“L’artista mediocre copia. Il genio ruba!”. Si dice così, no? Un’affermazione che pare facciano in molti e in ogni campo dell’intrattenimento: film, libri, serie tv e… videogame clone. In ambito videoludico sono innumerevoli gli esempi di titoli “liberamente ispirati” ad altri più famosi. E non sono solo prodotti cinesi, attenzione. Già , perché se è vero che molti rip-off dei giorni nostri sono il prodotto svogliato di case di sviluppo cinesi prone a lucrare sul lavoro altrui, non tutti i videogame clone, come li abbiamo definiti in questa sede, sono rip-off (rip-off = imitazione, spesso scadente, di qualcosa di più famoso). Specialmente se ci si rivolge al passato, possiamo citare almeno 10 titoli di questo tipo che sono partiti prendendo in prestito un’idea geniale altrui, ma che su cui hanno poi costruito un comparto originale e identitario, raggiungendo o addirittura superando la fonte primaria di ispirazione. Toh, guarda il caso, ce ne servivano proprio 10 per questa top 10. E allora iniziamo, no?
RockBand (Clone di Guitar Hero)
Perché limitarsi a suonare la chitarra, quando con lo stesso metodo possiamo far suonare tutta la band? Deve aver pensato questo la casa di sviluppo Harmonix Music Systems quando ha sviluppato RockBand, clone del più noto Guitar Hero. I due rythm game sono identici in praticamente tutto: modalità di approccio alle canzoni, tramite tasti da premere/azioni da eseguire rispondendo a elementi a scorrimento lungo una barra, scelta dei generi musicali, sistema di combo ecc.. Differivano, inizialmente, per un dettaglio: il sistema di colori inventato da RockBand. In pratica, per semplificare l’individuazione dei tasti, il titolo assegnò a ciascuno un colore. Idea brillante, tanto da spingere i successivi giochi della serie Guitar Hero a fare lo stesso. Iniziate a capire ora il vero senso di questa lista? RockBand ha copiato Guitar Hero? Certo che sì. Ma ha anche studiato un modo per non appiattirsi su di esso, trovando un senso tutto suo (far suonare più strumenti) e addirittura migliorando, con un’intuizione, il gioco da cui prese spunto. Non male eh?
OceanHorn 1/2 (Clone di Zelda the Wind Waker)
Qui ci troviamo su di un terreno borderline. Oceanhorn, il primo, realizzato da Cornfox & Bros, non si può certo dire che sia un gioco memorabile. La sua ispirazione evidente prendeva a piene mani da Zelda Wind Waker, isometrizzando la visuale e proponendo una trama banalotta e dimenticabile. Ma, in fondo… a prezzo budget… perché non prenderlo? Di giocatore in giocatore si è così venduto piano piano, diventando discretamente conosciuto. Rivalutandosi persino, come spesso accade in queste situazioni. “Per una casa di sviluppo alle prime armi ci sta”, o “è corto, ma mi sono divertito! Senza pretese, che vi aspettavate? Non è male”. Questi i commenti ricorrenti. Tanto ricorrenti che Apple ci ha creduto, e Oceanhorn 2 è diventato nel 2019 uno dei primi titoli esclusivi di Apple Arcade, il servizio in abbonamento per possessori di dispositivi “meladotati“. Ed è così che da piccolo clone mal riuscito, Oceanhorn 2 è diventato tutt’altro, colmando lacune, dimostrando che forse aveva ragione chi difendeva i Cornfox & Bros: c’è del talento in loro. Ci credete? Non ci credete? Beh, se avete un dispositivo apple e non avete voglia di impelagarvi in uno Zelda originale… Oceanhorn 2 è lì per voi. Silenzioso, non capolavoro, non imprescindibile. Ma divertente a prezzo budget, beh, quello sì. Come dire: se le Gocciole sono finite, a volte va bene anche le Grucciole, no?Â
Candy Crush (Clone di Bejeweled)
Nel 2001 non c’era ancora nessun Candy Crush o Candy Saga. Nessun Facebook persino: nessun Iphone o smartphone. C’erano, però, i giochi su browser web, tanti, gratis e fruibili da tutti. Bejeweled era uno di quelli, un puzzle game che a sua volta prendeva spunto dall’onnipresente Tetris. Eliminare gioielli dello stesso colore avvicinandoli fra loro a triadi, fare combo per eliminarne di più tutti insieme, e via così all’infinito per fare punti finché non ci sono più mosse. Vi ricorda qualcosa? Dai, che ve lo ho anche inserito a inizio paragrafo: Candy Crush. Levate i gioielli, mettete le caramelle et voilà , il clone è servito. Come Oceanhorn, ma tramite meccanismi commerciali diversi, Candy Crush si è fatto strada. La formula funzionava, era la stessa apprezzata in Bejeweled. E la fruibilità , tramite giochi flash su Facebook, e poi tramite app su smartphone, era rimasta invariata, così come l’accessibilità . Candy Crush è un clone che è stato capace di cogliere la palla al balzo e adattare una buona idea ai tempi che cambiano.
