Che fine hai fatto? La domanda che facciamo agli amici che non ci rispondono ai messaggi ora che è finita la quarantena, ma non solo. Anche la domanda che, da videogiocatori, vogliamo rivolgere alle software house che ci hanno dato grandi speranze con fantastici trailer, a volte persino gameplay. Ma che poi, per mesi, hanno taciuto e interrotto ogni forma di comunicazione sui loro progetti. Questa, quindi, è la Top 5 Videogiochi TBA. Quei titoli la cui data di release ufficiale è ancora “to be announced”, da definire. O, forse ancora peggio, “2020”. Sì, ma 2020 quando? Che devo prendere appuntamento pure dal barbiere ormai, mi serve qualche certezza in più. Comunque, una top, vogliamo specificarlo prima di iniziare, senza graduatoria, nella quale sono stati inseriti 5 eccellenti di indubbio appeal generale.
Gods and Monsters
Ultimo avvistamento: E3 2019. Contestualizziamo, perché per chi non lo ricordasse solo 2 anni prima era stato rilasciato The Legend of Zelda: Breath of the Wild (spoiler: non è l’ultima volta che leggerete questo nome durante l’articolo). Un’esperienza che aveva scosso dalle fondamenta il mondo videoludico degli Open World e non solo, mettendo Link dentro un mondo praticamente perfetto e privo di limiti esplorativi; interessante, vasto, pieno e mai noioso. Il tutto, con uno stile grafico estremamente cartoon, eppure rifinito e “nintendoso“, se sapete cosa intendo. Bene. Ubisoft, con solo due anni di ritardo (allora, perché adesso sono tre) deve aver pensato “cavalchiamo l’onda, e rilasciamo un titolo breath of the wild-like” ambientato nella mitologia greca. E sapete cosa? Il trailer cinematico, unico reperto che testimoni l’esistenza del gioco, non era nemmeno male. La “vibe” nintendosa c’era, la voglia di sperimentare un diverso genere di open world pure. E che fine ha fatto? Mistero. Il titolo è ancora previsto per la release nel 2020, ma a che prezzo? Ci sono ancora i presupposti per apprezzare un “Breath of the Wild-like”? I fondi? E che dire del fatto che siamo in piena cross-gen, sparati a mille verso PS5 e Xbox Series X? Vedendo il titolo sotto questa ottica forse un pochino cinica, abbiamo un po’ di dubbi sull’effettiva qualità di Gods and Monsters. Ma restiamo felicissimi di essere smentiti in futuro!
Bayonetta 3
La strega di corvini capelli Bayonetta è ormai divenuta un’icona del genere Hack and Slash Action “ignorante”. Con soli due titoli, entrambi annoverabili fra i capolavori del genere, e dei videogiochi in generale, ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per rivaleggiare con i mostri sacri, che fra l’altro le sono anche parenti. Alle redini del progetto Bayonetta c’è infatti il papà di Devil May Cry, Hideki Kamiya, che nel frattempo non è stato esattamente con le mani in mano, da quando nel lontanissimo 2017 un mini teaser annunciava al mondo che “Bayonetta 3 si fa, di nuovo grazie a mamma Nintendo”. E allora? Che fine hai fatto? Il silenzio era divenuto tanto assordante che alcuni gridavano già alla cancellazione, prontamente smentita da Platinum games, e da Kamiya stesso. Fatto sta, però, che nei radar al momento non c’è davvero nessuna traccia di lei, la sensualissima Bayonetta.
