Eastern Exorcist Recensione PC | Quando pensiamo al rapporto tra videogiochi e il continente asiatico, viene facile pensare al Giappone. Il paese del Sol levante da sempre è in prima linea in questa industria fin dalle sue origini, e grazie al suo contributo hanno visto la luce tanti titoli storici, oltre a dei veri e propri colossi del settore. Chiunque sia nato negli ultimi quarant’anni conosce, ad esempio, aziende come Nintendo o SEGA, e certamente avrà ben noti titoli del calibro di PacMan o avrà ben presente il celebre franchise di Super Mario. Tuttavia, non è solo il Giappone il faro asiatico dell’industria, perché negli ultimi decenni sono emersi tanti paesi non solo nel campo dello sviluppo videoludico, ma nel settore tecnologico in generale. In questo campo, il continente dell’est è senza dubbio in grado di far concorrenza ai più sviluppati poli e conglomerati dell’industria 4.0 del vecchio e del nuovo continente. Una della nazioni che, nel bene e nel male, sta facendo passi in avanti nel nostro settore è la Cina. Uno sviluppo repentino, esplosivo e degno di nota, quello del videogioco nel regno del drago di Giada, segno del fatto che anche in una nazione così speciale come quella ci si accorga del significato e dell’entità del fenomeno videogame.
Tuttavia, c’è una vera e propria grande muraglia tra il mercato mainstram e quello cinese, un filtro (o firewall), che rende difficoltosa l’interconnessione tra lo scenario videoludico del mondo globale e la realtà locale. Possiamo scomporre questo fenomeno in due tipi di barriere, una, certamente, è quella culturale: un popolo con delle premesse e una storia ben differenti da quelle degli altri, che forse vive i fenomeni della globalizzazione in maniera diversa e alternativa rispetto al resto del mondo. L’altra potrebbe anche essere linguistica, perché sicuramente un paese del genere si trova in una sfera alternativa (la sua) dove il linguaggio percorre altre vie. Ecco dunque che difficilmente si creano opportunità di collegamento, tra un videogiocatore occidentale e orientale. Proprio per questo è importante dare attenzione e apprezzamento a quei pochi sviluppatori cinesi che scelgono di andare controcorrente, come è esattamente il caso per Wildfire Game, che ha alle spalle innumerevoli titoli in patria ed esordisce su Steam con il suo Eastern Exorcist, titolo side-scrolling 2D con meccaniche RPG e combattimento. Noi di VMAG abbiamo avuto modo di provarlo, e quest’oggi vogliamo proporvi la nostra recensione. Vi auguriamo buona lettura, che siate dei demoni o degli esorcisti.
In Eastern Exorcist vivremo le vicende di Lu Yunchuan, un allievo esorcista della Scuola di Cangshan, un antico ordine proveniente dall’omonima città che da secoli vigila per la sicurezza degli esseri umani afflitti dai mostri. Infatti, dopo secoli di pace, adesso siamo dinnanzi alla cosiddetta Era del Caos, un periodo in cui le barriere spirituali tra il nostro mondo e l’oltretomba sono state indebolite abbastanza da permettere un’invasione di esseri indicibili. Proprio per questo si è rivelato necessario allertare gli esorcisti orientali, che erano oramai divenuti ridotti in numero dopo anni di pace. Fu così che spinti dalla necessità, gli antichi maestri si ritrovarono costretti ad investire su un gran numero di allievi, consci del fatto che non molti di loro sarebbero sopravvissuti ad una vita tanto definitiva quanto impegnativa come quella degli esorcisti. Intanto, l’avanzata dei demoni continuava, e a farne le spese erano specialmente i piccoli villaggi di provincia, numerosi, indifesi e difficili da proteggere, a differenza delle grandi città fortificate di eredità imperiale.
Le adrenaliniche sequenze di combattimento contro il male verranno intermezzate da parti narrative, alla maniera dell’Opera Cinese.
Proprio nel bel mezzo di una di queste spedizioni disperate faremo la conoscenza di Lu e dei suoi fratelli, altri tre apprendisti esorcisti che assieme a lui sono stati inviati alle pendici del Monte Qi, dove si trova uno di questi demoni particolarmente attivo, Re Mandrill, che tramite i suoi tirapiedi ha già sterminato, gettandoli in una fornace infernale, numerosi contadini dei villaggi vicini. Nel corso delle operazioni iniziali della nostra ricognizione ci imbatteremo in una ragazzina, che però susciterà i sospetti di un nostro fratello, l’adepto Tang Wenjie, che ci consiglierà di ucciderla. Scopriremo in seguito che in realtà lei è un demone, e dopo averle dato la grazia ce ne pentiremo pochi istanti dopo, quando dopo esserci separati con i nostri confratelli scopriremo in seguito i loro cadaveri. Interrogando l’allievo superstite ci verrà rivelato che la giovane demone volpe ha riferito a Re Mandrill della nostra presenza, spingendolo a lanciare un contrattacco. Si concluderà con questo fallimento la nostra spedizione, e di ritorno a Cangshan dovremo affrontare le ire del nostro maestro, che ci espellerà dalla scuola. Inizierà così la nostra personale guerra contro queste entità d’oltremondo, per vendicare i nostri fratelli e riconquistare il nostro onore.
