Perfetti Sconosciuti: sappiamo davvero chi ci sta accanto?

A volte, è naturale dubitare di qualcosa. Non sempre possiamo essere sicuri di ciò che ci circonda, e spesso e volentieri, questa posizione ci mette in difficoltà. A maggior ragione se non siamo consapevoli di noi stessi.  Ma se a crearci una condizione di malessere fosse il nostro partner, saremo in grado di prendere le giuste scelte? L’amore può fare brutti scherzi, si sa. Quindi, decidereste di indagare più affondo sulla persona che avete affianco, con il rischio di scoprire atroci verità o lascereste correre, rimanendo all’oscuro di tutto? Questo importante quanto spaventoso dilemma, ci viene suggerito da una delle pellicole italiane più significative e rappresentative della realtà, di sempre. Il suo nome è Perfetti Sconosciuti, e già dal titolo potrete intuire qualcosa. Perfetto come la purezza di un sentimento, che tanto ci manda in estasi come al collasso psico-fisico involontario. Sconosciuto come un qualcosa a noi ignoto, che ci affascina quanto terrorizza. Si ha il desiderio di scoprire sempre di più. Questa fame irrefrenabile di conoscenza, potrebbe sfociare in deliranti situazioni di caos che, inesorabilmente, finiranno per distruggere una favola d’amore o salde amicizie. 

Dopo anni e anni di silenzio, un gruppo di amici decide di ritrovarsi a cena, per ricordare i bei vecchi tempi. Complici di storie e aneddoti indimenticabili, la stabilità che li tiene uniti è quasi invidiabile. Ma a causa di un gioco apparentemente innocuo, presto un cataclisma di proporzioni bibliche distruggerà più di una vita. In questo caso, cataclisma è sinonimo di realtà, che brucia e fa male. Nel giro di tre quarti d’ora, gli equilibri che nel tempo si sono formati e interconnessi tra di loro, sono svaniti – o meglio – si sono distrutti. L’arma letale che ha permesso tutto ciò? Uno smartphone. Sì, proprio il nostro inseparabile amico, anzi, un frammento del nostro corpo. Custode dei segreti e conoscitore di tutte le paure, si è insinuato nella nostra quotidianità silenziosamente. Proprio come un ratto che, scaltro, entra nella dispensa della cucina di un ristorante e fa piazza pulita. Nessuno se ne accorge. Ma con il passare del tempo, il cibo inizierà a finire e si prenderanno precauzioni quando in realtà, sarà già troppo tardi. Con i cellulari in bella vista, scoperti sul tavolo, ogni ospite di quella cena si trova su un patibolo. Non resta altro che aspettare, chi di loro sarà il primo ad essere giustiziato. 

 

“Una bugia è solo una bella storia che qualcuno rovina con la verità.” 

 

E se prima in bocca si aveva un aroma pungente e deciso, per un buon calice di vino, adesso il sapore che si ha è quello del disgusto. Il nostro migliore amico, con il quale abbiamo mangiato e dormito insieme per anni, ha un compagno. Nostra moglie si è iscritta ad un sito per incontri e una ragazza incinta viene tradita dal futuro marito con la donna che le sta seduta di fronte. Nessuno di questi personaggi aveva segreti o sacchi da svuotare. Nessuno di loro aveva deciso di tirarsi indietro per la paura di essere scoperti. Eppure, qualcosa è andato storto. La situazione non è delle migliori e l’ansia continua a salire fino a quando non è il momento di andarsene. Tutto si ristabilisce. Tutto è tornato alla normalità. Per un attimo, avevamo avuto per la prima e unica volta, lo specchio completo di quel gruppo di amici apparentemente affiatato. Sorrisi e risate false, pacche sulle spalle per celare il desiderio di sferrare un pugno e una misera cena per mascherare anni e anni di fandonie. Tutto questo per la paura di essere giudicati o di abbandonare tutto. Pur di non rimanere soli e cominciare una nuova vita, alcuni di loro hanno preferito lasciarsi ad una condizione di disagio che, allo stesso tempo, gli garantisce sicurezza. 

Ben presto, quella piacevole cena si trasformerà in un incubo.

Uscito in Italia nel 2016, a dirigere questo girone dantesco ci ha pensato Paolo Genovese, servendosi di un cast all’avanguardia. Tra le diverse personalità, risaltano: Anna Foglietta, Marco Giallini ed Edoardo Leo. Raffigurando magistralmente la terribile vicenda raccontata nel film, il cast e la troupe sono riusciti ad accaparrarsi diversi riconoscimenti, tra cui un Guinnes dei primati, come la pellicola con più remake nella storia del cinema (ben 18). Con una sceneggiatura originale e accattivante, vengono affrontati temi odierni, come l’omosessualità e i casi di omofobia o, ancora, atti di tradimento e l’essere un genitore moderno. Senza alcun dubbio argomenti scomodi e difficili da digerire, che potrebbero far ragionare in molti. Questa pellicola potrebbe far aprire gli occhi a chi sta passando momenti difficili, dandogli la possibilità di scoprire su chi, effettivamente, può contare davvero. Che sia un genitore, un amico o un partner, Perfetti Sconosciuti non fa distinzioni, riuscendo a mettere sullo stesso piano ogni personaggio, analizzandolo senza sconti da cima a fondo.

 

La pellicola ha riscosso un gran successo, diventando un punto di riferimento nel mondo.

 

In conclusione, ciò che più salta all’occhio è che, fondamentalmente, nessuno di noi può permettersi di giudicare o di fare la morale. Tutti abbiamo dei segreti. Tutti indossiamo una maschera per due motivi principali: il primo è per non esporci ad una società sempre più meschina e discriminatoria, l’altro è per proteggere le persone che amiamo e per non deluderle. Una cosa è certa: per evitare di sfociare in spiacevoli eventi, come quelli riportati all’interno di Perfetti Sconosciuti, sarà saggio essere onesti. Posso rendermi conto che non sia un’impresa facile: chi di noi non ha mai mentito? Ma sarà altrettanto importante e soprattutto corretto, valutare la propria situazione e chi ci sta accanto. Vale davvero la pena forzare un rapporto, per il mero scopo di rimanere a galla? Sarebbe controproducente per entrambe le parti. Non abbiate mai paura di dire la vostra, che sia giusta o sbagliata, che vi troviate in una posizione di svantaggio o meno. E vedrete che un bel giorno, vi sentirete più leggeri e, perché no, meno sconosciuti.

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