Elden Ring
I soulslike sono titoli unanimemente conosciuti per il loro gameplay duro come l’acciaio, il livello di difficoltà alto, e il genere di appartenenza: l’Action RPG; il quale sfocia, per forza di cose, nella necessità di costruire un mondo di gioco all’altezza, una motivazione valida per agire. Il termine Lore si riferisce proprio al mondo di gioco, potremmo dire, alla storia che raccontano non le parole, ma le ambientazioni e le descrizioni degli oggetti. I soulslike vivono, respirano, si costruiscono tutti sulla lore, che tanto più è dettagliata e complessa, tanto più permette ai creativi del reparto art direction di sbizzarrirsi e renderla viva nelle location, nei design, nei mostri e nei Boss di un universo che non ha bisogno di raccontare una storia che si snodi nel corso del gioco. Ma piuttosto, di averne alle spalle una più grande e potenzialmente infinita, vecchia come il mondo, da scoprire pezzo dopo pezzo e ricomporre come un puzzle. E se vi dicessi che 11 mesi fa “papà Miyazaki”, ideatore e lead developer di ogni “Souls” di From Software, ha annunciato con un trailer cinematico di star lavorando a Elden Ring? Un RPG Action non proprio Soulslike (ma sappiamo bene come andrà a finire, dai)? La cui mitologia era stata scritta in collaborazione con George R.R. Martin, la penna da cui è sgorgato l’inchiostro rosso sangue delle pagine de Il Trono di Spade. CHE FINE HAI FATTO, urlano i fan, e urliamo anche noi. Sia a Elden Ring, che a George, ovviamente, che ha giusto qualche libro ancora da finire.
Watch Dogs Legion
Ma guarda, un altro titolo Ubisoft. Sarà per via della pandemia, certo, che alla fin fine ha ritardato a quasi ogni progetto di ogni software house, per forza di cose. Ma dell’apparentemente maturo Watch Dogs Legion, Ubisoft, dall’E3 2019, non ci ha più mostrato nulla. E sì che in quell’occasione di gameplay ci aveva letteralmente ricoperti, con sessioni lunghe, medie e brevi, cinematiche e non. Sessioni dalle quali si poteva evincere che, finalmente, Watch Dogs Legion avrebbe reso giustizia al concept di “hacking” del mondo di gioco, alzando l’asticella ben oltre il “disattiviamo quella telecamera per fare un po’ di stealth”. Ma non solo. Avete presente quando ci dissero che “in Watch Dogs ogni NPC ha una storia e un carattere, caratteristiche uniche e segreti da spiare e svelare?”. Beh, non fu esattamente così, per quanto ce lo aspettassimo: all’epoca forse non sarebbe stato possibile. Ma il tempo vola, e oggi, o meglio, domani, o meglio, nel 202X, pare che in Legion ogni NPC possa diventare un personaggio giocante con statistiche e caratteristiche peculiari. Wow. Davvero? Forse. I dubbi restano, perché la data di release è ancora tristemente TBA.
The Legends of Zelda: Breath of the Wild 2
Diciamo la verità : Nintendo meriterebbe un articolo tutto suo nella categoria “Che fine hai fatto?”. Basti pensare a Metroid 4, Pokémon Scudo e Spada, che prima di farsi vedere hanno fatto penare non poco i pokéfanatici; e ora, a The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2 (titolo provvisorio, ovviamente). Ma come, il mondo di gioco, a detta dei developer, sarebbe dovuto essere lo stesso di Breath of the Wild (che abbrevierò d’ora in avanti in BOTW), rimaneggiato, certo, ma identico nelle basi fondamentali proprio per accelerare lo sviluppo. Che abbiano cambiato idea? Che abbiano deciso di rendere reali alcune di quelle meravigliose idee scartate durante la realizzazione di BOTW? Alieni che attaccano Hyrule, un ruolo più attivo per la principessa Zelda, se non proprio un capovolgimento di protagonisti tra Link e la succitata. Chissà . C’è chi dice che non lo vedremo prima della nuova (e altrettanto parte del club “Che fine hai fatto”) Switch Pro.
Mancano nomi illustri, lo sappiamo, come ad esempio Anthem Next, di cui, a detta di Bioware, sapremo qualcosa in più quando si disgeleranno i ghiacciai, e loro avranno capito come accontentare capra e cavoli: fan dei GDR e amanti dello shooting cooperativo di massa online. Che se lo ripetete tre volte di fila sembra uno scioglilingua. Scherzi a parte, come abbiamo detto in apertura questo articolo voleva fungere quasi da sfogo/recap. Una sostituzione del meno pratico urlare alla finestra “che fine hai fatto?”, o delle compulsive chiamate ai vari call center delle case di sviluppo. Che ormai mi conoscono per nome, e con alcuni operatori ormai ci chiacchiero per delle ore (quelli con il numero verde). Che dire. “Si sta come d’autunno, sugli alberi le foglie”. E nelle conferenze, i teaser trailer.Â
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