Terraria (Clone di Minecraft?)
Questa affermazione è controversa. Al pari di chiedere se è venuto prima l’uovo o la gallina. Il fatto è che, sebbene le date di effettiva pubblicazione dovrebbero mettere tutti d’accordo, le controversie sul web continuano ad impazzare. E non si sa, o meglio, l’internet non sa se sia venuto prima Minecraft o Terraria. Ai fini di questo articolo ci riferiremo a Minecraft come la fonte di ispirazione, e a Terraria come al videogioco clone. Tanto dovreste aver capito che la vera finalità di questo articolo non è di puntare il dito come su dei colpevoli. Anzi, tutto il contrario. Dimostrare che l’importante, copia o clone o originale che siano i vari giochi, è l’identità , il risultato finale e il divertimento che gli utenti ne traggono. Sempre restando nel campo della legalità , ovvio. Non andate a rubare i codici in giro, cari sviluppatori in ascolto: non si fa.Â
Tornando a Minecraft e a Terraria, non credo serva presentare il primo. Quanto al secondo, Terraria è un Sandbox decisamente simile a Minecraft, ma realizzato in 2D. Proprio in virtù di questa semplificazione, questo alleggerimento nei codici e nei dati di gioco, gli sviluppatori si sono fin da subito sbizzarriti inserendo centinaia di contenuti segreti, evocazioni, meccaniche GDR, crafting complesso oltre ogni immaginazione. Con il risultato che Terraria, rispetto a Minecraft, ha perso una dimensione fisica, e guadagnato infinite “dimensioni” di gameplay, boss da affrontare, oggetti, armi. NPC e meccaniche uniche anche rispetto al ben più semplice Minecraft. Come per il primo titolo citato, RockBand, alcune di queste idee erano tanto valide da spingere Mojang, ad anni di distanza, a inserirle anche in Minecraft. Parliamo dei raid, per esempio, o dei succitati Boss da evocare e poi abbattere.
Yokai-Watch (Clone di Pokémon)
In Giappone ormai Pokémon e Yokai-Watch sono praticamente alla pari. Sia quanto a popolarità , che quanto a gadgettistica, collezionismo e qualità dei titoli rilasciati. Anime, manga, videogiochi. Yokai non ha nulla da invidiare a Pokémon nella terra del Sol Levante. Da noi in occidente ci è voluto un po’ più di tempo, ma è stato inevitabile: il fenomeno Yokai-Watch è infine esploso. Meno internazionale, più folkloristico e nipponico rispetto a Pokémon, ha però effettivamente sfruttato la collaudata formula del “catturali, organizzali in squadre e combatti con loro”. Ispirati a spiritelli giapponesi e personaggi della cultura mistica orientale, gli Yokai vi coinvolgeranno in una trama decisamente più definita di quella di qualunque gioco Pokémon. Molto più JRPG e meno RPG, forse, Yokai-Watch ha costruito una sua dimensione distanziandosi, oggi, sempre più dal suo mentore Nintendo. Che si guarda bene dal prendere come esempio altri esponenti di questa lista e apprendere qualche trucco dal suo clone come modernizzarsi. Game Freak, stai attenta: guarda che Level-5 sa quel che fa. Non sia mai che in un futuro non troppo lontano, le parti non debbano invertirsi…
Lords of the Fallen (Clone di Dark Souls)
