Nioh 2 Recensione: bere il tè con la morte, il gatto grasso e la parametria

Nioh 2 Recensione | Il Cha no yu, importante rito sociale giapponese noto in Occidente come “cerimonia del tè”, è una tradizione utilizzata per esprimere l’essenza dello spirito zen, un momento di totale pace caratterizzato da gesti semplici (ma significativi) e severi codici di condotta. Un elemento importante di questa pratica è la relazione che intercorre tra l’ospite e l’invitato, che abbandonano le pretese e trovano l’armonia, incamminandosi lungo la via della moderazione. Immaginate ora di star facendo bollire l’acqua, preparando i fiori e schermando le finestre, in attesa dei vostri invitati. Il primo ad entrare è la morte, che più e più volte ha causato la perdita dei vostri progressi e vi ha fatto stringere il controller fino a quasi spaccarlo. Poi entra un paffuto gatto grassissimo, che non potete fare a meno di coccolare e adorare tutte le volte che ne sentite il miagolio. E infine arriva lei, la parametria, che costantemente vi spinge a cercare quel 1% in più nel danno dell’arma al fine di ottimizzare la build. Il vostro compito, se desiderate portare a termine questa importante cerimonia, è accettare tutti e tre nella vostra stanza e imparare a convivere con ciascuno, mettendo da parte i rancori o comprendendo il loro carattere e le loro motivazioni. Nioh 2, l’acclamato action RPG di Team Ninja per PlayStation 4, incarna perfettamente lo spirito del Cha no yu, offrendoci ore e ore di estetica mozzafiato, cultura orientale, sfide agonizzanti, gameplay al cardiopalma e calcoli matematici che dovremo assolutamente padroneggiare, qui più che mai, per completare il titolo – e raggiungere la pace interiore. Concluso questo bizzarro specchietto iniziale, torniamo nei panni di un giocatore e andiamo ad analizzare questa colossale opera.

Così come il primo capitolo, Nioh 2 affonda le sue radici nel gameplay, che ora più che mai rappresenta una vetta fondamentale da raggiungere. Tornano tutti gli elementi caratteristici: le impugnature, che modificano il moveset degli attacchi e offrono abilità uniche; il Ki, la controparte della tradizionale stamina che da semplice valore diventa il cuore pulsante di ogni combattimento; le meccaniche Souls-like, tanto punitive quanto elettrizzanti nella loro struttura fatta di studio e trial-and-error; e infine le tonnellate di statistiche e parametri, a cui bisogna porre molta attenzione per non venire sopraffatti alla lunga. Parlando invece delle novità, la più importante è decisamente l’introduzione della trasformazione in Yokai, grazie al sangue di demone che scorre nelle vene del nostro protagonista. Sfruttando una nuova barra chiamata “Anima”, possiamo apprendere e utilizzare le mosse speciali dei nemici che affrontiamo, dalle tremende martellate degli Ippon-Datara allo sguardo paralizzante delle Nure-Onna. Questi attacchi si apprendono ottenendo i nuclei, che possono essere rilasciati dopo la sconfitta di un avversario, e armonizzandoli nel nostro Spirito Guardiano. Inoltre, la fusione con quest’ultimo ci consente di diventare completamente degli Yokai e accedere ad un nuovo repertorio di abilità. Queste aggiunte arricchiscono il gameplay di ulteriore profondità e personalizzazione, dandoci contemporaneamente un altro elemento da tenere sott’occhio e gestire. All’interno del sistema creato abilmente da Team Ninja, tuttavia, non possiamo che affermare quanto questo sia estremamente unico e soprattutto divertente. Purtroppo, al di là di un altro paio di sfumature, qui si conclude il parco novità principale di questo sequel, ed è davvero un peccato che lo sviluppatore non abbia voluto spingersi più in là. Più che un vero e proprio secondo capitolo, è più facile inquadrare il titolo come una mastodontica espansione del primo, che introduce una meccanica extra, qualche nuova arma e altre piccole funzioni. È un lato così negativo? Non esattamente.

 

È brutale, è divertente, ricompensa gli sforzi e lascia il segno nella memoria di chi è appassionato di questo genere.

 

Ma se il gameplay è sicuramente il nocciolo del gioco, l’estetica e il comparto artistico sono ciò che più contraddistinguono ed elevano l’opera. Ancora una volta, Team Ninja ci porta a visitare un Giappone medievale più vivo che mai, curato nell’ambientazione e nella cosiddetta “lore” quanto più fedelmente possibile. Ogni piccolo elemento trasuda di cultura, che è anche possibile scoprire dai lunghi e interessanti approfondimenti sui personaggi, sui demoni e sulle descrizioni degli oggetti. Dai piccoli gesti dei protagonisti alle storie tramandate dagli Spiriti Guardiani, riceviamo continuamente delle piccole finestre sulla vita e sulle tradizioni del popolo, che ci catapultano e ci immergono nel loro universo – arricchito ovviamente da qualche elemento fantasy e di cui non assicuriamo la veridicità. I luoghi che visitiamo sono intrisi di dettagli e di colori che stupiscono ad ogni angolo, facendoci contemporaneamente percepire la loro bellezza tanto quanto il loro realismo, frutto di un lungo studio e di un’attenta ricerca in fase di creazione. Anche la colonna sonora riesce ad emergere ed essere memorabile, composta da melodie e strumenti che ancora una volta richiamano l’Oriente e donano spessore alle interazioni, adrenalina alle battaglie contro i boss e una nota di dolcezza anche alla morte, espressa tramite immagini rilassanti e cori quasi angelici. Vuoi per la loro unicità, vuoi per il sentirle decine di volte mentre i nemici vi trasformano in sottili fettine di giocatore, rimarranno intrise nella vostra memoria (o nei vostri incubi) per lungo tempo.

