Netflix e le 5 migliori serie animate secondo la redazione

Bentornati nella nostra rubrica settimanale. Quest’oggi andremo ad analizzare le 5 migliori serie animate Netflix, secondo la nostra redazione. La famosa piattaforma streaming creata da Reed Hastings e Marc Randolph, sta aggiungendo negli ultimi anni numerose produzioni originali, tra cui spiccano gli show animati. Se quindi eravate alla ricerca di una visione leggera e spensierata, oppure di una storia impegnata e riflessiva, avrete pane per i vostri denti. Divertitevi e buona lettura!

 

Bojack Horseman

Cominciamo con una serie che è ormai entrata a far parte dell’olimpo dell’animazione. La storia narra della vita di Bojack Horseman, attore che negli anni ’90 era diventato famoso grazie ad uno show chiamato Horsin’Around. Dopo un primo periodo di successi, il pubblico non sembra più interessarsi a lui, spingendolo a cercare di risollevare la propria fama con la pubblicazione di una biografia. Il mondo in cui è ambientata la vicenda è popolato da umani ed animali antropomorfi, cosa che viene sfruttata per realizzare alcune gag mai banali. Ma questa non vuole essere solamente una commedia: durante la visione infatti, verrà trattata con incredibile cinismo la realtà insita nel mondo dello show business Hollywoodiano. Luogo crudele e vuoto pronto a divorarti per poi sputarti poco dopo. Questa però non sarà l’unica tematica affrontata. La serie strappa sicuramente molte risate sincere, ma ti mette anche davanti a scene estremamente forti che ti faranno sentire ad un certo punto solo il cuore che rimbomba, mentre speri che il conflitto in atto si risolva pacificamente. Ci saranno più momenti in cui lo spettatore sarà colpito con un pugno forte nello stomaco, poiché la vicenda andrà a toccare in maniera intima e profonda l’animo umano, sia nella sua parte migliore che in quella peggiore.

Rick and Morty

Chi non conosce almeno per sentito dire Rick and Morty? Lo show creato da Dan Harmon e Justin Roiland è ormai diventato un vero e proprio fenomeno in tutto il mondo, ma perché? La storia parla dello scienziato Rick e di suo nipote Morty, coinvolti in una serie di avventure, perlopiù autoconclusive, in cui viaggeranno attraverso lo spazio, il tempo e le dimensioni. Anche se ad una prima occhiata potrebbe sembrare la solita commedia animata americana, siamo ben lontani da essa, poiché ogni episodio racconta storie che vanno seguite attentamente dall’inizio alla fine. All’ apparenza questo potrebbe sembrare un difetto, ma tutto ciò è in realtà diegetico all’umorismo del prodotto, spesso molto pungente ed arguto, ma senza mai sminuire l’intelligenza dello spettatore. Ogni personaggio è semplicemente memorabile e anche delle semplici comparse, presentano carisma ed elementi che li rendono unici e subito riconoscibili. Chiunque guarderà lo show verrà trascinato in una realtà folle, dove l’impossibile diventa la quotidianità, diventando una visione obbligatoria per tutti gli appassionati di fantascienza e non solo.

The Midnight Gospel

The Midnight Gospel è una serie coraggiosa e sperimentale che va a trattare numerosi temi come il significato della vita o la solitudine, senza mai essere minimamente banale o scontata. Lo show è definibile come “sperimentale” poiché suddivide ogni episodio su 3 livelli diversi di narrazione. Il primo è quello che riguarda Clancy, il giovane protagonista che spera di avere successo grazie a dei podcast fatti a creature o particolari personaggi, appartenenti a dei mondi interni ad un singolare macchinario in possesso del ragazzo. Il secondo è invece quello delle interviste stesse, poiché non si tratta semplicemente di fare domande a cani alieni o al presidente degli Stati Uniti, bensì discutere con personalità reali appartenenti al nostro mondo come il Dr. Drew Pinsky e Johanna Worren. I dialoghi saranno infatti esterni alle vicende che vedremo su schermo, ed è qui che giungiamo al terzo livello. Clancy, a differenza del suo interlocutore, non sarà altro che un osservatore, ed il mondo in cui viaggerà racconterà una vicenda tutta sua, che farà da sfondo alle succitate interviste, ed esso farà da metafora visiva dell’argomento trattato. Non è produzione adatta tutti, ma di certo è una di quelle visioni che fa pensare sia durante che dopo.

Big Mouth

Big Mouth è un racconto di maturazione, ma non nel senso canonico del genere. Infatti si parla di “maturazione sessuale”. La storia vede inizialmente come protagonista Andrew, un giovane di 12 anni in piena tempesta ormonale, costantemente accompagnato da Muary il Mostro degli Ormoni. La serie però diventa presto un racconto corale, incentrato sulle vite dei vari personaggi e di come siano stati travolti dalla pubertà, dedicandogli anche interi episodi: peluria, brufoli ed autoerotismo sono solo alcune delle cose che gli accadranno. Lo show non si risparmia, infatti scene esplicite e linguaggio volgare sono la normalità, andando al contempo ad affrontare tutte quelle tematiche che a 14 anni ci si potrebbe trovare difronte. Ovviamente tutte le scene e le gag sono a sfondo sessuale, ma senza prendersi mai troppo sul serio, strappando qualche risata e insegnando qualcosa. Il tutto è reso estremamente sopra le righe, con momenti che potrebbero sembrare disturbanti ma che in realtà sono siparietti comici molto divertenti. La produzione non è quindi per tutti, ma se si dispone di una buona dose di ironia e di un ragionevole distacco dalla materia trattata, può essere uno spettacolo gradevole.

Il Principe dei draghi

Il Principe dei draghi è la serie più recente tra quelle che abbiamo visto oggi, ma senza alcun dubbio anch’essa merita di essere vista. La storia, ambientata nel fantastico mondo di Xaidia, mette in scena un immaginario semplice, ma comunque accattivante. Molto tempo fa, l’umanità fu esiliata dai draghi e dagli elfi verso un’estremità del continente, come punizione per aver usato la magia oscura. Ora che gli umani hanno ucciso il re drago e distrutto il suo uovo, la guerra è imminente. Qui non troverete soluzioni narrative dissimili da altre storie appartenenti al canone fantasy, ma sono i personaggi e come viene sviluppato il raccontato a convincere. I comprimari, i protagonisti e l’intero contesto, condividono una caratterizzazione e coerenza ammirevoli per uno show di questo genere. Dopo una prima stagione che lascia abbastanza indifferenti, è con la seconda e terza che il racconto esplode grazie ad una serie di scelte narrative azzeccate ed un viaggio dell’eroe che si prende il suo tempo, senza essere mai stucchevole. Unica nota negativa sono le animazioni, le quali nonostante migliorino visibilmente nel proseguire degli episodi, restano comunque un grosso muro per chi volesse iniziare la visione.

E con questo si conclude la disamina delle 5 migliori serie di Netflix secondo la redazione. Ma prima di salutarci vale la pena citare un’ultimo show: Archer. Nonostante abbia perso molto del suo carisma iniziale, rimane comunque una visione leggera e divertente, che riesce ancora oggi a strappare qualche risata ma, soprattutto, riesce ancora adesso ad essere una magnifica parodia dei prodotti filmici o televisivi moderni.

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