Granblue Fantasy: Versus Recensione | Fin dal suo rilascio nel 2014, la serie Granblue Fantasy ha ottenuto un enorme successo nella terra del Sol Levante. Non è un caso, infatti, che dopo il rilascio del titolo mobile realizzato da Cygames l’universo del gioco sia stato sempre più ampliato e abbia raggiunto ulteriori fette di mercato, grazie ad una trasposizione anime e ad una light novel. Uno dei pregi della saga è stato certamente quello di riunire due nomi come quelli di Nobuo Uematsu e Hideo Minaba, rispettivamente compositore e art director dell’opera. Entrambe figure che tornano, chi più chi meno, in Granblue Fantasy: Versus, picchiaduro bidimensionale sviluppato da Arc System Works, già autori del celebre Dragon Ball FighterZ. La sua versione PlayStation 4, arrivata da tempo in Giappone e Nord America, sta finalmente per giungere anche in Europa. Andiamo quindi ad analizzarla più nel dettaglio.
Granblue Fantasy: Versus si presenta con uno stile grafico accattivante che fin da subito attira l’attenzione del giocatore. Tutto è ben curato, dall’interfaccia ai personaggi, che in combattimento godono anche di animazioni ottimamente realizzate. Questo lato artistico pulito e piacevole alla vista ci porta in poco tempo a immergerci intensamente nell’azione, di cui si fa presto a scorgere quelli che sono i principali aspetti positivi. Il combat system risulta infatti accessibile e semplice da imparare, ma allo stesso tempo non banale. Merito di ciò sono soprattutto delle fasi tutorial corpose e dettagliate accessibili tramite il menu, che consentono di provare ogni singola azione offensiva o difensiva tramite delle brevi missioni con punteggio finale. Non manca ovviamente la classica modalità di allenamento in cui sperimentare attacchi e combo dei vari lottatori, dunque i neofiti del genere non avranno di che preoccuparsi.
Ogni personaggio di Granblue Fantasy: Versus è ben caratterizzato sia dal punto di vista puramente estetico che da quello del moveset
L’accessibilità però risiede nello stesso cuore del sistema di combattimento. Il gioco mette infatti a disposizione combo semplici attivabili premendo più volte uno stesso tasto, la cui scelta varia sia la potenza del colpo che il suo tempo di esecuzione. A queste possono essere collegate delle tecniche con cooldown utilizzabili con la pressione simultanea del tasto dorsale e della levetta analogica, le quali naturalmente cambiano a seconda della direzione di quest’ultima. È grazie a queste che si scoprono le potenzialità di ogni personaggio giocabile, ognuno ben caratterizzato sia dal punto di vista prettamente estetico che da quello del moveset. Dai più classici spadaccini Gran e Katalina si passa a combattenti più particolari come Ladiva o Narmaya. Quest’ultima, presente tra i personaggi del primo Character Pass, può compiere veloci attacchi con la sua katana, che nel corso dello scontro può anche rinfoderare e cambiare il proprio stile offensivo, più tecnico e anche a lunga distanza. Questo mutamento avviene attraverso la pressione del tasto X, a cui è assegnato l’attacco unico di ogni lottatore. C’è chi grazie ad esso, ad esempio, è in grado di compiere un doppio salto, chi fa un parry, chi scatta rapidamente in avanti o chi si cura. Quest’ultimo è il caso di Lowain, personaggio strambo e singolare che possiede mosse speciali altrettanto stravaganti e inaspettate.
Nonostante a lungo andare le combo possano divenire leggermente monotone, si tratta di un picchiaduro sempre piacevole da giocare, anche grazie alle già citate azioni speciali e ad una profondità nascosta che sicuramente fa piacere ai veterani del genere. Parliamo di metodi alternativi per mettere a segno le tecniche sopra menzionate. Oltre all’utilizzo della “shortcut” con il tasto dorsale, è possibile infatti anche utilizzare il solo movimento dell’analogico sinistro per evitare il loro cooldown. Se adoperate insieme a tasti che le rendono più potenti, però, esse avranno comunque un breve cooldown, motivo per cui ogni mossa va sempre ben ponderata. Questo elemento consente al titolo di possedere una tatticità interessante, che può attrarre così anche giocatori navigati e in cerca di sfida. Per questi ultimi (ma non solo), oltre alla tradizionale modalità Versus, è presente anche quella Arcade, in cui si ha accesso a combattimenti contro la CPU uno di seguito all’altro, la cui difficoltà è basata sempre su nostre scelte.
Per quanto, come tutti i giochi appartenenti al genere, si tratti di un titolo più adatto a sfide multiplayer, è presente anche una storia single-player da provare da soli o in co-op con un amico. L’RPG Mode consente infatti di vivere un’avventura in forma di gioco di ruolo (con tanto di livelli ed equipaggiamento) in compagnia dei vari protagonisti, in un’alternanza di bellissime cutscene, dialoghi e battaglie contro orde di nemici quasi in stile beat ‘em up. Una formula che, se inizialmente risulta intrigante, presto sfocia in troppa ripetitività e soprattutto una difficoltà esageratamente tarata verso il basso, che consente sì di apprendere maggiormente le mosse di ogni combattente, ma allo stesso tempo non permette di mettere in pratica ciò che si è imparato nel modo adatto. A quest’ultimo scopo ci pensano invece gli scontri online che, almeno da quello che abbiamo potuto provare, si sono dimostrati soddisfacenti, esclusi alcuni problemi di lag. Da sottolineare è sicuramente la lobby, che propone un’ambientazione gradevole e un sistema di incontri particolarmente simpatico e retrò.
Alcuni difetti si possono riscontrare in caricamenti non proprio cortissimi, in particolar modo nella modalità RPG, e in un numero di personaggi totali non molto ampio. Di base infatti sono presenti 11 personaggi, con altri cinque disponibili solo tramite un DLC a pagamento forse evitabile nei primi mesi dell’uscita. Dal punto di vista sonoro invece è stato fatto un ottimo lavoro, grazie soprattutto alle musiche di Tsutomu Narita e Yasunori Nishiki, che hanno contribuito a donare ancora più linfa alla caratterizzazione sia delle ambientazioni che dei personaggi.
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