Elite 3 Recensione: a scuola di omicidi

Elite 3 Recensione | Elite 3 è una delle serie tv di maggior successo della piattaforma streaming Netflix, che ha visto il suo debutto nel 2018 e da subito è stata accolta in maniera ampiamente positiva dal pubblico. I creatori dell’opera sono gli spagnoli Carlos Montero e Darìo Madrona, i quali hanno strutturato la storia attorno ad un gruppo di ragazzi, che rappresentano – appunto – l’élite della Spagna e che frequentano il prestigioso istituto de Las Encinas.Qui è dove si è consumato il dramma della morte di una delle studentesse, Marina. Nel corso degli anni scolastici, i compagni di classe della malcapitata cercheranno in tutti i modi di ottenere giustizia e smascherare l’assassino, che è un altro frequentante della loro stessa scuola. Inoltre, gli attori principali hanno annunciato che questa sarà la fine del percorso didattico delle loro controparti, ragion per cui si presuppone che, nel caso gli ideatori decidano di fare ulteriori continui, probabilmente i suddetti non saranno presenti. Se preferite non essere influenzati dal giudizio della recensione completa, potete visionare la nostra anteprima dei due episodi iniziali, dove potrete farvi un’idea generale su come sarà l’epilogo del programma televisivo.

Dopo la nostra panoramica su ciò che è il thriller drammatico in questione, iniziamo finalmente con la nostra analisi critica degli otto episodi da circa sessanta minuti, che racchiudono l’ultimo anno scolastico dei personaggi principali. Già qui dobbiamo, sfortunatamente, partire con qualche punto che non ci è particolarmente piaciuto: l’introduzione di due nuovi soggetti. Solitamente, quando ci sono delle implementazioni nel casting, devono essere giustificate ai fini dello sviluppo della trama. Gli studenti con cui hanno avuto il piacere (o dispiacere) di interagire, sicuramente hanno avuto uno sviluppo nel loro comportamento e modo di pensare. Il problema sorge proprio con gli innesti della terza stagione, i quali non hanno alcun tipo di background solido e, anzi, arrivano dal nulla. Infatti, il loro ruolo è solo quello di far andare avanti il racconto. La loro conclusione non ha portato a nulla, infatti sono rimasti ai margini e quasi con zero screen time una volta che la loro funzione è stata eseguita, oltre a non avere un’evoluzione sensata con gli accadimenti. Comunque, gli eventi presentati sono esposti in maniera lineare per ogni parte: ognuna si concentra su uno dei protagonisti e ci permette di approfondire cos’è che ha dato la possibilità di arrivare alla chiusura e anche le loro scelte. Tra l’altro, che fine ha fatto Christian? Viene letteralmente menzionato una volta e basta. La serie non dà la possibilità di conoscere ulteriori dettagli della sua sparizione e cosa stesse facendo.

 

L’innesto dei nuovi personaggi è stato fine a sé stesso se non a smuovere una trama, divenuta piuttosto satura.

 

Ed è proprio “satura” la parola giusta per descrivere la storia di Elite, dato che tutto si ripete e la stessa struttura degli episodi è uguale a quella prima stagione, proprio perché in entrambi i casi avviene un omicidio. Il superamento dell’assassinio è una delle ragioni che ci ha fatto storcere un po’ il naso, perché è stato vissuto in maniera piuttosto normale, come se niente fosse successo, ignorando il contesto e la gravità dei fatti. Studenti delle superiori che vedono due dei loro compagni morire a causa di un’altra persona, non è esattamente il genere di problemi che i teenagers affrontano, per cui si presuppone che siano segnati da tali delitti. Eppure pare che la cosa passi in secondo piano per dare spazio ad un legame paragonato a quello di una “famiglia” tra persone che fino al giorno prima si detestavano alla morte.

Nonostante i diversi problemi, troviamo la serie tv spagnola interessante da vedere, soprattutto questa stagione. Il motivo è principalmente dovuto dalla maturità dei temi che sono stati trattati, dalla coercizione psicologica al bullismo. Inoltre, gli autori lanciano chiaramente una critica, attraverso diversi membri del cast, al sistema giudiziario spagnolo. Così facendo, lo mostrano ingiusto ed influenzabile da coloro che detengono il potere innalzandosi, a tratti, come una vera e propria protesta contro i piani alti e i trattamenti non sempre equi che i più sfortunati molto spesso ricevono a discapito dell’élite. Noi di VMAG consigliamo la visione del programma, soprattutto se siete alla ricerca di un dramma adolescenziale con una narrativa diversa dal solito, seppur semplice e prevedibile. Nella fattispecie, in questo momento sarà un ottimo passatempo poter dare una chance agli studenti di Las Encinas, i quali sembra che facciano tutto fuorché studiare. Beati loro… o forse no.