Oggi non fa più notizia, non se ne parla più con la reverenza di un tempo: i Soulslike sono stati sdoganati, e progettarne uno non è più tabù. Anzi, sono molteplici gli esempi di Action RPG alla Dark Souls che si sono ritagliati uno spazio nel cuore degli appassionati grande tanto quanto quello del capostipite. La saga di Nioh ne è un esempio lampante, così come quella di The Surge. E a proposito… qualcuno si ricorda di Lords of the Fallen? La casa sviluppatrice è la stessa, Deck13 Interactive, ma i titoli, Lords of the Fallen e The Surge, non potrebbero essere più diversi. E diversi, ancora, dal loro ispiratore: Dark Souls. Lords of the Fallen in realtà condivide con i souls molto più di quanto non faccia il fratellone, dato che si ambienta in un mondo fantasy medievaleggiante. Oltre a questo il gioco è un Souls in tutto e per tutto anche nel gameplay, prendendosi licenze importanti solo nel character e nel level design. Più pesante, più nordico, meno leggiadro, Lords of the Fallen fu accolto tiepidamente. Ma vi assicuriamo che, specialmente adesso che non costa come un tempo, vale davvero la pena provare questo primissimo tentativo, di una casa sviluppatrice esterna a From Software, di emulare sua maestà . Potremmo dire che, oltre ai meriti del gioco in sé, il più importante messaggio lanciato da Lords of the Fallen è stato proprio questo: si… può… fare!
Dante’s Inferno (Clone di God of War)
Di poco fuori dal podio dei migliori, più per non scatenare un putiferio fra i lettori che per mia opinione personale (per me potrebbe tranquillamente essere anche primo), c’è Dante’s Inferno. Sapete, prima dei Souls, sulla vetta del mondo action c’erano gli hack’n slash, i GodofWarlike. Termine che suona così male che nessuno lo ha mai usato davvero. A parte noi qui, oggi: hurray! Scherzi a parte, c’è stato davvero un periodo in cui i cloni di God of War si moltiplicarono, senza mai davvero spiccare rispetto all’originale e limitandosi a svolgere il compitino assegnato. Fino a che, non venne sviluppato Dante’s Inferno. Inteso come parte di una trilogia mai portata a compimento, il titolo prendeva la Divina Commedia e la rivoltava come un calzino. Dante diventava un crociato sposato con Beatrice, e il viaggio tra inferno, purgatorio e paradiso si trasformava in una missione per salvare proprio l’anima di Beatrice. La poverina, morta mentre noi ci trovavamo in crociata, è stata rapita da Lucifero perché… no, non ve lo diremo. Scopritelo da soli! Potenziamenti, magie, un’ambientazione da incubo e una trama perfettamente godibile, pur se semplice, fanno di Dante’s Inferno il miglior GodofWarlike di sempre. Dai, che non è mai detta l’ultima: io Dante’s Purgatorio e Dante’s Paradiso li aspetto ancora!
Marvel’s Spider-Man (Clone della serie dei Batman Arkham)
E il terzo posto va a… Marvel’s Spider Man! Dondolare per i grattacieli di New York è l’attrazione principale, e su quella non vogliamo insinuare nulla: è originale al 100%. Di più, è da sempre uno dei marchi di fabbrica di tutti i titoli dedicati all’Uomo Ragno, come è giusto che sia. Eppure, c’è un altro comparto di fondamentale importanza durante il gioco, che Marvel’s Spider Man ha imparato dalla concorrenza: i combattimenti. No, non parliamo di Xbox (dato che il gioco è esclusiva PS4 poteva anche essere). Parliamo di DC Comics. E dei giochi della saga Batman Arkham. I combattimenti in tempo reale con la schivata dinamica del masterpiece che ha fatto rivalutare i giochi su licenza e sui supereroi, sembrano stati pensati con Spider Man e il suo senso di ragno in mente. Se si trova al terzo posto è perché, al pari di Batman Arkham, anche Marvel Spider Man ricopre un ruolo importante nella rivalutazione dei giochi su licenza, e più ancora dei Single Player. Il 2019 è stato un anno importante per i giochi in solitaria, che hanno potuto contare su esponenti davvero di rilievo. Il fatto che Spider Man fosse tra loro, ha significato molto sia per gli amanti dei giochi Story Driven, sia per i lettori abituali di fumetti, ormai disabituati a titoli di spessore al di fuori di quelli dell’uomo pipistrello.
