WarriOrb Recensione PC | La saga dei Souls di From Software ha fatto scuola, ispirando la creazione di un sottogenere di videogame definito souls-like che ne eredita svariate caratteristiche del gameplay, ma in particolare l’alto grado di sfida proposto. Con il tempo però, il panorama si è sicuramente arricchito di titoli validi ed ha visto nascere un’innumerevole quantità di progetti poco ispirati o totalmente sbilanciati, incapaci di offrire al giocatore un’esperienza in linea con le aspettative. Oggi ci troviamo a parlare di un gioco fortemente influenzato dalle opere di From, intitolato WarriOrb: un platform 2D sviluppato da Not Yet e pubblicato da Maple Whispering Limited su Steam, che promette intense sessioni tra enigmi e boss fight, facendosi strada nel mondo rimbalzando e rotolando. È uscito ieri 28 aprile 2020, e noi siamo qui per illustrarvi le nostre impressioni a riguardo. Sarà riuscito a fare breccia nel cuore degli affamati hardcore gamer?
Con una breve ma struggente cutscene, veniamo subito catapultati nel gioco. Vestiremo i panni di un demone intrappolato nella curiosa forma di una palla, che sarà tanto difficile da accettare per il mostriciattolo quanto lo sarà per noi imparare a padroneggiarne i movimenti. L’atmosfera nella quale muoviamo i primi passi ci presenta un mood dark-fantasy e una storia che ci impegnerà nell’obiettivo di fuggire dallo scomodo corpo che ci confina, unendo le forze con il mago che per errore ci ha evocati, nel disperato tentativo di riportare in vita la figlia scomparsa. Apprendendo un po’ di storia del mondo circostante, i giocatori di Hollow Knight potrebbero provare una sensazione di déjà -vu sentendo parlare di un reame caduto in rovina a causa di una calamità che ne ha colpito gli abitanti, sebbene ci si renderà presto conto di avere davanti un percorso unico e altrettanto insidioso.
Il primo atto non sarà clemente con i nuovi arrivati, ponendoli davanti a delle sezioni di platform già complicate, ma anche mirate a far conoscere al giocatore i movimenti e le possibilità offerte dallo sferico corpo che ci si ritroverà a comandare. Il funzionamento di questa bizzarra forma è pressoché identico a quello di una palla: rotola, rimbalza e, se non si calibrano bene i movimenti, può risultare incontrollabile. A tal proposito, la precisione è essenziale in WarriOrb. In linea con il genere dei souls-like, risulterà tremendamente punitivo nel caso in cui si commetta anche un piccolo errore di posizionamento, talvolta riportando i giocatori ad inizio livello e costringendoli a riaffrontare le insidie che credevano di essersi lasciati alle spalle.
Morirete spesso. In caso contrario, state sbagliando qualcosa.
Questo messaggio da parte degli sviluppatori apparirà spesso nelle schermate di caricamento. Mette le cose in chiaro sul percorso che si andrà ad intraprendere e sarà importante da tenere a mente, soprattutto per i novizi del genere che potrebbero trovarsi di fronte a delle sfide davvero complicate e veder spesso andare in fumo ore di progressi nella mappa, a causa di una morte inaspettata. Nonostante sia prettamente indirizzato ad un pubblico hardcore, il gioco viene in soccorso anche dei meno navigati. Attraverso la meccanica del Soulkeeper, un incantesimo che fungerà da punto di respawn portatile e collocabile pressoché ovunque, si potranno realizzare piccoli checkpoint laddove il gioco non li prevede. Questi permetteranno, inoltre, di teletrasportasi nei loro pressi grazie ad un comando. Attenzione a non fare troppo affidamento su questo piccolo angelo custode, poiché ogni morte avrà come conseguenza una riduzione temporanea della salute (a cui sarà possibile rimediare con un incantesimo di cura o attraverso delle piccole statue sparse per i livelli). Quest’ultime hanno lo stesso funzionamento dei falò di Dark Souls: ripristinano la salute, facendo tornare in vita tutti i nemici già sconfitti.
Oltre a proporre sezioni di platforming di precisione e stimolanti enigmi, che sapranno mettere a dura prova anche i più svegli, il gioco è ricco di numerose sessioni di combattimento con gruppi più o meno grandi di nemici, che purtroppo non riescono ad essere all’altezza degli altri aspetti. Queste battaglie infatti, risultano essere poco avvincenti e piuttosto elementari, caratterizzate da avversari con un’intelligenza artificiale che talvolta lascia a desiderare, ma che non per questo ci consegneranno la vittoria facilmente. C’è, inoltre, da specificare che il Soulkeeper entra spesso in conflitto con gli spawn point dei mostri presenti, portando a volte a morire immediatamente appena tornati in vita a causa di un posizionamento infelice. Questione totalmente differente per le boss fight, che richiederanno di mettere in pratica tutte le nozioni, le abilità e gli incantesimi appresi fino a quel momento. Queste, infatti, consisteranno in un sapiente miscuglio di elementi platform e tempismo per mettere a segno gli attacchi decisivi. Sarà possibile, inoltre, ripetere gli scontri dopo la prima vittoria, sebbene sia un peccato che il loro numero totale sia piuttosto esiguo.
Tutti gli abitanti sono morti, ma non i più pittoreschi che allieteranno il vostro cammino.
L’esplorazione del mondo è una delle parti più interessanti del titolo, poiché ogni sentiero cela un segreto sulla storia passata del regno, una nuova arma da brandire contro gli avversari o qualche incontro con quei pochi ma pittoreschi abitanti che lo popolano. WarriOrb, infatti, fa del sottile umorismo di fondo un suo punto di forza. Presenta dei personaggi con i quali sarà possibile dialogare, commerciare e addirittura portare a termine dei compiti per ricevere succose ricompense, che faciliteranno il nostro viaggio come nuovi incantesimi o chiavi per zone nascoste. Rimanere ad ascoltare le comiche interazioni, che questi incontri avranno da proporci, li renderà memorabili. A far storcere il naso però, sarà il design di nemici e delle comparse, che a tratti potrà risultare caricaturale, ma nella maggior parte dei casi stonerà con l’ottimo lavoro fatto con il mondo di gioco, in grado di restituire un piacevole impatto visivo. Di tutto il comparto artistico, la colonna sonora è senz’altro la vera chicca di questo piccolo progetto indie. Ogni singola traccia entra nella mente e nel cuore dei giocatori, risultando non solo piacevole da ascoltare ma spiccando nettamente su tutto il resto.
In conclusione, Not Yet ci consegna nelle mani quello che, all’apparenza, potrà sembrare l’ennesimo progetto nato dall’eredità lasciata da tutti i souls-like venuti prima. Ma, una volta superato il primo atto, si delinea un’esperienza in grado di mettere in difficoltà anche i più esperti, offrendo un buon numero di ore senza mai un attimo vuoto. È però importante precisare che alcune delle imperfezioni presenti in WarriOrb potrebbero non risultare piacevoli agli occhi dei più esigenti hardcore gamer, abituati a standard molto elevati. Ci auguriamo, pertanto, che futuri aggiornamenti possano andare a limare alcuni lati di questo gioco dal grande potenziale.