Legends of Runeterra – 5 motivi per iniziare a giocare SUBITO

Legends of Runeterra, il gioco di carte digitali di Riot Games ha ufficialmente aperto i battenti. La sua dichiarazione di intenti a Hearthstone e Magic Arena è supportata dalle molte qualità che sta dimostrando di possedere, e che ne fanno una scelta appetibile non solo per i neofiti, ma anche per chi fosse già impegnato (sentimentalmente o meno) con altri titoli. Perciò, abbiamo pensato di riassumervi 5 motivi per i quali dovreste iniziare a giocare a Legends of Runeterra subito, quando si stanno ancora definendo i reali limiti e le sue possibilità.

1. È free to play

Legends of Runeterra è un titolo free to play. Come Hearthstone e Magic Arena, del resto, Riot Games punta infatti a guadagnare sull’acquisto di carte all’interno del gioco, nuove espansioni, pacchetti e via discorrendo; non sul comprare il titolo in sé. Ma non solo. Squadra che vince non si cambia, e infatti LoR (abbreviazione di Legends of Runeterra) come LoL (abbreviazione di League of Legends) sfrutta l’esperienza e l’indubbia attrattiva dei suoi design per proporre l’acquisto di numerosi elementi cosmetici davvero ben realizzati. Che non hanno, ovviamente, alcun impatto sul gameplay. “E a noi, che ci frega?” chiosate da dietro agli schermi dei vostri PC. Vi frega, perché se LoR, a differenza di Hearthstone, ha intenzione anche nel prossimo futuro di ricavare buona parte dei suoi proventi da elementi estetici, possiamo aspettarci, e in effetti ad ora li abbiamo eccome, una quantità eccezionale di regali e reward. Carte e pacchetti gratis, in breve. Il che fa di LoR un gioco potenzialmente ancor più free to play di Hearthstone. Almeno per ora. Perché un giocatore con tante carte e mazzi di cui “vantarsi” è invogliato a rendere “più scintillante” il suo dorso, il suo campo di gioco, il suo pet (del tutto inutile quest’ultimo, ma molto molto carino).

Legends of Runeterra

2. Ci sono un sacco di Reward

Giocando a Hearthstone in maniera completamente free to play, ci si accorge immediatamente dei limiti temporali imposti dal basso tasso di reward gratuiti (anche se a dire il vero in tempi recenti sono aumentati) offerti al giocatore fosse anche solo in cambio della sua fidelizzazione. Questo, perché il gioco è già lanciato, e non ha più bisogno di pubblicità, almeno, non tanto quanto Legends of Runeterra. LoR, per ora, in fase di lancio sta invece ricoprendo i player, tutti, di numerosi pacchetti, forzieri, shard con cui costruire le carte e via discorrendo. Se c’è un momento migliore per iniziare a giocare a un free to play del genere, dunque, è proprio al suo esordio. Quando i developer, Riot Games, stanno permettendo a tutti di costruire una base solida di carte collezionate che spinga poi i nuovi arrivati a restare più a lungo, anche quando l’ondata di regalia sarà terminata.

3. È più dinamico dei concorrenti

Arriviamo, infine, a parlare di gameplay. Non approfondiremo troppo l’argomento, limitandoci a dire che Legends of Runeterra ha dalla sua una notevole dinamicità. Di molto superiore a quelle di Hearthstone, o Magic. Lungi dal dire che sia per forza un punto a favore, dato che alcuni potrebbero trovare stressante il continuo scambio di azione e risposta di LoR. Eppure, a noi è piaciuto destreggiarci in maniera più fluida con le carte che avevamo in mano, non solo sul terreno, e usarle al momento opportuno per rispondere attivamente all’avversario. Piuttosto che, come in Hearthstone, arrestare tutte le azioni eseguibili nello spazio di un unico turno di nostro appannaggio. Limitandoci ad osservare quando tocca all’avversario agire. Fra magie rapide e creature evocabili senza soluzione di continuità nel nostro turno o in quello dell’opponent, le partite di LoR durano anche qualcosina in meno, in termini di tempo, rispetto ai concorrenti. Tutto di guadagnato, per chi gioca da Mobile i classici match mordi e fuggi.

4. Gli equilibri sono ancora tutti da definire

Diversamente da Hearthstone, che ha dalla sua un pool eccezionale di passate espansioni su cui contare, Legends of Runeterra è appena arrivato, e il set di carte che ha presentato ai suoi fruitori è fresco, nuovo, vario negli effetti, negli artwork e nelle tipologie di carte. Ristretto sì, ma incredibilmente bilanciato. Così bilanciato, che, vuoi perché non esiste ancora un vero competitivo professionale, vuoi perché la voglia di sperimentare è tanta, i mazzi che si incontrano in giro sono sempre diversi e tutti, a loro modo, validi. Questa, chiaro, è una realtà figlia della giovinezza di LoR, che è destinata, come sempre accade, a finire quando, volenti o nolenti, si entrerà nella fase “incremento di power level” delle carte. E’ fisiologico e inevitabile. Visto che, però, adesso non è ancora così, quale momento migliore di imparare a giocare come si deve, se non ora che tutto è possibile?

5. È bellissimo da vedere

Ultimo, ma non ultimo, anche l’occhio vuole la sua parte. E fra le animazioni di evoluzione dei campioni, gli effetti delle magie, tutti graficamente differenti; i minion, il design dei terreni, dei dorsi, delle carte stesse, in Legends of Runeterra gli occhi rimarranno più che soddisfatti. Non avevamo dubbi che Riot Games ci sarebbe andata giù pesante nel definire un comparto tecnico e grafico meraviglioso. Di più, come in Hearthstone, anche in LoR le carte sono state doppiate in italiano e caratterizzate per rispecchiare i personaggi del mondo di League of Legends. Si tratta di un dettaglio che fa davvero la differenza, e mostra tutta l’abilità di Riot Games nell’imparare dagli avversari, quando fanno bene, ovvio. Nel rispetto di una competizione che, da subito, anche prima della release effettiva, si preannunciava “spumeggiante”.

Avrete capito, quindi, che il momento migliore per iniziare a giocare a Legends of Runeterra è proprio questo. Nella speranza che Riot Games faccia le cose per bene come già per LoL, e tenga vivo, bilanciato e competitivo un gioco di carte che ha tutte “le carte” (battuta scontata ma inevitabile) in regola per affiancarsi a Hearthstone e Magic Arena, nel sempre più affollato mondo delle carte virtuali.

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