Hunger Games: l’eredità della fame ai tempi degli influencer

Conosciamo tutti Hunger Games, giusto? Quel film uscito nel 2012 con una Jennifer Lawrence giovane, già conosciuta come Mystica dei nuovi X-men, ma che ancora non ci aveva regalato quel personaggio che avremo potuto indicare come suo ed unico. Ottimo, perché stiamo per parlare di alcuni problemi proprio su quest’opera. Aver interpretato Katniss Everdeen, per ben 3 anni, le ha permesso di svelare molte delle sue potenzialità ed a crescere come attrice e, soprattutto, come icona. Ma allora, se i film sugli Hunger Games sono stati così importanti per lanciare la carriera di questa stella, perché parlarne male? Intendiamoci, in questa sezione non criticheremo negativamente tutta la saga senza spiegarne i motivi e, soprattutto, non si tratta di una recensione. Non parleremo neanche di tutte le differenze che ci sono tra i romanzi ed i film (altrimenti finirei domani, soprattutto su “La Ragazza di Fuoco” e la scelta di cancellare il capitolo 11). Ci faremo semplicemente una bella chiacchierata su come queste pellicole abbiano dato il via a quei filoni di film per adolescenti, tutti con lo stesso stampo distopico e fantascientifico, che ora trovano più spazio su piattaforme alla Netflix rispetto al grande schermo. Siamo tutti d’accordo? Bene partiamo.

Hunger Games fu il primo libro che comprai con i miei soldini e lessi tutto d’un fiato, senza che nessuno a scuola mi avesse obbligato a farlo. Dopo averlo visto al cinema me ne innamorai e così iniziò la mia passione per il genere e soprattutto per la scrittura. Sono io, in primis, una fan e appassionata della saga, per questo sono qui per dirvi la mia su cosa sia andato storto durante la trasposizione e dove, l’autrice stessa, abbia forse esagerato. Per chi non lo sapesse, The Hunger Games (tradotto malamente in “I Giochi della Fame”, titolo mai usato in italiano, per fortuna) è una trilogia di novel young adult, nata da Suzanne Collins nel 2008. Già si notava dal primo romanzo che non avremo potuto fermarci solo a quel libro, ma che ne sarebbero arrivati altri. Dopo la sua conclusione con Mockingjay nel 2010, abbiamo tirato un sospiro di sollievo, spero. Ah giusto, sapete che uscirà uno spin-off chiamato The Ballad Of Songbirds And Snakes? No? Avete tempo fino al 19 maggio per decidere se leggerlo o no.

 

“E che la fortuna possa sempre essere dalla vostra parte.”

 

Insomma, non si può certo dire che tutti i film su Katniss siano stati eccezionali (fortunati al botteghino sì). Eravamo partiti con questa giovane ragazza, brava con l’arco, che viveva in povertà nel suo triste e desolato Distretto 12, ultimo della fila e più debole degli altri. 74 anni prima degli eventi, una ribellione aveva portato la regione di Panem quasi ad autodistruggersi, arrivando poi ad un accordo. Diciamo che più che un accordo si parlava di una vera e propria minaccia nei confronti di tutti i Distretti e, per farli tacere e smettere di cercare una seconda rivoluzione, il Presidente di Capitol City aveva avuto l’illuminazione: perché non creare dei giochi dove 24 ragazzini si ammazzano a vicenda finché non ne resta solo uno? Devo ammettere che, per invogliare i miei genitori ad andare a vedere questo film nel 2012, lo spiegai proprio così. E, possiamo confermare all’unisono, che questa era l’idea che tutti ci eravamo fatti degli Hunger Games? Era un titolo che parlava di sopravvivenza, speranza, disperazione e amore. Ma perché la saga si è trasformata, da un battle royal, in una Guerra Civile?

Katniss, la prima influencer del 2015? Aveva anche lei una specie di green screen quindi…

La piega che stava prendendo Hunger Games la si poteva intravedere già dal primo romanzo, ma non tangeva troppo le giovani menti che erano rimaste colpite dalla brutalità trascritta in quelle pagine e soprattutto dal plot romantico non così troppo banale come altri. Avevamo già avuto la nostra Bella che si trovava a dover scegliere tra il vampirello ed il chihuahua mannaro (citazione alla parodia, non sto insultando Twilight o New Moon), ma qui Katniss non poteva scegliere. Qui poteva solo fare quello che il pubblico si aspettava da lei: una storia d’amore maledettamente toccante, nata solo per accaparrarsi più sponsor possibili per non morire di fame e sete durante i giochi. Infatti, sin dal primo film, uno dei temi principali era la comunicazione e la finzione. I giochi stessi erano un reality show come i nostri La Talpa o Il Grande Fratello, solo più crudi e malati. Era un ottimo spunto per creare una storia coinvolgente e, allo stesso tempo, dare vita ad una critica alla nostra società. Dov’è nato quindi il problema? Partiamo col ricapitolare le due basi che compongono The Hunger Games: la violenza e la finzione. Equilibrandoli si arriva ad avere uno spettacolo per gli occhi come è stato il primo film. Sbilanciando questa struttura si hanno tutti gli altri. Infatti, se notate bene, il vero problema dietro la Prima Parte de “Il Canto della Rivolta” era proprio questo: non accadeva nulla e si parlava troppo. Katniss era diventata un’influencer che faceva video sul Youtube dei Distretti per farli combattere contro Capitol City. Fantastica poi la scena dove lei tenta di recitare e tutti sbuffano e muovono la testa in segno di dissenso, proprio come se non stessero parlando solo di quella sequenza, ma di come si fosse ridotta l’intera situazione.

 

“Se noi bruciamo, voi bruciate con noi!”

 

Ed è proprio quello che è successo a Hunger Games ed a noi fan: ci siamo bruciati. Abbiamo preteso troppo e ci siamo ritrovati con un pugno di mosche. Ma cosa significa, quindi, il titolo dato a questo articolo? Proprio cosa io mi ricordo dei film e dei romanzi: si parla di fame e di morte, ma con gli influencer di mezzo. Il vero problema, perciò, è questa identità ballerina che spezza l’armonia nella trilogia. Katniss è l’icona che molte ragazze ammiravano ai tempi e che aveva permesso ad altri titoli di emergere, come Divergent, The Giver, The Maze Runner o anche La Quinta Onda (questo un po’ più innovativo degli altri). Tutti avevano sempre lo stesso schema, che all’epoca funzionava, ma che ora non può andare avanti. Infatti, al cinema è difficile trovarne di simili ormai, mentre su Netflix e compagnia ne verrete quasi sommersi. Quindi l’eredità di Hunger Games non è morta, ha davvero portato a delle innovazioni su questo genere. I suoi successori si sono solo spostati su altri fronti, trovando il proprio pubblico e, soprattutto, più episodi per raccontare meglio le proprie storie.

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