E’ passato relativamente poco tempo da quando il nuovo capitolo della saga Fire Emblem, Fates, è stato acclamato e lodato per la decisione degli sviluppatori di permettere i matrimoni gay all’interno del gioco.  Tempo di rilasciare il titolo su suolo nipponico e annunciarne la distribuzione occidentale che, da eroe dei diritti degli omosessuali, il titolo è divenuto nemico della libertà di espressione della propria sessualità , colpevole di ritrarre i gay come individui malati e da curare. Come è stato possibile cadere dalle stelle alle stalle ? Armatevi di pazienza (tanta pazienza) e procediamo ad immergersi nel torbido lago della stupidità videoludica.
Questa è la protagonista della storia di oggi: Soleil (no, non Solaire) , soldato di valore dotato di una personalità energica. La ragazza però ha solo un piccolo problema: è particolarmente sensibile al fascino femminile, fatto che ella vive in maniera molto conflittuale dato che ciò la porta ad avere problemi di autocontrollo quando intorno vi sono ragazze carine. Ovviamente, anche Soleil è un personaggio che è possibile frequentare nel gioco  con il protagonista maschile di Fire Emblem, e gran parte dell’interazioni che si hanno con questo lei  mettono in luce come sia impegnato nel cercare di diventare una donna forte e indipendente, che non sia poi così sensibile al punto debole sopracitato.
Procedendo con il frequentare la ragazza, il nostro protagonista deciderà quindi di aiutarla in una maniera che definire estrema è un eufemismo: correggendo una bevanda che le viene servita con una polvere magica (scena che non viene mostrata nel gioco), Soleil finisce per percepire per breve tempo tutti gli uomini come donne, e viceversa.  Ovviamente il nostro protagonista non farà eccezione, trasformandosi temporaneamente in un’affascinante donzella.
L’effetto non è ovviamente permanente e, alla fine, il nostro protagonista rivelerà alla povera Soleil di averla ingannata al fine di cercare di aiutarla in prima persona, facendola abituare gradualmente ad avere a che fare con le ragazze. Questa esperienza porterà la nostra compagna di ventura ad innamorarsi di noi e a dichiarare il suo amore, sbocciato secondo lei quando, sotto gli influssi della bevanda corretta, ha visto la versione femminile del protagonista. Nonostante ciò, Soleil afferma di provare sentimenti per l’amato a prescindere dal sesso. I due convolano a nozze, baci, bel finale e qui si chiude la storia, no ? Prima di scoprire la risposta, di seguito un video postato da Adam Evanko, traduttore di alcune opere videoludiche e che, oltre ad illustrare la scena, fornisce la sua opinione:
Bene, tornando al quesito, la rispota è no: la questione non si chiude qui, perché dove termina il lavoro degli sviluppatori inizia quello dei videogiocatori che hanno visto in questa serie di scene il demonio. Sotto accusa ci sono due fattori: il gesto del protagonista che ha, in parole povere, drogato una compagna e la presunta visione di un personaggio omosessuale, in questo caso Soleil, che viene quasi curata dalla sua ideologia sessuale. Ora, procediamo con calma e analizziamo un problema alla volta, partendo ovviamente da quello principale.
In Fire Emblem Awakening, il capitolo precedente della serie, è presene un personaggio chiamato Lon’qu: spadaccino tutto d’un pezzo che ha una sola debolezza, l’essere incapace di relazionarsi con le donne. Nel corso delle interazioni con lui, il protagonista (o la protagonista) lo aiuta a superare queste sue paure fino a conquistarne l’amicizia, o l’amore. Vi ricorda qualcosa ? Ecco, per quanto la storia di Lon’qu e quella di Soleil siano leggermente differenti e al contrario, bisognerebbe chiedersi perché nel primo caso il tutto è stato recepito come un qualcosa di “carino” che denota il personaggio dello spadaccino come una persona profonda e tormentata mentre, nel secondo, come un delitto ai diritti degli omosessuali.
Ultimamente vi è la tendenza a vedere qualunque scelta degli sviluppatori come una mossa sociale, un mezzo per trasmettere o supportare una data ideologia. Ci si illude che tutto abbia doppi fini, che ci siano sempre messaggi nascosti, e si tende a dimenticare che alcuni giochi vogliono semplicemente raccontare una storia o offrire divertimento. A prescindere dal fatto che il personaggio di Soleil, in ogni caso, probabilmente rimarrà sempre e comunque interessato alle ragazze, la sua storia insegna come ella riesca ad andare oltre alle sue paure e ad apprezzare i forti legami non in base al sesso del compagno o della compagna, ma a ciò che le dice il cuore. E’ una storia, una pura e semplice storia raccontata senza pretese, non il manifesto di come si debba vivere la propria sessualità .
Queste polemiche ricordano molto da vicino quelle sterili voci che si lamentavano dell mancanza di personaggi di colore in The Witcher 3: Wild Hunt.  Ma se uno sviluppatore, o un autore, vuole creare un mondo fantasy come la terra di Fire Emblem o quella in cui lo strigo caccia i suoi mostri, perché non si deve più sentire libero di caratterizzarlo come vuole ? Stiamo parlando di mondi fantastici, storie inventate o, al massimo, parzialmente ispirate da contesti storici realmente accaduti. Se possiamo comprendere infatti come la decisione di Nintendo di bandire i rapporti tra lo stesso sesso da Tomodachi Life, gioco che dovrebbe, sulla carta, permettere di trasportare fedelmente se stessi e i propri amici all’interno dell’esperienza, abbia generato molte critiche,  è a dir poco senza senso attaccare una visione creativa fantastica esposta con rispetto e composta da personaggi immaginari.
Questo discorso vale anche per il problema relativo al protagonista che ha somministrato una presunta droga alla povera Soleil. La filmografia, la letteratura o tutta la libreria videoludica fantasy ci hanno già abituato ad incantesimi, veleni, droghe e persino pozioni dell’amore  somministrate al l’insaputa dei personaggi: è un classico dei racconti di fantasia che niente ha a che vedere con realtà molto più concrete e reali come le droghe dello stupro.
Inoltre sfugge a qualunque comprensione come si possa giudicare un dialogo tradotto amatorialmente dal giapponese, lingua molto distante dalla nostra e che offre spesso molteplici interpretazioni. Kotaku ci rivela infatti come il termine usato nel dialogo per indicare l’aggiunta che il protagonista fa nella bevanda della ragazza (mahou no kona) indica in realtà anche un condimento, termine che per quanto non cambi il gesto del nostro eroe sicuramente ne contestualizza meglio l’atto.
Ma poi, anche se il protagonista avesse davvero drogato Soleil pensando di agire per il suo bene, sarebbe davvero un’offesa ai giocatori ? Di questo passo si arriverà ad un livello di degrado tale che i personaggi di fantasia non saranno più liberi nemmeno di commettere errori o comportarsi in maniera immorale, e quella si che sarebbe un’offesa all’intelligenza di chi gioca, ritenuto come un destinatario di un prodotto censurato per persone incapace di scindere il vero dalla fantasia.
Se non è Soleil a farsi tutti questi problemi, perché dovrebbero farlo i giocatori di Fire Emblem ? Seguiamo l’esempio della ragazza soldato e, a prescindere da gay, non gay, omosessuali o eterosessuali, godiamoci i bei o brutti personaggi e le belle e brutte storie per quello che sono, non per quello che ci o non ci vediamo.
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