Destroy All Humans! Recensione Xbox One | Siamo negli anni ’50. All’orizzonte si presenta un’America del Nord desiderosa di riprendersi il primo posto nel mondo (aspettate… già l’ha fatto). La grande guerra è terminata e la popolazione gode di una delle epoche più prolifere e soddisfacenti della storia dell’umanità. È dunque il periodo degli hamburger, della Coca Cola in vetro, delle ragazze con costumi a due pezzi e della musica Jazz. Segue la paura, sfociata in una terribile patologia, di un potenziale ritorno della “minaccia rossa”, combattuta dai più con fucili, forconi e tante, troppe imprecazioni. Questo perché, evidentemente, non sanno cosa ha fatto il Paese pochi anni prima. Se pensate che sia un approfondimento sulle origini di uno dei continenti più belli del pianeta vi sbagliate. È invece di Destroy All Humans! che si sta parlando, e di un impavido alieno pronto a sterminare la razza umana. Dopo un incipit del genere, potremmo anche azzardare il motivo di questa spietata scelta, ma forse è presto per parlare. Disponibile per PlayStation 4, Xbox One, PC e Google Stadia, il nuovo titolo dei ragazzi di Black Forest Games riporta ai giorni nostri uno dei brand più amati delle scorse generazioni, grazie ad un accattivante quanto significativo Remake. Che sia giunto il momento di una resa dei conti con noi stessi? Scopriamolo insieme.
Riuscito ad infrangere la barriera del politicamente corretto e dell’indignazione gratuita, Destroy All Humans! è tornato da un passato che, detto francamente, non rivedremo mai più. La Golden Age formata da artisti coraggiosi con una forte personalità provocatoria è sparita nel nulla assieme alle opere più di spessore, ma stavolta potremmo trovarci tranquillamente difronte ad un’eccezione. E che eccezione! Costruito per uniformarsi con la società del 2005 (e quindi un fiero compagno di opere come The Punisher, Farenheit e The Warriors) il titolo è tornato in pompa magna con una voglia matta di rifare la differenza a distanza di 15 anni dal suo primo debutto. Ora come ora però, il mercato non è più come quello di un tempo, bensì tutt’altro. E a tal proposito, gli sviluppatori hanno pensato a come lanciare un primo segnale di avvertimento. Non a caso, avviato il titolo vi ritroverete dinanzi ad un messaggio a dir poco geniale: “Questo è un prodotto concepito per altri tempi, pertanto potreste imbattervi in argomenti scomodi“. Già da questa premessa potete immaginavi che gioco stiamo trattando. Ma un altro elemento ancora distingue Destroy All Humans! dalla massa, ovvero quello di essere anticonformista e critico nei confronti dell’uomo senza essere sciocco o banale, poiché si limita ad una rappresentazione nuda e cruda della realtà. Ma vi assicuriamo che le sorprese non sono finite qui.
Se ne avete abbastanza di mortificarvi durante il vostro tempo libero, Destroy All Humans! vi farà ricredere.
Immaginatevi di essere in un Diner ad affogare una manciata di patatine fritte in un cocktail di mostarda e cipolla, quando ad un tratto una navicella aliena vi piomba addosso rovinandovi la colazione. Cosa fareste? Ebbene, i malcapitati esseri umani che si dovranno porre questo quesito sono scritti magistralmente da uomini e donne che, dopo essersi resi conto del contesto in cui si trovavano, hanno deciso di divulgare in modo relativamente parodistico una fetta dell’immaginario collettivo. Persone abbagliate dalla politica e dal denaro, un’industrializzazione assassina e un accanimento nei confronti della natura stanno modificando la Terra, medesimo obiettivo della razza Furon. Capitanata da un boss di poco polso e Crypto (protagonista della trama) vi ritroverete ad empatizzare sin dal primo istante con loro. Sia per le motivazione che avreste già potuto – e dovuto – immaginare, sia perché, a distanza di anni, ci troviamo ad impersonare qualcuno che non soccombe facilmente. Di carattere e coinvolgente, l’alieno assume una posizione da leader anche se ci viene presentato come la sesta scelta di un signorotto troppo pigro per sporcarsi le mani. Possessore di un umorismo assai particolare, sarà uno spasso scendere in luoghi terrestri e fare tabula rasa con armamenti e tecnologie lontane anni luce dall’immaginazione di dittatori e scienziati. E se imbracciare un fucile particellare non farà rinfrescare il vostro palato, potrete sempre optare per il classico “disco-volante-stermina-umani”.
