Quando si pensa ai videogiochi simulativi, sicuramente il filone della simulazione di vita appare come un sottogenere molto evocativo alla memoria dei più. In questo senso, è facile pensare a The Sims. Dopotutto, non solo nell’intrattenimento, questo campo ha sempre attirato l’attenzione delle persone per le potenzialità non esclusivamente ludiche, ma anche di ricerca. Basti infatti pensare al celebre esperimento informatico degli anni ’60 chiamato The Game of Life, ovvero il gioco della vita, che simulava per l’appunto il ciclo biologico di un organismo cellulare all’interno di un computer. Da quegli anni sono stati fatti tantissimi progressi, arrivando ai nostri giorni in cui riproduciamo addirittura eventi astronomici su larga scala grazie all’uso di potenti supercomputer. Tuttavia, di questo grande progresso tecnologico, anche l’intrattenimento informatico ne ha beneficiato, specialmente grazie a un uomo; stiamo parlando di Will Wright, il leggendario Game Designer che diede vita ai Sims. Andiamo a ripercorrere la sua storia e quella della sua creatura, che ancora ai giorni d’oggi continua ad attirare i favori di tantissimi giocatori.
In principio, era Sim
Per comprendere il lungo percorso che portò alla nascita della leggendaria saga di The Sims dobbiamo fare un passo indietro nel tempo, in particolar modo fino al 1989, quando il celebre designer ebbe un’intuizione che avrebbe rivoluzionato il mercato, portando alla nascita di un franchise importante come quello dei Sim. L’informatico ipotizzò che con il sempre crescente progresso tecnico dei sistemi informatici, non ci sarebbe voluto molto per vedere delle simulazioni accurate e realistiche sotto forma di videogiochi. Fu così che Will Wright ideò i Sim, una gamma di videogame che si riproponeva di riprodurre aspetti della vita reale. In questo modo che nacquero titoli importanti per la storia del videogioco come SimAnt, SimEarth e il famoso city builder SimCity. In questo percorso ci furono anche interessanti incontri con altri designer leggendari come Sid Meier (di cui parleremo nello speciale dedicato a Civilization) che diedero luogo a titoli interessanti come Sid Meier’s SimGolf, e sicuramente fu questa l’idea alla base della saga di The Sims.
Poi venne The Sims
SimCity fu un successo enorme per il suo autore, che ebbe l’illuminante idea di simulare lo stesso contesto, quello della vita umana, in una scala più piccola. Certo, costruire intere città, gestire le tasse e offrire beni e servizi ai propri cittadini sembra davvero una bella esperienza di simulazione, ma dopo un po’ può stancare: dopotutto la gestione dell’urbanistica è qualcosa di estremamente difficile e tedioso nella realtà, figuriamoci in un contesto ludico. A un tratto, ecco l’illuminazione: perché non ricreare una città più piccola, con tutti i suoi abitanti, tutti diversi? Sì, una simulazione di vita a tutti gli effetti, dove i nostri Sim hanno i loro bisogni, desideri, speranze e paure, un sandbox totale che lascia la piena libertà al giocatore di osservare e sperimentarne le molteplici forme e situazioni dalla sicurezza della propria casa. Fu così che a febbraio del 2000 venne alla luce la prima edizione di The Sims, un gioco che avrebbe lasciato il segno. Inutile dire che il successo fu rapido e inaudito, e diede luogo a tantissimi spin-off e DLC che continuarono a trainarne la rilevanza e la popolarità.
The Sims 2 e il ritorno di fiamma
Il successo continuò per diversi periodi, in cui si scatenò una vera e propria Simsmania, come venne definita dai media dell’epoca. Il titolo ebbe un ritorno davvero impressionante, specialmente con il pubblico femminile, che grazie a questo titolo fece un ulteriore passo avanti verso l’emancipazione delle giocatrici rispetto a una passione che in quegli anni era ancora considerata preminentemente maschile. Numerose furono le espansioni che si susseguirono nel corso di quell’epoca; dall’esperienza universitaria alla convivenza con gli animali domestici, il titolo esplorò numerosi scenari tipici dell’esistenza dell’uomo moderno. Fu chiaro che questo era solo l’inizio, quando il 17 settembre 2004, a seguito di una campagna promozionale molto spettacolare per l’epoca, nacque The Sims 2, il sequel rinnovato del celebre simulatore di vita che, forte del successo riscosso al debutto, era ritornato più potente di prima, con una grafica tridimensionale, maggiore realismo e numerosi contenuti e meccaniche aggiuntivi. Anche questo fu un periodo felice per Maxis ed Electronic, con un totale di ben 18 espansioni sviluppate in esclusiva, non includendo tantissimi spin-off e porting per le maggiori console dell’epoca, tra le quali menzione speciale meritano quelli per la PSP come The Sims 2 (PSP), The Sims 2 Pets e The Sims 2 Castaway che sono ancora oggi riportati come degli ottimi esempi di un porting valido ed efficace.
