The Persistence Anteprima | Vi svegliate in una nave spaziale gigantesca e bellissima, non sapete nulla di ciò che sta accadendo ed il sistema del mezzo inizia a parlarvi. Voi come reagireste? Dovendo impegnarvi al massimo per trovare risorse e capire come far ripartire quest’ammiraglia della tecnologia, sicuramente iniziereste ad annoiarvi se non ci fosse un po’ di horror dentro questo mix, ma attenti: non è il classico titolo alla Dead Space. The Persistence, infatti, include una nuova meccanica che vi farà ricredere sulle varie premesse. Se siete amanti dello spazio e degli elementi survival ormai divenuti mainstream nel genere, sappiate che potrebbe riservarvi delle inaspettate sorprese. Uscito nel 2018 per PlayStation VR, questo titolo ideato da Firesprite Games è finalmente pronto per approdare anche sulle altre piattaforme. Sarà, infatti, disponibile in digitale dal 21 maggio ed in versione fisica verso estate 2020 per PlayStation 4, PC, Nintendo Switch e Xbox One. Noi abbiamo avuto la possibilità di provarlo in Anteprima per la console di casa Microsoft e siamo qui per parlarvene a grandi linee, speranzosi che questo articolo possa essere d’aiuto per avere un’idea generale del gioco e rispondere ai quesiti maggiori. Senza ulteriori indugi, iniziamo!
Sempre la solita nave… aspetta, quel muro prima non c’era!
Ebbene, se la storia di The Persistence può sembrarvi la classica trama per un film horror sci-fi, potreste ricredervi sull’idea iniziale che si sposa perfettamente con un nuovo elemento. Il survival-horror incontra finalmente il roguelike! Sì, non stiamo scherzando e non siate timorosi del risultato, è un’aggiunta davvero interessante. La spiegazione, poi, riesce a concretizzare ancora di più questo connubio di generi: i buchi neri. Infatti, la nostra meta iniziale sembra essere così lontana perché la navicella spaziale Persistence è incappata in uno di questi misteriosi corpi celesti. E cosa porta l’avvicinamento al suo nucleo? La nave si modifica, cambiando, ogni volta che moriremo, le stanze che andremo a setacciare per proseguire nella storia. Ed ecco qui la spiegazione più razionale e fantascientifica che il team di sviluppo è riuscito a dare per far legare i due generi sopracitati. Ma le sorprese non finiscono qui. Il vostro equipaggio è in viaggio per raggiungere un pianeta da colonizzare ed i vostri compagni sono privi di coscienza, chi più chi meno. Questo perché, una volta arrivati a destinazione, i loro corpi creati da delle stampanti biologiche si sarebbero ricongiunti ai loro ricordi e dati. A causa di questo blocco improvviso della rotta però, sono incredibilmente ostili nei nostri confronti. Non preoccupatevi, se verrete uccisi avrete sempre la possibilità di essere ricreati dalle suddette stampanti. Ma perderete le armi che avevate trovato nella run precedente e non potrete recuperarle a causa del paradosso del buco nero, che modifica la struttura della vostra nave. Geniale non trovate?
Quindi cosa dovrei fare oltre a sopravvivere?
Il gameplay di The Persistence si basa ovviamente sugli elementi horror-roguelike di cui abbiamo già parlato. Voi dovete far ripartire la nave e magari restare anche in vita, già che ci siete. Avrete modo di recuperare Cellule Staminali dai nemici che troverete lungo le vostre ronde per i meandri della struttura metallica. Se di primo acchito potrebbe sembrarvi poco horror, per i più temerari ci saranno delle parti che faranno salire quell’irrefrenabile stato d’ansia, obbligandovi a saltare per qualsiasi rumore. Spazi stretti, corridoi bui e suoni maledettamente inquietanti vi accompagneranno per tutto il vostro viaggio ma, non temete, c’è un modo per avere quasi sempre la “situazione sotto controllo”. Ci sono numerosi potenziamenti a cui potrete accedere man mano che vi addentrerete nella nave Persistence e, oltre alle armi rubate dai corpi dei mostri, e qualche gadget per la manipolazione del tempo o dell’invisibilità, avrete anche modo di aumentare i vostri parametri principali. Ricordate quando stavamo parlando del recupero delle Cellule Staminali? Sono essenziali per andare avanti e ne serviranno sempre di più per migliorare il vostro personaggio, e non farlo morire dopo 3 colpi da un nemico standard.
Cosa differisce dalla versione VR?
Premettendo che, queste versioni supporteranno anche il VR per PC e PS4, la differenza maggiore che ci sarà con The Persistence del 2018, oltre alle varie migliorie tecniche, sarà il nostro modo di approcciarci al titolo. Nonostante sembri ovvia come risposta è davvero fondamentale capire che questo gioco sia stato pensato per VR e che, quindi, abbia varie meccaniche poco utilizzate o quasi sconosciute per i giocatori meno avvezzi al genere. Quando compieremo i primi passi ci verrà spontaneo cliccare su qualsiasi tipo di superficie ed oggetto e potremmo trovare persino ingombrante il di mirino che ha il nostro personaggio. Inoltre, a livello grafico, nonostante l’HUD funzioni perfettamente con lo schermo televisivo, ci sono dei caratteri e colori di alcune scritte troppo piccoli o difficili da leggere. Invece, tramite VR questi particolari sicuramente erano emersi di meno. Questi elementi però non limitano l’esperienza di gioco che resta divertente, per i meno paurosi, e terrificante, per chi s’impressiona più facilmente. Ricordiamo, infine, che la versione standard per PlayStation 4 sarà disponibile senza costi aggiuntivi per tutti i possessori di The Persistence del 2018 (PS VR).
The Persistence è un titolo molto interessante che su VR aveva sicuramente più modo di risaltare. Nonostante questo però, la possibilità di poterlo avere su qualsiasi piattaforma gioverà a tutti coloro che non lo avevano potuto giocare nel 2018. Noi di VMAG sentiamo di consigliarlo vivamente a chi adora il genere horror sci-fi e a chi non aveva mai pensato a quell’aggiunta roguelike, che rende sempre diversa e più complicata ogni run post mortem. Se fate parte del classico gruppo di giocatori inevitabilmente paurosi, provate comunque a giocarlo, saprà garantirvi anche altre sorprese. Mentre per chi sa già che nulla può spaventarlo ed accetta quindi qualsiasi sfida, dovrà finirlo con le cuffie, di notte e senza mai utilizzare i supplementi della tuta o la torcia (così vediamo se ancora non fa paura).
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