Summertime Recensione | Ah, l’estate… che bella stagione. La più bella direbbero alcuni. Niente scuola, ferie lavorative, tanto gelato, il sole, il mare e… l’amore. Non è per essere i soliti guastafeste della situazione, ma si sa che quel periodo dell’anno è dedicato alle peggio commediole, filmettini e piccole serie tv dove due si incontrano, si innamorano, forse per volontà divina, e vivono felici e contenti. Non vi pare di aver sentito questa tiritera un po’ troppo, non solo ultimamente ma proprio “da sempre”? Ebbene, con questa premessa che spezza tutte le aspettative positive, che potreste avere su una di quelle tre categorie succitate, si potrebbe dire che siamo pronti ad affrontare la serie italiana dell’estate 2020: Summertime. Che però esce il 29 aprile… un po’ prestino non trovate? Va bene che, essendo in emergenza virus agogniamo la spiaggia più che mai, ma addirittura uscire con due mesi d’anticipo ci sembra un po’ troppo, giusto? Noi con i felponi, sotto le coperte di lana, che guardiamo degli adolescenti sul bagnasciuga mentre si baciano e ridono e si fanno il bagno: proprio come se fosse uno spot dell’Algida. Netflix Italia conquista la costa adriatica prima di chiunque altro quest’anno, facendoci sognare un’estate all’aperto e al caldo, ricca di passioni e nuove scoperte. Sarà riuscita a convincerci con Summertime ed i suoi giovani attori? Scopriamolo subito!
Una serie tv tutta italiana che ci racconta gli amori e la vita estiva di un gruppo di ragazzi. Summer è una giovane liceale che… odia l’estate. Tralasciando commenti abbastanza discutibili, questa è una delle cose che sappiamo di lei. È molto brava nelle lingue e spera di trovare un lavoretto durante le calde vacanze, per non passare il tempo in spiaggia come tutti gli altri ragazzi della sua età farebbero, amici compresi. Edo e Sofia la stimolano parecchio sulla direzione dello svago, ma sembra proprio che la nostra protagonista debba essere sempre fredda, distaccata e soprattutto mono-espressiva. Almeno finché non incontra un ragazzo misterioso ad una festa. Da lì la chimica si inizia a far sentire nell’aria e, piano piano, il destino li avvicina con un’improbabilità tale da far riflettere parecchio.
Da come sono impostate le loro scene, si capisce immediatamente che solo 2 sono le possibilità di questi fortuiti e “casuali” incontri: il fato li obbliga a ritrovarsi sempre nello stesso posto o semplicemente è la sceneggiatura a pensarci. Ad ogni modo, Summer sembra essere attratta da Alessandro (Ludovico Tersigni), un motociclista professionista che, per via di un incidente, si è preso una pausa dalla pista. Nonostante si capisca immediatamente, anche grazie ai trailer, che questa serie tratti della loro storia, ci sono davvero pochi momenti dove succede qualcosa tra di loro. La maggior parte del tempo non si parleranno o litigheranno a causa dei classici malintesi dei film romantici e, per nessuna ragione apparente, alla fine accadrà quel che deve accadere. Ovviamente niente spoiler, ma sapete di cosa stiamo parlando.
“Shh… li senti i fenicotteri?”
Per attirare una ragazza e flirtrare con lei, è davvero consigliato l’utilizzo di frasi con scarso umorismo come: “Shh… li senti i fenicotteri?”. Almeno loro hanno una stagione intera per riprodursi e coccolarsi, molto più produttivi dei nostri protagonisti insomma. Scherzi a parte, abbiamo trovato dei problemi nel seguire la storia principale, forse a causa del fatto che fosse fin troppo lenta e palese per intrigare davvero. C’è da dire che ci sono altre vicende parallele alle loro che rendono la visione più godibile e, soprattutto, più divertente. L’elemento che fa storcere il naso, sono le scelte da parte dei personaggi, secondari e non, che restano molto discutibili. Le figure dei genitori poi, vengono sempre accantonate, rendendoli solo di contorno quando avrebbero potuto essere più utili e meno trascurati, sia dallo script che dai figli. Essendo una serie dedicata agli adolescenti è chiaro riferirsi a loro e cercare di parlare improntando un discorso, e una storia, che possa influenzarli positivamente ed attirarli per i contesti. Ma stare sempre e comunque dalla loro parte, mostrando solo figure meschine o poco presenti, è una mossa conveniente, ma non realistica.
