The Babadook, la recensione di VMAG

Drammi familiari, una vita difficile e un mostro che porta scompiglio nella vita dei protagonisti: questo attende chi il 15 luglio andrà a vedere Babadook, il film horror australiano di Jennifer Kent.

Il film si apre con una donna, Amelia, palesemente stanca e affaticata, che si trova a dover fare i conti con un lavoro non gratificante e che non le permette di sbarcare il lunario. Suo figlio, Samuel, affetto da gravi problemi comportamentali, passa le notti sveglio per paura di un mostro; la morte del marito, avvenuta il giorno della nascita del piccolo, ha causato un trauma non indifferente nella donna che, nonostante siano passati sette anni, ancora non riesce nè a parlarne nè tanto meno a voltare pagina e rifarsi una vita.

Tutto il film ruota intorno al rapporto madre-figlio; proprio quest’ultimo, nascendo in un giorno funesto per la donna, non riesce a farsi amare dalla donna e neanche dai suoi compagni di classe, capaci di vederlo solo come un bambino che si comporta in modo strano e che non potrà mai avere degli amici a causa dei suoi atteggiamenti spesso anche violenti.

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In questo scenario familiare non molto invitante, il mostro Babadook entra in gioco a metà pellicola portando ancora più scompiglio nella già difficile routine. Il piccolo Samuel trova un libro intitolato The Babadook il quale, una volta letto, evoca una creature che si impossesserà di Amelia facendole avere inizialmente visioni e più avanti dei black-out mentali, durante i quali cederà a comportamenti violenti nei confronti di coloro che le stanno intorno, specialmente Samuel e il loro cane.

Il Babadook infatti cresce e diventa più forte dentro di lei durante tutto il film; più Amelia nega l’esistenza del mostro, più Babadook si incattivisce, arrivando a farle uccidere l’animale domestico a mani nude. Madre e figlio quindi si sforzano per sconfiggere e segregare Babadook e, ovviamente, l’amore genitoriale finisce per vincere sulle forze dell’oscurità.

maxresdefault (4)Partendo dal presupposto che dalla pubblicità fatta per questo film ci si sarebbe aspettato qualcosa di molto più disturbante, non ho trovato nulla di spaventoso se non una punta di ansia nelle scene di maggior tensione. Il potenziale era ottimo, tratta con molta cura argomenti di difficile comprensione come il dramma di una donna vedova con un figlio sulle spalle e della sua difficoltà economiche, inoltre vanta indubbiamente una storia non troppo scontata. Non mi sento di dire, però, che possa essere descritto come uno dei film horror più belli, in quanto non è riuscito a suscitarmi quelle sensazioni di intensa paura che mi aspettavo, salvo qualche brivido lungo la schiena.

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Da elogiare invece è il progetto Midnight Factory, l’etichetta horror di Koch Media, azienda leader nel campo dell’intrattenimento digitale. Questa compagnia, infatti, porterà nelle sale italiane i film cult del genere horror che non arrivano attraverso le major, permettendo ad appassionati e non di guardare titoli che potrebbero altrimenti visionare. La strada intrapresa è ricca di novità e Midnight Factory si sta impegnando per portare sul grande schermo quindici film l’anno, iniziando proprio con The Babadook (15 Luglio) a cui seguiranno altri titoli diventati già un must nel resto del mondo tra cui Sinister 2 e The Green Inferno, il film di Eli Roth atteso ormai da due anni.

In conclusione, possiamo dire che il film è nella media, non è assolutamente un prodotto scadente e sicuramente gli appassionati non rimarranno delusi ma non si può neanche affermare che sia il capolavoro del cinema horror, specialmente se rapportato a pellicole, anche recenti, appartenenti allo stesso genere.

Vi lasciamo con il trailer di The Babadook, buona visione!

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