Non c’è The Sims 2 senza… 3
La rilevanza del titolo crebbe come il numero di espansioni: oramai con The Sims si parlava di un vero e proprio fenomeno dell’industria che era arrivato a consacrarsi ad archetipo del genere simulativo. L’interesse e la popolarità di questo titolo sono ricordati con interesse anche in quanto diedero origine ai primi casi d’ibridazione con altri rami dell’industria dell’intrattenimento. Le collaborazioni con grandi artisti musicali, ad esempio, furono un grosso esempio di questo sviluppo verticale del settore del gaming: infatti grandi nomi come Katy Perry oppure gli italiani Finley collaborarono con Electronic Arts per creare delle versioni in lingua sim delle loro canzoni, mentre ulteriori contratti vennero siglati con brand della moda come Moschino oppure con grandi catene come IKEA. D’altro canto, la comunità dei giocatori continuava a crescere e a solidificarsi grazie a un brillante supporto alle mod, un’ottima strategia di marketing e alcuni elementi unici del gioco, come la possibilità di creare vere e proprie “dinastie“, famiglie di Sim messe in piedi dai giocatori, oppure i numerosi misteri e stranezze del titolo che divennero il suo tratto distintivo. Ma il futuro stava arrivando, e il successo di questo franchise era appena cominciato… Con The Sims 3, lanciato a giugno 2009, Electronic Arts era pronta a portare la saga su tutto un altro livello, con la creazione di un vero e proprio open world.
L’eredità della saga: The Sims 4
Sulla scia dei successi passati, anche The Sims 3 godette di ottime vendite e di tantissima attenzione dal pubblico. La particolare scelta del mondo aperto e delle numerose opzioni di personalizzazione, forse le più profonde dell’intero franchise, diedero i suoi frutti con più di un milione e mezzo di vendite solo al lancio, ulteriormente supportate da numerose espansioni significative e ricche di contenuti che consegnarono tante nuove possibilità e meccaniche nelle mani dei giocatori. C’era un po’ di tutto, dal soprannaturale al mondano, e il gioco finì per ricalcare la linea delle edizioni precedenti con un gran totale di undici pacchetti DLC. The Sims 3 fu molto popolare e, benché vittima di alcuni bug particolari e spaventosi e di una certa infelicità dal punto di vista delle fattezze dei Sims, verrà ricordato come un grande esempio delle potenzialità del settore videoludico in linea con la rivoluzione tecnologica di quegli anni, che dotò di maggior potenza di calcolo i computer. Il 4 settembre 2014 fu la volta del suo erede: The Sims 4. Il gioco questa volta adottò uno stile più cartoonesco e un ritorno alle vecchie meccaniche di spostamento dei personaggi attraverso una schermata di caricamento, lasciando delusi alcuni dei fan che avevano davvero apprezzato il grado di libertà offerto dal predecessore.
Il futuro
A oggi, The Sims 4 continua a essere un cavallo di battaglia di Electronic Arts. Il titolo gode di un’ottima audience e di un vasto parco di giocatori, bensì i fan di vecchia data lamentino molte mancanze da parte degli sviluppatori. Si tratta di un prodotto moderno e ricco in termini di contenuti, che continuerà a essere supportato per molto tempo prima di vedere un sequel all’orizzonte. Recentemente sono stati rilasciati molti DLC per il gioco, l’ultimo qualche giorno fa, The Sims 4: Vita Ecologica, di cui vi avevamo annunciato l’introduzione da parte del team di sviluppo. Difficile dire come continuerà questa storia vincente, ma di sicuro possiamo dire che una saga come questa sia molto rara in termini di rilevanza ed effetti, e sicuramente avrà molto da mostrarci anche negli anni a venire. Noi di VMAG vi ringraziamo come sempre per la vostra lettura e vi invitiamo a seguire anche i prossimi approfondimenti sul mondo videoludico.
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