Archer VR Recensione – Una freccia per domarli tutti

Versione Oculus Rift

Archer VR Recensione | Per tutti gli appassionati di videogiochi è quasi impossibile parlare di VR senza pensare a Ready Player One di Steven Spielberg. Ancora non siamo riusciti a raggiungere il fantastico mondo virtuale di Oasis e il suo livello di immersività, ma le case di produzione stanno iniziando sempre di più a sviluppare titoli da poter sperimentare in realtà virtuale. Abbiamo avuto la possibilità di testare la versione in accesso anticipato di Archer VR, creato e prodotto dalla ARVI VR, titolo molto interessante perché, anche grazie alla sua immediatezza nell’apprendere i comandi, risulta particolarmente indicato per chi si avvicina per la prima volta al mondo del VR. Sulla carta ha tutto quello che può intrigare un’amante dei fantasy: ambientazione epico medievale, la possibilità di sentirsi un eroe o un’eroina che difende il castello da orde di orchi, goblin e troll, e una grafica che ha reso i mostri molto simili a quelli che possiamo trovare in World of Warcraft, rendendo epica l’esperienza di gioco attraverso il visore. Le nostre aspettative erano, dunque, molto alte e siamo rimasti colpiti in modi diversi da questo titolo.

 

Archer VR è un gioco in single player competitivo, in cui l’obiettivo è non solo evitare che le orde di mostri superino il portale e attacchino la città, ma anche fare il più alto punteggio possibile. I livelli sono 3, con un boss finale e 11 achievement da sbloccare, ma la vera chicca è che, al termine di ogni partita, viene mostrato il punteggio ottenuto su una leaderboard. Il fatto che ci fossero solamente tre livelli all’inizio ci aveva lasciati perplessi, sembravano pochi e facilmente completabili, ma non avevamo considerato il mezzo di fruizione del gioco. L’uso del VR, infatti, permette un gioco attivo che perciò stanca molto di più rispetto alla classica console, ed è inevitabile quindi che le partite durino meno tempo. Inoltre uccidere goblin e troll risulta più difficile di quanto si possa pensare. Pur nella sua semplicità il titolo risulta molto accattivante, e diventa una sfida non solo contro gli altri ma anche contro se stessi.

 

Mirare, puntare, fuoco!

 

Appena entrati nell’area del menù ci si trova su una torre di guardia e si viene accolti da un tema musicale epico, che dà una prima scarica di adrenalina. La neve avvolge il castello e cade lentamente, e davanti a noi si trovano alcune delle creature che andremo a combattere. Il menù principale è molto, forse troppo, semplice, presentando solo impostazioni di base come lingua, volume della musica e impostazione da mancini, ma l’attenzione è tutta sul bottone più grande che ci invita a iniziare la partita. Un brevissimo tutorial ci mostra come incoccare e scoccare la freccia, e dopo solo tre tentativi andati a buon fine un gong segna l’inizio della prima battaglia. Ciò che si nota immediatamente è che l’arco non è stato disegnato come quello di un eroe in battaglia, ma più come quello giocattolo che i bambini usano per mascherarsi da Robin Hood. Nonostante ARVI VR abbia già annunciato di voler aggiungere modalità e rivedere l’esperienza di gioco, manca completamente la possibilità di personalizzare l’arco, sia per quanto riguarda l’aspetto estetico, sia la possibilità di effettuare potenziamenti che implementino valori come potenza, precisione o gittata, che sarebbero un notevole valore aggiunto a tutto il gioco.

Appena i primi goblin iniziano ad attaccare il castello, scopriamo casualmente che, incendiando la freccia nel braciere accanto alla nostra postazione, si riesce a infliggere danni maggiori ai nostri avversari, che lanciano grida soffocate quando muoiono. Le prime ondate di nemici sono più lente e con meno unità, dandoci così la possibilità di prendere il ritmo di gioco. Ogni livello ha 10 ondate, e ognuna è più numerosa e con maggiori difficoltà, come, ad esempio, l’arrivo di orchi corazzati o lucertole armate, che necessitano più colpi per essere uccisi. Un altro nemico, che contribuisce a rendere il gioco più dinamico, è l’arpia, una creatura alata che spara sfere energetiche per distrarti e lasciar passare i nemici. Rispetto a un classico titolo su console che permette di muovere la visuale, in questo caso dobbiamo essere noi a guardare in alto, perdendo così il focus sui goblin e gli orchi che nel frattempo avanzano minacciosi. Il giocatore si viene a trovare in una situazione di reale difficoltà, perché per uccidere le arpie sono necessarie di solito un paio di frecce che non sempre vanno a segno. La sensazione, in alcuni momenti, è di sopraffazione, perché i nemici sono tanti e non si riesce a essere abbastanza veloci da ucciderli tutti.

 

La pratica rende perfetti.

 

Sul versante movimento in-game, se non si ha lo spazio per potersi muovere liberamente è possibile spostare la visuale puntando una freccia su un segno a terra, ma purtroppo questo escamotage, ottimo sulla carta, presenta la problematica di caricarsi molto lentamente e far perdere tempo prezioso. Meglio, quindi, muoversi da una torre all’altra usando il teletrasporto, attivabile scoccando una freccia su un globo di energia posto sulla torre di destinazione.

Archer VR ARVI VR 15052020

Sicuramente Archer VR è un gioco pensato per chi ha poco spazio. Infatti, rispetto ad altri titoli in VR, la necessità di movimento è limitata. Si gioca per lo più sul posto, l’area di gioco è minima, ma rimane un titolo attivo in cui ci si affatica soprattutto se si utilizzano i movimenti reali del tiro con l’arco. Non è presente una storia, e per alcuni utenti potrebbe essere un vantaggio, perché si rimane al livello competitivo di un FPS. Una trama potrebbe tuttavia aggiungere valore al gioco, che, rispetto ad altri titoli dello stesso genere, sembra pagare qualcosa in termini di grafica, meno dettagliata e per certi aspetti un po’ “datata”. Sfruttare l’immersività della realtà virtuale può essere un ottimo modo di catturare i giocatori, facendogli vivere in prima persona le vicende di un eroe o un’eroina medievale che si battono da soli contro un’orda di nemici. Ecco, forse un aiuto potrebbe fare comodo. Inserire la modalità multiplayer, con un team di 3 o 4 persone che combattono insieme, renderebbe il tutto molto più divertente. Ad ogni modo, Archer VR nel complesso cattura e diverte, e risulta molto piacevole passare il tempo sentendosi un po’ Legolas nella battaglia del fosso di Helm.