Inizia così il gameplay vero e proprio che, guidato da delle quest di vario tipo (anche fetch) e da intermezzi narrativi, ci spingerà ad esplorare vari luoghi nella nostra lotta senza quartiere. Il progresso sarà scandito dalle boss fight, che ci vedranno impegnati contro tipi differenti di demoni, di elementi e capacità varie, ma sempre diversi sia nello stile che nelle loro proprietà intrinseche e i loro attacchi. Alcuni di loro saranno molto resistenti, e sarà necessario colpirli quando si saranno sbilanciati, altri ancora saranno marini o in grado di volare, ma avranno la comune incognita di combo di attacchi molto devastanti qualora non fossimo in grado di evitarle. In questo senso sarà molto importante studiare i boss prima di combatterli. Lo schema dei comandi, d’altro canto, è tipico di un side-scroller, con la possibilità di schivare, parare, compiere dash in aria e dare luogo a tutti gli attacchi del caso. Due le variabili da tenere a mente: la salute, ripristinabile meditando negli altari, e la resistenza, che si consuma ad ogni attacco effettuato dal nostro personaggio e che sarà importante da monitorare per evitare di mettersi in una brutta situazione.
La storia, pur presentata in un inglese maccheronico, sarà pur sempre godibile, e getterà attenzione su alcune delle tematiche culturali delle vicende del popolo cinese.
Ogni demone sconfitto dovrà essere bandito dal mondo, raccogliendo le anime che ha rubato, solo in questo modo lo distruggeremo, altrimenti il mostro potrebbe risorgere rafforzato. Sconfiggendo i nemici raccoglieremo per l’appunto la valuta del gioco, le anime, che potremo impiegare in modi diversi: sarà possibile in primis scambiarle per delle pozioni di salute, da impiegare durante la nostra lotta, altrimenti sarà possibile investirle nella crescita del nostro personaggio. Ad ogni livello, i valori di salute e resistenza aumenteranno, permettendoci di migliorare il nostro combattimento. Completando le quest sbloccheremo l’albero delle skill dell’esorcista, diviso in varie arti divinatorie. Ogni abilità avrà degli effetti diversi: ci saranno quelle destinate a danneggiare i nemici, mentre altre potrebbero difenderci o curarci in base alle circostanze.
Pur con delle manifeste imperfezioni nei testi di gioco, la vicenda sarà pur sempre godibile, e il comparto visivo come quello musicale contribuiranno ad offrirci quella sensazione di rilassamento e piacere nel catapultarci nel mondo dalle fattezze asiatiche in cui prenderanno forma gli avvenimenti del gioco. Lo stile grafico, in questo senso, risulta peculiare, mischiando elementi 2D a quelli tridimensionali con ottimi risultati, quando ad esempio ci troveremo al Lago Wu Li. Delle cromaticità fosche, dominate dal verde della selva, il ricettacolo perfetto per il male che si cela tra le frasche. Ambienti nebbiosi, dominati dall’incertezza e dall’incapacità di prevedere cosa si nasconde tra la foschia, che rendono perfettamente lo stato di crisi in cui si ritrova il genere umano da quando sono arrivati i demoni. I personaggi sono cartooneschi, e si adattano magistralmente alle fattezze estetiche tipiche dell’immaginario orientale, mantenendosi ben caratterizzati in maniera direttamente proporzionale alla loro rilevanza all’interno della trama.
Riusciremo a gettare luce nell’abisso in cui è precipitato il nostro mondo?
Una nota di merito va sicuramente segnata per il comparto musicale, che contiene il giusto mix di audio ambient e sequenze musicali sempre adatte alle vicende rappresentate in gioco. Queste rifletteranno in maniera ottimale lo stato d’animo del nostro personaggio, sia quando questo si ritrova a camminare in solitudine fra la nebbia, nel bel mezzo di un villaggio dilaniato e sterminato dai demoni, sia in luoghi più ameni, come un tempio o un santuario. Le sequenze di combattimento spettacolare sono decisamente valorizzate da questo elemento, così come accade per le parti narrative.
Un titolo che ho decisamente apprezzato, una sorpresa forse, proveniente da un mercato in evidente crescita che con il giusto tempo riuscirà ad acquisire l’esperienza per adeguarsi alle esigenze del pubblico occidentale, tramutandosi in un ottimo contributore della coscienza collettiva rappresentata dal videogioco. Easter Exorcist verrà sicuramente apprezzato dagli appassionati della cultura orientale, specialmente se prediligono i giochi di ruolo di questo tipo, con forti tematiche eroiche e una certa caratterizzazione del personaggio basata sul viaggio dell’eroe. Come al solito, un grazie da parte di tutti noi di VMAG per aver letto la nostra recensione, alla prossima!
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