Ispirata da Tre Metri Sopra il Cielo, Summertime si rivela essere uno show con un impronta artistica estremamente marcata. Questo è un problema? Assolutamente no, il comparto sonoro giova di una serie di nomi molto noti, tra cui Giorgio Poi, che ne firma persino le musiche. E si nota una certa ricercatezza anche nella scelta dell’accompagnamento che, seppur forse un po’ troppo esagerato, porta ad avere molte canzoni in ogni episodio. Da quelle che hanno fatto la storia degli anni ’60-’80, italiane e non, alle più commerciali di adesso per dare quel tocco in più di giovanile. Seguendo questa scia, anche la fotografia ha lavorato parecchio sul rendersi indipendente, unica e riconoscibile. Il problema è che forse, quest’ultimo aggettivo è stato preso fin troppo alla lettera. Summertime è giallo, blu e rosso. Se vedete anche solo un minuto di questa serie tv capirete di cosa stiamo parlando. In ogni scena, e non stiamo esagerando, c’è imperterrito questo pattern sempre acceso. Ora, non sappiamo nemmeno come la produzione sia riuscita nel proprio intento, dato che, per ottenere qualcosa del genere, tutto deve essere a tema. Dai vestiti in pendant, accessori dai colori più finti, sedie e tavolini dei bar, persino le comparse indossano colori ben definiti. Addirittura i mazzi di fiori o le scritte di una maglietta. E non stiamo parlando di qualcosa che solo i più acuti sapranno riconoscere: è palese.
È un po’ come trovarsi in uno spot Algida, solo che a cantare c’è FRANCO126 e non Jovanotti o Cremonini.
Summertime è un titolo con molti problemi di fondo, partendo dalla stessa storia che manca di originalità, ma che comunque resta nei canoni del genere. A livello tecnico alcune scene funzionano, soprattutto per le inquadrature che accompagnano la fine di una e l’inizio di un’altra, garantendo quel richiamo visivo non necessario ma apprezzabile. Sfortunatamente non accade sempre e, se in alcune parti questi stacchi sono più dolci, in altre sono così marcati da confondere, sciogliendo il filo che lega lo spettatore alla visione. Cambi di camera che mostrano oggetti poi scomparsi, spalle dolenti e poi sane per magia, repentini cambi di personalità e quindi consecutive scelte poco chiare e questioni irrisolte non giovano sicuramente la visione, ma la possono rendere divertente involontariamente. Persino la decisione dello stesso outfit per Alessandro, può sì sembrare di star rispecchiando il suo stato d’animo, ma anche risultare una dimenticanza e sfociare in una sofferente ripetitività.
Summertime gode di uno degli ambienti estivi più suggestivi e conosciuti dell’Italia, garantendo anche qualche piccolo spettacolo fotografico in alcuni episodi. Questo, oltre a renderci fieri del nostro paese, è anche a favore di un settore terziario, ora sempre più arido a causa del periodo che stiamo vivendo. Quindi, la serie tv, in piccola parte, apre la strada anche ad altre produzioni italiane che, pian piano, potrebbero subentrare nella piattaforma Netflix e ricevere quindi maggiore visibilità. Anche se, all’interno di qualche episodio c’è un product placment forse un po’ troppo marcato, seppur ci siano delle avvertenze ad inizio visione. Nonostante non ci abbia convinto, resta pur sempre uno show che in molti vedranno e che sicuramente saprà colpire il giusto target, con qualche piccola pecca.