Homecoming Anteprima Seconda Stagione | Homecoming, significa letteralmente “ritorno a casa” e serve ad identificare feste o riunioni che vengono celebrate nelle scuole, soprattutto superiori. Amazon Prime Video prende questo innocuo termine e lo trasforma in qualcosa di misterioso e altamente pericoloso. Come un lupo travestito da pecora, l’incipit della prima stagione di Homecoming era proprio il programma organizzato dalla Geist per scopi riabilitativi. 18 soldati, prima del rientro nella vita quotidiana e che mostravano forme di PTSD, venivano portati in Florida, in un paradiso terrestre solo per loro, con l’unico scopo di aiutarli a ricominciare. Dopo vari eventi che si sono susseguiti durante i primi episodi, molte erano ancora le domande irrisolte. E la seconda parte di questa serie intende svelarli tutti da un nuovo punto di vista, che ancora non avevamo potuto conoscere in precedenza. Sapendo come andava a concludersi la decima puntata, noi di VMAG siamo molto interessati a visionare queste nuove (da 1 a 7) che ci sono state gentilmente concesse in anteprima da Amazon stessa. Tranquilli, non ci saranno spoiler, ma faremo un recap generale per rammentarvi ciò di cui avrete bisogno per seguire il discorso e che, comunque, avreste dovuto revisionare prima di cliccare sulla seconda stagione di Homecoming. Questa sarà disponibile dal 22 maggio 2020. Ora, senza ulteriori indugi, tuffiamoci in questo nuovo mistero.
Nuova stagione, nuovo caso, nuova protagonista. Ebbene sì, la nostra Julia Roberts lascia i riflettori per dare spazio a Janelle Monáe, qui conosciuta meglio come “la donna che si sveglia in una barca“. Inizio interessante, soprattutto se mostrato nel trailer, per darci quel pizzico di intrigo in più. A primo impatto sarà difficile collegare i vari eventi che ricordavamo essere accaduti nella prima stagione, ma tranquilli: tutto ha un senso e verrà spiegato a tempo debito. Ricapitoliamo, a grandi linee, ciò che è accaduto prima degli eventi della seconda stagione. Heidi Bergman, interpretata da una fantastica Julia Roberts al suo primo debutto sul piccolo schermo, lavora per Homecoming. Lei ha il compito di parlare con i ragazzi, di età non maggiore ai 30 anni, e di appuntare ogni sintomo di miglioramento o peggioramento. Monitorati giorno e notte, gli ex-militari sono in realtà delle cavie da laboratorio, sfruttate dalla Geist per creare un siero capace di cancellare i ricordi. In questo modo, una volta eliminata qualsiasi memoria traumatica dalle loro menti, sarebbero stati rinviati sul campo di battaglia, in un loop infinito di riciclo.
Ma allora chi è questa donna misteriosa? Ricordate il finale dopo i titoli di coda di Homecoming? Audrey Temple, tranquilla segretaria della Geist fino ad un momento prima, riesce ad incastrare Colin Belfast e a fargli firmare una dichiarazione. Nel documento lui attesta di essere l’unico colpevole del progetto Homecoming e di prendersi ogni singola responsabilità per ciò che è accaduto nella sua sede in Florida, ovvero tutto ciò che è successo con Heidi Bergman ed il caso di Walter. Ecco, senza entrare troppo nello specifico per garantirvi una visione ottimale, sappiate che c’è un collegamento tra gli eventi della prima e della seconda stagione, anche se all’inizio non sembra. Dopo i primi due episodi, molto più movimentati rispetto al generale andamento della serie, si avranno molte più domande di quante, ma questa confusione carica lo spettatore a continuare a cliccare su “prossimo episodio” per avere qualche spiegazione.
Vedremo tutto con un nuovo punto di vista, inedito e ignoto, ma già presente anche nella prima stagione.
Seppur inizialmente potremo anche chiederci cosa centri questa story line con la trama principale, tutto tornerà con un piccolo cliffhanger a fine seconda puntata. L’identità di Homecoming non va però a perdersi con l’arrivo di una nuova protagonista e nemmeno con alcuni flashback che serviranno proprio a spiegarci le linee temporali in cui si sono svolti sia gli eventi della prima che della seconda stagione, proprio come accadeva durante la storia di Heidi. Passato e presente si intrecciano, svelandoci alcuni dettagli prima solo mostrati ma non ancora motivati o spiegati. Sam Esmail (regista di Mr. robot per intenderci) riesce anche qui a mantenere un’ottima direzione e, con qualche piccolo particolare o un’inquadratura in più, riallaccia la palette di colori identitaria della serie. Con ancora una ricerca simmetrica ed un comparto sonoro preponderante e viscerale, la tensione sale ma non più per gli stessi motivi.
Noi di VMAG ci aspettiamo molto dal finale della seconda stagione di Homecoming. Le premesse per ribaltare ogni teoria ed ipotesi sono anche plausibili ed è questo quello che riesce a far restare incollati allo schermo. Ancora una volta non ci si può fidare di nessuno e le risposte che abbiamo potuto ricevere durante questi 7 episodi sono sì esaustive, ma necessitano di ulteriori chiarimenti. Avremo un finale autoconclusivo o un’ennesima scena post credit che ci farà domandare e sospettare ancora di più? Dovremo attendere il 22 maggio per avere tutte le risposte, ed ormai manca davvero poco.
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