Samurai Shodown recensione Nintendo Switch | “Il futuro è adesso”, questo è lo slogan di una storica casa produttrice di videogiochi fondata in Giappone da Eikichi Kawasaki nell’ormai lontano 1978 e nominata SNK. Il team ha da sempre sfornato successi mondiali e storicamente importanti come Metal Slug e The King of Fighters. Nel ’93 però la software house decise di rivoluzionare il mondo del picchiaduro 2D con la nascita di Samurai Shodown. Il gioco fu molto importante per l’evoluzione del genere che in quegli anni aveva come principale portabandiera Street Fighter 2 di Capcom. Ebbene il titolo di SNK prese da subito le distanze dal lavoro della concorrenza, puntando su uno stile di gameplay molto tattico e ragionato, legittimando definitivamente l’uso delle armi nei giochi di lotta a scorrimento. Anche al giorno d’oggi Samurai Shodown ha mantenute intatte le proprie velleità, puntando su quei valori che l’hanno reso un ottimo prodotto. Nel corso del 2019 una nuova conversione dell’opera è arrivata sulle console della generazione corrente riuscendo a riconquistare quella nicchia di fan storici, che hanno sicuramente apprezzato l’attaccamento al passato da parte degli sviluppatori. In questi giorni il gioco è sbarcato anche su Nintendo Switch e noi di Vigamus Magazine l’abbiamo esaminato per verificare i passi in avanti fatti dall’ultimo adattamento del picchiaduro.
Le vicende di Samurai Shodown si svolgono nella terra del Sol Levante del XVIII° secolo. Personaggi e ambientazioni hanno un valore storico predominante e l’opera di SNK mira a dare risalto ai coraggiosi eroi della cultura giapponese. In quegli anni la nazione riuscì a raggiungere la pace interna con strategie particolari come la chiusura nei confronti degli altri stati ed una struttura della società del tutto innovativa. La figura dello Shogun spodestò quella dell’Imperatore che perse gran parte dei poteri. Il periodo Edo fu importante perché rese particolarmente famosa la classe di guerrieri conosciuta con il nome di Samurai. Proprio questi ultimi posseggono un ruolo fondamentale nel gioco, gremendo il roster di guerrieri completamente ispirati ad alcuni grandi personaggi dell’era Tokugawa.
Il titolo si ispira completamente alla cultura giapponese ed è ambientato nell’era della rinascita.
Tra i lottatori principali figurano il protagonista Haohmaru, trasposizione videoludica del più grande spadaccino di sempre, cioè Miyamoto Musashi, inoltre troviamo Hattori Hanzo, Ukyo Tachibana e alcuni ospiti internazionali come Charlotte Christine De Colde (alias Lady Oscar) e lo sproporzionato Earthquake. L’avventura di ogni eroe sarà mostrata in maniera non incredibilmente approfondita nella modalità storia che ci permetterà di conoscere al più le diverse personalità dei vari combattenti. Ogni personaggio avrà, come di consueto, il suo stile di combattimento riconducibile unicamente al tipo di arma usata. La katana ovviamente farà da regina nell’elenco degli strumenti presenti, ma ci sarà spazio anche per scimitarre, fioretti e ventagli talmente affilati da tagliare in due i propri avversari.
Ogni mezzo sarà utile per poter prevalere sull’avversario ma quello che conterà maggiormente sarà, non tanto l’abilità nell’eseguire complicate combo di dieci o più tasti, ma la capacità di saper pazientare e di colpire il nemico al momento giusto. Il gameplay di Samurai Shodown gira interamente su questi presupposti riuscendo a discostarsi nettamente da titoli come Street Fighter V e Mortal Kombat 11, allontanandosi addirittura da opere dallo stile simile come Soul Calibur VI. Nella lista dei comandi non figurano lunghissime serie di combinazioni, ma unicamente un breve riassunto delle mosse speciali che contraddistinguono ogni sfidante. Alcune saranno molto belle da vedere e semplici da eseguire e inoltre danneggeranno notevolmente l’oppositore arrivando a rimuovere fino a metà della barra di vita. Ovviamente queste capacità saranno attivabili solo nel caso in cui la “Barra Rabbia” sia piena e possono essere utilizzate al massimo una volta a scontro. I vari incontri vedono spesso come vincitore colui che riesce a mantenere i nervi saldi e ciò crea uno stile completamente incentrato sulla tattica, sulla difesa e sui contrattacchi. Veramente ben fatte la schivata e la parata che, se usate al momento giusto, possono mettere in trappola il rivale che a quel punto non potrà più difendersi. Tra le possibilità figurano anche il disarmo e lo spezza guardia, utili per mettersi in una posizione oltremodo vantaggiosa rispetto al contendente. Questo tipo di combattimenti non si trova in molti titoli del genere e per gli amanti della pazienza e della strategia è una vera manna dal cielo. Questo però a volte può rivelarsi frustrante per categorie di giocatori che fanno dell’attacco la propria arma, in quanto affrontare le battaglie in modo aggressivo non è mai una buona idea e questo rende il gameplay un po’ piatto e monotono perché non permette di affrontare il gioco con diversi approcci.
Gli scontri saranno delle vere e proprie sfide di nervi tra i combattenti.
Parlando di modalità presenti nel gioco andiamo incontro a uno dei punti deboli del lavoro di SNK. Sono presenti solo le scelte base di ogni picchiaduro moderno, senza alcuna attività secondaria, e cioè storia (in stile Tekken), esercitazione, battaglia (che è la più varia di possibilità) e online. Nella modalità storia percorreremo i viaggi dei diversi protagonisti verso lo scontro con il temibilissimo boss finale, in grado di regalare una buona dose di sfida nei primi tentativi. L’esercitazione, invece, ci permetterà di imparare le basi e provare le diverse tecniche per prepararsi al meglio. Menzione particolare per l’online che si divide in due diverse sezioni, il classico scontro mediante connessione con avversari da tutto il mondo in tempo reale e il Dojo che permette di affrontare i ghost degli altri giocatori in maniera asincrona. Per calibrare le capacità dei ghost bisognerà utilizzarli nel Dojo cercando di personalizzare lo stile di lotta dei nostri personaggi, che andranno a ricrearlo nei confronti degli altri partecipanti. Ovviamente manca quella aggiunta in più che avrebbe potuto arricchire ulteriormente l’esperienza, cosa che invece nei concorrenti non manca come il Tekken Bowl 7 (purtroppo a pagamento), la torre del tempo e quella “Klassica” di Mortal Kombat 11. Queste sono state sostituite da Samurai Shodown da semplicissime e poco caratterizzate battaglie a tempo e survival.
Per concludere bisogna parlare della conversione del titolo che recentemente è sbarcato sulla console ammiraglia di Nintendo. Non si notano moltissime differenze dalle trasposizioni Playstation 4 e Xbox One sia nella grafica che nella risposta dei comandi e in versione portatile non presenta moltissime problematiche in quanto il comparto di gameplay non è eccessivamente complesso e quindi tranquillamente godibile, anche affrontando gli scontri fuori casa. Samurai Shodown non è sicuramente il miglior picchiaduro di questi tempi però è in grado di regalare un’esperienza diversa da quelle già presenti sul mercato e per gli amanti dei giochi di combattimento ragionati e incentrati sullo scontro di nervi con l’avversario e possessori di Nintendo Switch può diventare un must have.