Cursed Recensione | Ogni amante delle storie leggendarie del passato non può non conoscere le gesta del ciclo arturiano, che narrano le avventure di re Artù, il sovrano che riuscì a difendere la sua patria dagli invasori sassoni tra la fine del V e VI secolo. Ma cos’è successo prima della sua ascesa? Ebbene, Netflix ha deciso di fornirci la sua interpretazione sotto forma di serie tv con Cursed, ispirata al romanzo di Frank Miller e Tom Wheeler. La trama ha come protagonista una ragazza, Nimue, dotata di grandi e misteriosi poteri. Quest’ultima appartiene al popolo dei Fey, tribù composte da esseri magici e con una religione differente da quella umana. Non proprio un ottimo biglietto da visita verso i Paladini Rossi, i loro persecutori, che hanno l’obiettivo di sterminare la razza della giovane. La prima stagione è composta da dieci episodi ed ognuno di questi dura circa 50 minuti. Attenzione: prima di cominciare con la nostra recensione ci teniamo, come sempre, a specificare che potrebbero essere presenti degli spoiler, al fine di motivare le nostre opinioni nella maniera più coerente possibile.
Come lo stesso titolo del filmato ci informa, Katherine Langford è colei che interpreta la protagonista. Per chi non lo sapesse, l’attrice è diventata famosa per il programma Tredici. Insomma, un altro ruolo importante per la donna, ma ne è valsa la pena? Sfortunatamente no. Tutti gli eroi primari si sono ritrovati in balia di una scelta di dialoghi piuttosto banale e ripetitiva, al punto che molte volte è capitato di sapere la risposta alla domanda prima ancora che quest’ultima ci venisse rivelata. Gli eventi stessi non sono nulla di speciale, infatti, la premessa di Cursed è proprio ciò che accadrà per il corso dei suoi dieci episodi, con plot twist prevedibili e, ancora una volta, molti cliché. Almeno però, diverse sequenze sono riuscite a stupirci genuinamente, consentendoci di pensare che non tutto è perduto. Il casting è tutto sommato buono, ma troppo ampio. Ciò ha portato a diversi buchi di trama che non spiegano alcuni avvenimenti, molti dei quali piuttosto importanti. Infine, la plot armor di alcuni componenti principali è alquanto disarmante, culminando in un’emancipazione emotiva da parte dello spettatore al personaggio, poiché già sa che non potrà accadergli nulla di male. Infine, non abbiamo apprezzato il tentativo del Monaco Piangente di apportare una voce più profonda del normale, dato che ciò non ha particolarmente giovato alle sue prestazioni teatrali che, sinceramente, sono state ottime.
Ora toccheremo un tasto molto dolente per la serie tv: gli effetti speciali. In una trasmissione fantasy, il fruitore si aspetta di trovare gran parte dell’attenzione della regia sulle ambientazioni e gli SFX. Questo però, stranamente, non accade in Cursed, dove un numero eccessivo di scene sono fatte in maniera tale da farci capire in pochi secondi, che sono state programmate tramite un software apposito, causando una perdita d’immersione dello spettatore. Le ambientazioni, almeno, sono suggestive e riescono a catturare lo spirito medievale della Britannia del VI secolo, per cui, fino a quando non vedremo delle magie, saremo pienamente immersi nella nostra visione. Un piccolo appunto che vogliamo fare, inoltre, concerne i combattimenti. Ogni scontro mostrato è confusionario, con un movimento eccessivo della telecamera, che ci lascerà il più delle volte perplessi su ciò che sta avvenendo sul nostro schermo.
Avremmo gradito anche un’ulteriore screen time di diversi membri del cast. Alcune side stories hanno visto il loro potenziale sfumato perché, paradossalmente, non hanno avuto nessuno sviluppo. Per cui ci siamo ritrovati davanti a momenti che sarebbero dovuti essere toccanti, ma che, a conti fatti, non lo sono poiché non abbiamo avuto modo di affezionarci a tutte le avventure presentate. La fotografia è stata curata in maniera ottimale, infatti, uno dei pregi di Cursed sono i paesaggi. Le scenografie non sono state gestite al massimo delle possibilità, a causa della confusione creata nei momenti più concitati. Speriamo che per la seconda stagione i registi riescano a migliorare la qualità offerta, altrimenti sarebbe un peccato perdere il potenziale dalla serie tv, che ne ha da vendere.
Le musiche utilizzate, invece, sono azzeccate al periodo storico e al genere fantasy. Nonostante queste ultime non spicchino per originalità o memorabilità, possiamo constatare che la colonna sonora del programma fa il suo lavoro in maniera ottimale. Un ultimo appunto che vorremmo fare, invece, è quello riguardante le transizioni tra le varie scene. L’input di compiere un passaggio di stage tramite un’animazione computerizzata è stato apprezzato in maniera puramente idealistica. Questo perché, ad ogni avvenimento di questo tipo, i frame dell’episodio subivano un enorme calo, rendendo il pacing generale discontinuo e, a tratti, non proprio bello da vedere, anche perché molti cambi erano scollegati alla FX che li precedeva.
Noi di VMAG non abbiamo, malauguratamente, apprezzato al massimo la visione di Cursed. La mancanza di cura nei dettagli nei combattimenti ed effetti speciali hanno reso la visione del programma peggiore delle effettive qualità di cui Netflix è capace. Ciò non significa che non consigliamo la serie, visto che per gli amanti del genere o coloro che sono alla ricerca di una serata in leggerezza passata sulla piattaforma di streaming, è una buona opzione. Confidiamo che per la prossima stagione vedremo un approccio diverso, in cui la qualità complessiva raggiungerà ciò che i creatori intendono trasmetterci davvero.