DOOM 64 Recensione: ritorno al passato

Dopo aver recensito l’ultimo capitolo della famosa serie di id Software, DOOM Eternal, noi di VMAG siamo ritornati con la recente (solamente di fatto) uscita di DOOM 64, seguito di DOOM II ed inizialmente supportato dalla storica console Nintendo 64. L’opera è uscita per la prima volta nel 1997 ed è riconosciuta per aver rivoluzionato il medium, riuscendo a fondare un nuovo genere: gli sparatutto in prima persona, anche chiamati FPS. Il porting del retro-game è disponibile dal 20 marzo e, nel caso in cui aveste preordinato DOOM Eternal, significa che è già nelle vostre mani. Le maggiori innovazioni portate da questo episodio rispetto ai precedenti furono: texture completamente nuove, cielo animato, nuovi sprite per tutti i nemici, armi e power-up, luci colorate e altri effetti ambientali ed infine nuove musiche atmosferiche, molto simili a quelle che potevamo ascoltare con la prima Playstation. In totale, sono presenti trentadue livelli giocabili e, a differenza dei due antenati, ci sono croci sataniche e pentacoli in maniera ancora maggiore, rendendolo un po’ più horror, soprattutto grazie all’aiuto di un’ambientazione decisamente più tetra.

La qualità dell’opera è imprescindibile: non è possibile contestare un prodotto che ha contribuito in maniera così rilevante al progresso ed evoluzione dell’industria videoludica. Basti pensare che senza, non avremmo mai visto l’insorgere di capolavori, come la serie di Halo. Nonostante abbia quasi ventitré anni alle sue spalle, DOOM 64 riesce sempre e comunque a portare un’aria di tensione e alcuni piccoli jump scares che, paradossalmente, funzionano meglio di quelli presenti in molti film dell’orrore. Sicuramente fruire un titolo del genere subito dopo Eternal fa un po’ strano, visto che (giustamente) siamo privati di molte feature e possibilità di gameplay che ci ha regalato quest’ultimo. Tuttavia il videogioco, pensato inizialmente per la macchina della famosissima azienda nipponica, riesce a fare la sua sporca figura anche sulle console attuali e, specialmente, PC, dove riesce ad arrivare addirittura a 240 hertz, non male. Soprattutto se consideriamo che alcuni della stessa categoria ancora oggi non riescono a superare i 144. Il format di ogni sezione è rimasto invariato, per cui gli esperti sapranno sicuramente dove trovare tutte le parti segrete ed i collezionabili, mentre per i novizi sarà un piacevole ritorno al passato. Come molti di voi sapranno, l’arsenale con cui potremo massacrare le orde di nemici è sconfinato e, grazie alla leggendaria Unmaker, trovare item segreti per potenziarla sarà ancora più incentivante e soddisfacente.

 

“Nonostante le innumerevoli innovazioni di Eternal, DOOM 64 riesce comunque a farsi valere ed a dimostrarsi come uno dei capostipiti del medium, riuscendo a portare innovazioni tecnologiche ancora oggi.”

 

Un punto a sfavore che dobbiamo, per forza di cose, conferire allo sparatutto è la gestione dei comandi. Capiamo che è stato rilasciato circa ventidue anni or sono, ma avremmo gradito un riadattamento delle impostazioni, soprattutto quello legato ai controlli. Infatti, non neghiamo che siamo stati circa dieci minuti e rotti per configurare una sensibilità di gioco accettabile (da PC) poiché, anche se messa a valore zero, risultava troppo alta. Successivamente il FOV (Field Of View, chiamato anche campo visivo) è stato limitato proprio per ovviare alle difficoltà che stavamo riscontrando nella modifica della velocità di movimento del mouse, nel nostro caso. Ciò vuol dire che, nonostante sia stata aggiunta la possibilità di poter vedere in maniera più distante, così da evitare il nauseante effetto che si può subire quando vediamo da troppo vicino, non abbiamo potuto usufruirne perché la sezione precedente non è stata ottimizzata al giorno d’oggi. Il sistema di puntamento è rimasto lo stesso, infatti non avremo a disposizione il puntatore, bensì la classica visuale libera dove potremo tranquillamente sparare guardando in direzione del nostro target. Anche se ciò facilita di non poco la nostra partita, a difficoltà alte non avremo di cui divertirci, visto che potremmo essere terminati con pochi colpi, non a caso bisogna puntare molto sui nostri movimenti, facendo passare in secondo piano l’elemento shooting.

A livello di azione, DOOM 64 resta sempre uno dei massimi esponenti, ragion per cui noi di VMAG consigliamo caldamente di provare questo porting, specialmente se non l’avete mai giocato in generale. Ogni amante degli sparatutto in prima persona deve, almeno una volta nella vita, fruire di uno dei vecchi DOOM, il quale ha, non solo riscritto i canoni dell’industria videoludica, ma ancora tanto da insegnare. Certamente, non mettiamo in discussione che l’opera non presenti dei limiti tecnici dovuti alla sua uscita di più di due decadi fa, ma anche se questi ultimi potranno influire, in maniera variabile, sulla vostra esperienza di gioco, il titolo riesce sempre a regalare soddisfazioni e divertimento. Soprattutto in questo periodo di quarantena, non avrete scuse di recuperare grandi classici come questo, inoltre, chi non si divertirebbe a massacrare orde infinite di soldati zombi e demoni dalle numerose fattezze (alcuni talmente originali che sono presenti tutt’ora in Eternal) vestendo i panni del famoso Doomguy?

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