Uncharted (Clone di Tomb Raider)
Secondo posto per un gioco che fa combo di clonazioni, prendendo un po’ dal cinema e un po’ dai videogiochi: la saga di Uncharted! Indubbio il fatto che senza Tomb Raider non esisterebbe Uncharted. Ma è altrettanto vero che Indiana Jones sarebbe orgoglioso dell’operato del protagonista, Nathan Morgan. Con un po’ di fantasia si può persino fingere di star interpretando l’intrepido professore della Lucas Film, e fare roleplay. Non che serva aggiungere altra lore o trama a un gioco che, anche più di Tomb Raider e Lara Croft, fa della narrazione un tutt’uno coeso con l’azione e il gameplay. Anche Uncharted è uno di quei cloni che ha fatto scuola, portando il suo ispiratore a una altrettanto fortunata serie di Reboot. C’è quasi più Uncharted che Tomb Raider (quello originale) nei nuovi giochi dedicati alla bella Lara. E un motivo ci deve pur essere, no?
Darksiders Saga (Clone di Zelda+God of War+Prince of Persia+Diablo)
Un’altra combo, questa volta tutta videoludica, la fa la saga in prima posizione: Darksiders! Non è possibile non accorgersi dei rimandi ai puzzle Zeldiani nel primo Darksiders, fusi con meccaniche di combattimento prese di peso dagli Hack’n Slash e da God of War. La trama fila, il design di personaggi, nemici e ambientazioni è pulito, il primo capitolo vende discretamente. Ma lo fa in silenzio, come se non volesse far vedere a nessuno le sue qualità . Per paura che le si possa svalutare in quanto “ispirate” a capolavori senza tempo. Ma ehi, non basta fare un taglio su una tela col taglierino per sentirvi dei piccoli Fontana. La maestria di THQ Nordic non era e non è da mettere in discussione. E infatti, il secondo capitolo fa molto, molto più rumore, positivamente, del primo. Nell’equazione, stavolta, ci mette anche un bel po’ di Prince of Persia. Sessioni Platform al cardiopalmo fuse con i succitati enigmi alternati a combattimenti ancora più dinamici e movimentati di quelli visti in Darksiders 1. La trama si evolve ancora, i personaggi ne guadagnano in spessore, le situazioni si complicano piacevolmente. Alla fine, tutti vogliono un terzo capitolo, il ferro è caldo, e andrebbe battuto senza pietà . Ma THQ affronta seri problemi finanziari. E il terzo capitolo salta. Ci vorranno anni, prima che qualcosa si torni a muovere, che Darksiders 3 esca. L’incudine si è freddata, il martello batte, fa rumore, ma il risultato è buono, non ottimo. E THQ che fa? Si sconforta? Abbandona tutto? Nemmeno per sogno. Si mette al lavoro su uno spin-off isometrico, ribalta le regola action, costruisce un titolo divertentissimo e migliore persino dei predecessori. Oddio, migliore: diverso. Alla pari, il che è già molto. Il silenzio è rotto, i videogiocatori si sono svegliati. E ora aspettano, pazienti, Darksiders 4.Â
Dopo tutti questi discorsi, dopo questa top, dopo i giochi che ne fanno parte… siamo proprio sicuri che ci importi chi viene prima, e chi dopo? Se sia la gallina a essersi generata dall’evoluzione di non si sa quale rettile, o se sia l’uovo a essere la forma più sviluppata di un pesce? Se sia più importante essere un Souls o un Soulslike, catturare Yokai o Pokémon, suonare la chitarra o la batteria, o entrambe. Vestirsi di nero o di rosso, seguire Virgilio oppure Atena. Scavare in 3 dimensioni o in 2, far esplodere caramelle o pietre preziose, usare la frusta o le pistole. Qualunque sia la vostra scelta, credo che l’importante rimanga comunque il viaggio. Salpare verso un mare di avventure sconosciute, solo noi e il vento. Sia che in mano abbiate una bacchetta per governarlo, oppure un Iphone.