza. Un odore, piacevole sì, ma non identificabile, accompagnato da un suono stridulo e fastidioso. Due sensi, che oltre a stimolare e divertire la nostra fantasia, tentano di aprire in contemporanea due dolorosi sipari: quelli del giusto e dello sbagliato, del bene e del male, del catastrofismo e della favola bella. Queste due grandi ragioni, che offrono un ricercato equilibrio a tutti coloro che amano vivere con i piedi per terra, ma con la testa tra le nuvole, ci verranno in supporto per snocciolare il fulcro del discorso di oggi: l’amore. Nelle scorse settimane ho evidenziato quelle che secondo me sono la più alta rappresentazione della donna all’interno dei videogiochi. È giunto, dunque, il momento di fare un ulteriore passo verso la prossima tappa. L’amore è donna. Donna è sinonimo di vita, forza e mito. Ma può questa profonda inclinazione andare d’accordo con una sfiduciosa e avara e cattiva forza che è la vita?

Catastrofismo e favola bella
Immagine tratta dal film cult “Ghost”.

E come immerso nello spirito silvestre della mia psiche, tenterò di portare quanti più esaustivi esempi per affermare che sì, l’amore può contrastare il catastrofismo della vita. Ma, come me, vi starete chiedendo come può l’ardore d’annunziano non soccombere al catastrofismo degno di un essere che, letteralmente, avrebbe rifiutato volentieri il suo invito per venire al mondo? Non è da me gettare la spugna. Come non è da me pensare che tutto sia meravigliosamente architettato alla perfezione. Nella vita non c’è regista che non fallisca la sua opera, volendo paragonare il cinema alla realtà. Ma proprio perché “un film è la vita a cui sono state tagliate le parti noiose”, ho deciso di basarmi sulla settima arte, accompagnata dalla persuasiva sfera del videogioco. Pensateci. A quante mirabolanti storie ci sottopongono questi due media, che offrono una forte rappresentazione dell’amore e con lei, quindi, la speranza per milioni di persone di continuare a credere nei loro sentimenti? Sebbene possa essere fatale idealizzare troppo un’idea, un’immagine o un racconto, la verità è che noi siamo fatti di questo. Sono passati ormai anni da quando l’uomo ha capito che, per sopravvivere, bisogna ancorarsi a qualcosa di ultraterreno e intangibile. E non si tratta di farsi prendere in giro fino al momento in cui si rimane coscienti e consapevoli del proprio stato emotivo. Avete dunque la mia parola che non è un crimine piangere per una finta storia d’amore o perdere il senno per un personaggio fatto di stringhe e texture. Le più grandi opere della storia sono fondate sulle peggiori idiozie e credenze.

Catastrofismo e favola bella
Immagine tratta dal videogioco “Days Gone”.

La mia curiosa personalità vi suggerisce quindi di allietare le vostre nevrosi grazie alle note di “Unchained Melody”, non prima di esservi resi conto che qualcuno, probabilmente, vi sta aspettando dietro una via nel cuore della notte con un’arma in mano. Catastrofismo e favola bella. La componente tragica e sfiancante deve essere continuamente tra noi come l’amore e il lieto fine perché l’uomo, dal Dolce Stil Novo al Neorealismo, non può fare almeno di confermare, in ogni sua sfaccettatura, di essere un uomo. Così è nelle arti moderne. Perché Deacon e Sarah di Days Gone, oppure Nathan ed Elena di Uncharted ci coinvolgono così tanto? Perché sono uomini e donne reali rappresentati in opere interattive, che riescono anche a “piegare” il ragazzo più giovane che di amore ne sa ancora ben poco. Quasi spesso i protagonisti di queste avventure vantano passati tormentati, costretti a vivere in un presente incerto e verso un futuro ancora più misterioso. Non hanno paura di guardare negli occhi il proprio partner e dire: “Okay, possiamo farcela”. È l’amore a unirli, dannazione! L’uomo non può più soccombere al catastrofismo. Ci sono biblioteche e archivi interi che potrebbero far prendere ancora più voce alla mia presa di posizione. E, sebbene possa sembrare una pietanza masticata per l’ennesima volta senza essere ingerita, abbiamo forse alternative?

Catastrofismo e favola bella

Taci e ascolta, dunque. I suoni e i versi della natura si disperdono nell’aria. Tra fragranze fruttate e lacrime di pioggia, ci sono scariche di ormoni che ci rendono ben più di braccia da guerra o menti malpensanti. Del resto, basterebbe avere accanto a noi la persona, o semplicemente l’idea di una persona, capace di afferrarci e scansarci dal baratro del pessimismo estremo. Torniamo dunque all’illusione. Che come un potentissimo decotto a base di versi, parole e sogni, ci fa addormentare su un lago d’ipnosi. E il cinema e il videogioco, ne sanno qualcosa.

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