The Suicide of Rachel Foster Recensione PC

The Suicide of Rachel Foster Recensione PC | Molto spesso, essere ereditieri di un bene di famiglia comporta grandi responsabilità. C’è chi si assume il compito di portare alto il nome della propria stirpe o chi semplicemente decide di crogiolarsi in una situazione di vantaggio, approfittandosi dello stato di benessere in cui si trova. Ma nel caso in cui si è seguaci di un luogo artefice di terribili eventi, voi come reagireste? Sareste ugualmente in grado di mantenerlo oppure scappereste, rifiutando di accettare il vostro passato? Sono questi gli importanti interrogativi che lacerano i ricordi di Nicole, protagonista indiretta di una storia che fa male al solo pensiero, lasciandola senza fiato in un luogo dimenticato da Dio, custode di atroci segreti. Riuscirà ad essere così determinata da andare avanti, senza crollare dinanzi allo spettro della paura?

Arrivata nel vecchio hotel di famiglia, Nicole inizia da subito a sentire un nodo in gola. Quell’atmosfera cupa e fredda, che era riuscita a dimenticare con molta fatica, la stava circondando di nuovo. Di lì a poco si ritrova catapultata nel passato, trovando in ogni singolo elemento che le sta intorno, una storia o un aneddoto da raccontare. Ed ecco che muoviamo i primi passi. Fin da subito, il videogiocatore medio si potrà accorgere di un gameplay semplice ma efficace, che senza troppe pretese vuole accompagnarci all’interno di un mondo tutto da scoprire. Guardando con attenzione il terreno circostante, è possibile notare un elevato numero di aspetti da poter analizzare ed osservare. Ricco di oggetti da afferrare, il titolo fa capire che l’interazione è il punto cardine che ci scorterà per il resto dell’avventura, facendoci immergere sempre di più all’interno di una struttura che pian piano sta cadendo a pezzi. Con la giusta dose di coraggio e forza d’animo, ci addentriamo nell’edificio, che in un primo momento si presenta come la classica ambientazione horror pronta a spaventarci con il solito jumpscare di turno. E invece non è così. Un accogliente salottino dalle luci calde ci fa sentire subito a casa, sebbene quel senso estenuante di solitudine non tarderà ad arrivare.

 

Il senso di solitudine tenderà a soffocare il giocatore sin dai primi minuti della storia. 

 

Continuiamo il nostro tour attraverso la hall dell’hotel, che nonostante gli anni di abbandono è riuscita a mantenersi raffinata ed elegante, con il giusto tocco “vissuto”che le consente di presentarsi come struttura d’epoca. Le scricchiolanti scale che portano al primo piano non lasciano tirare un sospiro di sollievo e lo stato d’ansia cresce sempre di più. Scalino dopo scalino la tensione aumenta, in un primo momento ingiustificata, che ben presto troverà le sue ragioni di esistere. Arrivata nella sua vecchia master suite, Nicole riceverà inaspettatamente una chiamata da parte di un uomo che le darà manforte per il resto del viaggio, risultando come una splendida e rassicurante compagnia. Tornata per sbrigare le ultime faccende burocratiche e sbarazzarsi dell’albergo, la protagonista resterà intrappolata da quel passato che tanto ha cercato di dimenticare. Fotografie, vecchi manuali e poster, rievocano in lei ricordi troppo accentuati per poter essere cancellati, buttandola inesorabilmente nel baratro della nostalgia.  Vittima del suo stesso inconscio, potrà contare solamente su una voce, sconosciuta e lontana, che le spiegherà accuratamente come muoversi all’interno del perimetro, come se sapesse perfettamente cosa le accadrà di lì a poco…

Ambientazioni pittoresche scalderanno il cuore di ogni giocatore.

E come il gameplay, anche il lato grafico riesce a contraddistinguersi senza puntare troppo in alto. Piccoli scorci pittoreschi, che spezzano infinite stanze fredde e desolate, danno quel ricercato senso di appartenenza e di sicurezza, utile per continuare l’avventura senza il bisogno di prendersi pause. Sebbene qualitativamente non brilli di creatività e non si distingua per la sua freschezza, riesce a fare la sua sporca figura, garantendo un piacevole viaggio tra tempeste di neve, scantinati ammuffiti e passaggi segreti. Infatti, la struttura è composta da numerose scorciatoie celate, che riescono bene o male, a dare quel senso di mistero e di segretezza, capaci di invogliare il giocatore ad andare avanti. E non solo, fungono anche come utili escamotage per raggiungere il proprio obiettivo in tempi brevi, poiché la mappa di gioco resta ampia e variegata. Tra un indizio e l’altro, con il passare del tempo, l’utente riesce ad abituarsi senza troppa fatica alle meccaniche di gioco, in grado di superare quei piccoli indovinelli che gli vengono serviti sotto tono, senza un vero peso, ma soprattutto senza quell’elemento sfida fondamentale per giochi del genere.

 

La mancanza dell’elemento sfida si fa sentire e non poco.

 

Terminabile in poche ore, il titolo gode di una longevità soggettiva, garantendo diverse possibilità di approccio e quindi, differenti finali. La nostra protagonista, in base alle sue azioni, potrà risultare apatica e scontrosa, oppure dolce ed aperta al dialogo. Da qui, la scelta di far terminare il titolo attraverso molteplici modi, facendo conoscere le diverse sfaccettature caratteriali di Nicole. Complice del malessere generale, è un comparto sonoro davvero accattivante, che riesce sorprendentemente a calare il giocatore in uno stato di ansia generale, facendolo, in alcuni punti, sobbalzare dalla sedia senza datati cliché come jumpscare o altro. Accattivante e presente al punto giusto, è quindi l’arma vincente di questo titolo per invogliare l’utente a non staccarsi mai dallo schermo, con la paura di girarsi per vedere se realmente si trova solo nella propria camera oppure no. Per certi versi invece, il titolo fa un po’ fatica a mantenersi stabile sotto il punto di vista tecnico, presentandosi nella versione PC con piccoli, ma fastidiosi problemi di ottimizzazione. Ciò non rovina del tutto l’esperienza, ma a lungo andare potrebbe infastidire – e non poco – i più esigenti, rallentando ulteriormente lo sviluppo della trama. Questo perché di per sé è davvero lento, annoiando nella prima parte di gioco l’utente, fino a quando non si arriva nel momento clou della storia, quando ormai è troppo tardi. Non brillando quindi di originalità e presentando anche plot twist facilmente intuibili, The Suicide of Rachel Foster riesce comunque a rimanere piacevole e facile da seguire, regalando qualche ora di intrighi, misteri e colpi di scena.

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