Dunque mettetevi pure comodi e scegliete la vostra pietanza preferita: folgorate, bruciate e vaporizzate ogni forma di vita. A patto che riusciate a recuperare un frammento di DNA da ciascuna vittima per portare a termine innominabili piani. D’altronde il suo estro stravagante e fuori dagli schemi, viene riproposto in modo superlativo in quelli che sono i colori e i paesaggi che rendono Destroy All Humans! una piccola opera d’arte. E mentre passeggerete per le strade più iconiche degli Stati Uniti in cerca di informazioni e sventurati da interrogare, potrete ammirare le tipiche spiagge californiane con donne abbronzate ed ex marines a caccia di comunisti. Arrivati a questo punto si potrebbe pensare che i ragazzi di Black Forest Games si siano limitati a rispolverare una sorta di antologia della critica e della denuncia sociale. Ebbene, siamo fieri di affermare che no, Destroy All Humans! è anche composto da lunghe sessioni di sfrenato divertimento e prove maiuscole che rassicurano sul fatto che i game designer – i veri game designer – esistono ancora. Ciò che più ci scalda il cuore e alimenta la voglia di andare fino in fondo, è un numero indefinito di minuziosi dettagli che rendono vivi gli angoli più remoti e secondari del mondo di gioco. Spesso e volentieri si tratta di argomenti eccessivamente dedicati ad un pubblico maturo e già avvezzo al sistema in cui viviamo, ma passateci almeno questa affermazione: non sempre si può scendere a compromessi. E per compromessi si intende la manomissione di un’opera troppo eccessiva per un moralismo disonesto e autodistruttivo.
Destroy All Humans! ricopre tutti i requisiti per essere un videogioco a 360°.
Sorretto da delle fondamenta prettamente GdR, Destroy All Humans! riesce ad abbracciare senza troppa fatica anche il giocatore più occasionale che, dopo una dura giornata di lavoro, ha solo il desiderio di sdraiarsi sul proprio divano e farsi due risate. Da solo, o magari in compagnia di un amico, sarà impossibile annoiarsi, poiché nasconde elementi altamente hardcore che richiamano la più accesa ed agonistica anima da competizione. Quest secondarie ed obiettivi facoltativi vi faranno saltare dalla gioia, dopo che avrete sbloccato gli achievement più ostici. Visto? Dopotutto, l’astio del titolo contro il genere umano non ci discosta troppo dalla parte ludica, a patto che non si aggiungano all’equazione ingiustizie socio-culturali e diversi tipi di accanimento contro madre natura. Sebbene questo suo caratteraccio potrebbe essere percepito da qualcuno come la rappresentazione di un cucciolo di Chihuahua che abbaia all’impazzata, possiamo testimoniare con tutta sincerità che Destroy All Humans! è effettivamente un “impegno” che nessuno vorrebbe mai sostenere. In altre parole, chi potrebbe sentirsi infastidito da brand così spinosi, sarebbe saggio se affrontasse l’idea di scoprire le carte in tavola e fare i conti con chi, ideologicamente, sta avanzando le sue ragioni.
È incredibile come, alla fine del nostro viaggio in Destroy All Humans!, ci accorgiamo di essere stati appagati non solo sotto un punto di vista ludico e di intrattenimento, ma anche la nostra educazione sensoriale ha trovato dei giovamenti. Basti pensare come la presenza di una fiera cittadina con bancarelle, ruota panoramica e zucchero filato, ci abbia riportato inconsciamente ad un fanciullino interiore che ognuno di noi cova sin da quando ha memoria. Dunque l’esperienza non coltiva “semplicemente” la voglia di aprire dibattiti noiosi e pressapochisti – perché alla lunga la si butta sul contentino – ma come per magia, potrete davvero percepire suoni, odori e sapori che arricchiranno il vostro lato emotivo. Destroy All Humans! è dunque un’esplosione di emozioni e stati d’animo che variano a seconda del livello o dell’argomento trattato. Sebbene non passerà alla storia per un lato tecnico eccelso o un’IA particolarmente brillante, l’obiettivo che si erano prefissati a monte gli sviluppatori è stato centrato in pieno. Paragonabile ad un custode che veglia sull’ultimo programma di satira esistente al mondo, ogni videogiocatore che si professi come fan del medium dovrebbe, almeno una volta, provare in prima persona questo Remake. Che ricordiamo essere come un messaggio del passato che ci ricorda uno dei diritti fondamentali dell’essere vivente: la libertà di espressione.
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