Quanto Final Fantasy è rimasto in Final Fantasy VII Remake?

In origine, erano 4 guerrieri della luce, chiamati dalla voce silenziosa dei Cristalli, alla base della vita e della prosperità della terra. La trama era basilare, i controlli semplici e diretti, la missione chiara eppure avvolta dal mistero: esplorare tutto, sconfiggere tutti, diventare più forti punto esperienza su punto esperienza, nuova arma su nuova armatura e via così. Non durò molto, visto l’incredibile successo scaturito da questa fantasia finale, che finale poi non fu affatto, per fortuna. Oggi, 15 capitoli più spin-off e sequel vari dopo, due dei quali MMORPG, FF11 e FF14, aspettiamo di nuovo l’avvento del biondo messia, Cloud, nel remake di Final fantasy VII. Diventa lecito 33 anni dopo la prima release giapponese di FF1, dunque, chiedersi: quanto “Final Fantasy” è rimasto in Final Fantasy VII Remake? Ma anche e soprattutto: quanto vogliamo davvero che ne sia rimasto?

Final Fantasy VII Remake, Azione VS Strategia

Viviamo in una nuova epoca, non c’è dubbio, fatta di tempistiche fulminee e risposte al millisecondo. Un’epoca che ridefinisce il concetto di fluidità, dove la validità di una console si basa prima di tutto sulla sua potenza di calcolo, poi su cosa farne. In teoria, almeno. Perché nonostante tutto voglia farci credere che sia davvero così, che veloce è meglio, che “chi va a Roma perde la poltrona”, ci sono eccezioni ed esempi illustri pronti ad affermare il contrario. Anche e soprattutto, quando parliamo di Final Fantasy. Basti vedere i responsi ottenuti dagli ultimissimi capitoli decisamente più action della saga, diciamo da Lightning Return in su. A spuntarla in termini di popolarità e validità non sono i capitoli della serie regolare, ma… Final Fantasy XIV: un MMORPG. Classico per giunta, senza troppi virtuosismi stilistici o alzate di testa degli sviluppatori: punti un nemico, clicchi l’abilità, parte l’animazione. Punto. Azione sfrenata VS Strategia e lentezza. E ha vinto la lentezza.

Final Fantasy XV ci ha provato, ci ha provato davvero. Lo ha fatto con un sistema di combattimento dinamico, una necessaria (?) evoluzione visti i tempi che corrono, dove se sei in terza persona e non sei almeno un pochino soulslike sei bollato come “mah, Dark Souls lo fa meglio”. Ma non è andata, complice una storia un attimino confusa, dovuta principalmente a problematiche nello sviluppo, durato giusto un pochino troppo: una decina di anni. Sta di fatto che, alla fine, anche volendo far finta che la storia non sia bucata come una groviera, Final Fantasy XV voleva, evidentemente, giocare a fare il FF7 della situazione, in più di un modo. Noctis è un Cloud che non ci ha creduto abbastanza, ma si è tinto i capelli di nero, e, più in profondità, nascosto negli intenti degli sviluppatori, c’era il sogno segreto di innovare, cambiare la carte in tavola. Come quando FF7 uscì su PS1, e la saga iniziò a non essere più la fantasia finale che era stata fino a quel momento. 

Final Fantasy 7 Remake

Final Fantasy VII Remake, un nuovo inizio (?)

Final Fantasy VII rappresentò perciò un nuovo inizio: con nuove prospettive tridimensionali, una nuova console, una trama più tech e meno fantasy, un sistema di combattimento più dinamico. Che non tradiva, però, le origini RPG della serie, rimanendo un sistema a turni con il tasto del NOS sempre premuto. Mixate il tutto con una trama sorprendente e diversa, ore e ore di gioco, et voilà, ecco che FF7 è accreditato ancora oggi come il miglior Final Fantasy di sempre. Anche se, probabilmente, non lo è, ma questa è un’altra storia (FF8 regna). Segnò un nuovo standard RPG, divenne un esempio da imitare, un RPG dinamico quel tanto che bastava per non essere più così fermo come una volta, ma che non metteva pressione nel giocatore come un qualunque sistema arcade in tempo reale. L’active time battle, insomma, ha fatto sì che Final Fantasy potesse sopravvivere fino al capitolo 13 quasi per inerzia, quando guarda caso, la situazione ha iniziato a sgretolarsi lentamente sotto gli occhi dei fan. Perchè l’ATB era divenuto stantio, troppo lento per chi voleva, ora, ancora più azione di prima. Ma anche, ecco il paradosso, troppo veloce, per chi avrebbe preferito un ritorno alle origini. Il classico volere la botte piena e la Tifa ubriaca. 

E ora, arriviamo, infine, a Final Fantasy VII Remake. Al suo sistema di combattimento ibrido che sembra tanto il figlio illegittimo di Noctis e Lightning. Si schiva, si attacca dinamicamente e in tempo reale, come in FFXV. E poi, all’improvviso, il tempo si ferma, si scelgono con calma gli strumenti da usare, si selezionano le prossime magie da lanciare, e si osserva la situazione al rallentatore come in una sorta di turno del giocatore esteso, ma a tempo. Apparentemente perfetto, quindi, per accontentare tutti: la ricetta che salva capra e cavoli. Un nuovo nuovo inizio, che passa iconicamente attraverso il Remake del capitolo che segnò la rivoluzione della serie. Rivoluzione che, lo ricordiamo ancora una volta, ha però portato i fan di Final Fantasy a preferire il capitolo MMORPG a quello della serie regolare. Coincidenze?

Final Fantasy 7 Remake

Final Fantasy è invecchiato

La domanda iniziale da cui è partita tutta questa disamina, perciò, ha una risposta particolarmente deludente per i fan dei combattimenti a turni, del lento incedere di livello in livello verso nuovi lidi inesplorati, dentro dungeon con combattimenti casuali che conducono a Boss fight sempre più assurde e sbilanciate. Perché, mettetevi l’anima in pace, di quel Final Fantasy, il Remake del capitolo 7 pare proprio non avere più nulla. Rimangono i nomi iconici, come reliquie di quel passato dove tutto era più semplice e più lento, anche troppo lento, diciamoci la verità. Non si poteva pretendere da un remake che non “remakasse” (passateci il termine), come non si può pretendere da qualunque brand che non invecchi mai. Perché sì, Final Fantasy è invecchiato. Tirato e imbottito di botulino digitale dagli sviluppatori, cerca di non dare a vedere che, sotto alle maniche lunghe, i polsi sono raggrinziti, e le mani piene di macchie. Cloud alza la sua spada a fatica, ancora una volta, e tiene duro, come ha sempre fatto. I capelli bianchi di Sephirot non sono più una scelta di stile, e i fiori sopra la tomba di Aerith sono avvizziti da anni. Allora perchè, dannazione, perché quelle note, quelle immagini, quei volti così diversi eppure così familiari, ancora oggi, ancora una volta, ci rigano il viso di lacrime? Forse, perchè Final Fantasy VII Remake non ha più nulla dei vecchi Final Fantasy. E a noi, ancora una volta, andrà bene lo stesso. 

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