Nioh 2
Creare l’arma perfetta è un lavoro da ingegnere, oltre che da fabbro.

E ancora una volta, non possiamo parlare di Nioh 2 senza che ci venga in mente una parola: difficoltà. In questo, il sequel è ancora più punitivo e cattivo dell’originale, con avversari che fin dai primi minuti di gioco vi rispediranno dritti dritti al punto di salvataggio al minimo errore. È chiaro che tutto sia inteso per gli amanti dell’hardcore, visto anche che il primissimo boss dell’opera sia ben più difficile che intere sezioni di tanti altri titoli – a meno che siate esperti, o abbiate giocato alle varie demo. Ciò che permette di mitigare i danni e contemporaneamente permetterci di sopravvivere agli scontri, oltre alla padronanza delle nostre abilità, è una dovuta attenzione alla parametria. Ogni arma e pezzo di equipaggiamento, al di là dei semplici valori di attacco e difesa, possiedono un sacco di statistiche, quali: livello, percentuali addizionali, effetti secondari, tipologia, bonus di set e scaling. Nel nostro viaggio contro gli Yokai verremo bombardati continuamente di decine e decine di varianti degli stessi oggetti, e dovremo approfittare delle pause tra una missione e l’altra per sondare l’inventario, rintracciare i migliori ed equipaggiarli, per poi scomporre o vendere il resto. In più, ci sono delle funzioni avanzate, come l’affinità di anima e il temperamento, che consentono di costruire un passo alla volta il proprio arsenale definitivo. All’inizio, quel 2% di bonus al danno potrebbe sembrare infimo e insignificante, ma andando avanti imparerete quanto quel piccolo parametro, unito ad altre decine di piccoli parametri, possono combinarsi e unirsi per diventare un robusto 30%, oppure darvi quella protezione in più per sopravvivere al colpo nemico (e la differenza si sente, fidatevi). A volte può essere davvero straziante, fino al mal di testa, dover continuamente leggere enormi quantità di dati, ma in fin dei conti ciò che vale è il risultato, e lo sviluppatore sa come renderlo veramente appagante.

 

La trasformazione in Yokai porta una dovuta ventata di aria fresca al gameplay, e non possiamo che gradire i ritocchi all’albero di abilità e alle evocazioni.

 

Nonostante la brutalità, però, si nota che sono stati fatti dei lavori di rinnovamento e bilanciamento per rendere alcune caratteristiche di Nioh 2 più accessibili. Prima di tutto, il sistema di avanzamento del personaggio, originariamente rappresentato da un elenco confuso di pergamene, diventa ora una sferografia molto simile a quella di Final Fantasy X. La struttura è divisa in varie categorie: compiendo diverse azioni o utilizzando per tanto tempo un determinato tipo di arma, si guadagnano punti abilità da spendere in uno specifico albero. Partendo dai rami più bassi, dove si trovano le mosse base, si arriva fino ad apprendere importanti bonus passivi o complesse manovre in combattimento per aiutarci in particolari situazioni. Questo sistema accoglie anche le tecniche da ninja e la magia onmyo, oltre ai nuovi potenziamenti da metaformo che aggiungono proprietà alla trasformazione in Yokai. Dato che all’inizio, aggirarsi tra tutti i menu e decidere dove investire i propri punti, è un’operazione decisamente delicata, sono stati per fortuna reintrodotti i libri che consentono il completo respec del protagonista, incluse le statistiche. In più, sono stati apportati dei cambiamenti anche alle invocazioni: oltre alle tombe rosse che permettono di affrontare i caduti per rubare il loro equipaggiamento, ora i giocatori possono lasciare delle lapidi blu sul terreno, che appariranno nei mondi degli altri. È possibile spendere degli oggetti consumabili per richiedere temporaneamente l’assistenza del loro personaggio, che apparirà sotto forma di NPC ad accompagnarci. Tutte le ricompense che il fantasma otterrà verranno poi consegnate nelle mani del suo proprietario, consentendo una forma di interazione online anche a chi non può permettersi un abbonamento al PlayStation Network. In alternativa, è ancora consentito evocare direttamente dei compagni tramite i santuari per un po’ di sana cooperazione multiplayer.

Nioh 2
Come si fa a non volergli immediatamente bene?

In chiusura di questa recensione, ci sentiamo in dovere di stringere l’occhio ancora una volta a Team Ninja. Si nota la ferrea volontà di migliorare il proprio prodotto e il forte amore su ciò per cui si sta lavorando, che traspare al giocatore in più di un’occasione. Sono poche le opere che riescono a essere allo stesso tempo estremamente complesse e intricate, quanto appaganti e divertenti, contribuendo persino a trasmettere un’impronta culturale ricca e marcata. Nioh 2 è campione in tutto questo, e per quanto va ancora criticata la trama troppo frammentata e “banalotta”, così come lo spregiudicato riciclo di asset, nulla di tutto questo contribuisce ad abbassare la qualità e il valore dell’opera. È brutale, è divertente, ricompensa gli sforzi e lascia il segno nella memoria di chi è appassionato di questo genere. Nel caso non abbiate mai toccato con mano il titolo, vi avvertiamo: ci sarà da sudare parecchio, e potreste aver bisogno di un controller di riserva nel caso capiti qualcosa di brutto al primo. Ma se la frustrazione non vi scoraggia dal riprovare, rilassatevi con un bel tè caldo, ricontrollate il vostro equipaggiamento e rigettatevi nella mischia, perché le fasi finali hanno più di una sorpresa per voi. Ma soprattutto, non c’è onore nell’abbandono. E nemmeno gattini grassocci da coccolare.

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